Alle 19.45 nella sala A4 è cominciato il ciclo di incontri Storie del mondo; rassegna di sei reportage girati tra Israele, Palestina, Libano, Afghanistan, Darfur e Uganda, volti a mostrare la presenza costante di un barlume di speranza anche all’interno di situazioni estremamente tragiche e difficoltose.
Presentato dai curatori della rassegna, il giornalista Roberto Fontolan e il reporter di guerra Gian Micalessin, il primo documentario proiettato è Madri, realizzato da Barbara Cupisti e prodotto da Rai Cinema.“Lo sguardo sulla guerra visto dalla prospettiva del dolore materno, è un fatto che da giornalista non riesci a captare”, così Micalessin commenta il filmato della serata, realizzato al fine di documentare la sofferenza, opposta ma identica, che le madri israeliane e palestinesi provano rispetto al massacro dei rispettivi figli, a causa dello spietato conflitto che attanaglia le due popolazioni.
Il documentario, girato tra Tel Aviv, Gerusalemme, Gaza e Jenin, è strutturato in diversi episodi, ognuno dei quali dedicato ad una madre diversa che racconta la morte del proprio figlio. Esprimendosi sia in inglese che in ebraico (con sottotitoli in italiano), le madri israeliane parlano dei figli caduti sul campo di battaglia, partiti molto giovani da casa per proteggere il proprio popolo e patria, e mai più tornati. Con la stessa commozione, le madri palestinesi, in lingua araba, narrano della tremenda uccisone dei loro familiari, spesso dilaniati dalle granate sparate dai carri armati e ridotti a brandelli umani.
Un caso a parte è costituito dall’episodio relativo alla morte di due ragazze di Gerusalemme dovuto ad un attentato kamikaze, prima riportato con grande dovizia di particolari dalle madri delle due giovani israeliane e collegato subito dopo alla testimonianza della madre di un kamikaze palestinese, morto “martire in onore di Allah”, come racconta il ragazzo stesso in una lettera scritta alla famiglia prima di intraprendere la via per il suicidio.
A rendere ancora più concreta la realtà raccontata dalle madri, le esperienze vengono accompagnate da riprese eloquenti, focalizzate sugli intensi primi piani dei volti delle donne, rigati dalle lacrime, e da brevi filmati che mostrano sia momenti di intimità familiare sia scene di disperazione a seguito delle esplosioni e attentati. Dopo più di ottanta minuti, il reportage si chiude con le immagini dell’incontro di tutte le madri che hanno preso parte al documentario: “Potremmo incolparci a vicenda, ma non lo facciamo, noi iniziamo adesso, è da oggi che questa splendida esperienza prende vita, questo incontro è l’inizio di qualcosa”, dice una madre israeliana. Testimoniando così come anche dentro ad un forte dolore ci sia la voglia di stare insieme per ricostruire là dove la guerra ha distrutto.
(M.M.)
Rimini, 24 agosto 2008