Proprio mentre in Auditorium è in corso un incontro con rappresentanti dell’Unione europea (Mario Mauro e Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, presente in video), si è svolto nella sala accanto, la B7, l’incontro “Piccoli Stati, grandi protagonisti”, che ha visto la presenza di Jean-Philippe Bertani, rappresentante personale del principe Alberto II di Monaco, Meritxell Mateu Pi, ministro degli affari esteri del Principato di Andorra, e Fiorenzo Stolfi, segretario per gli affari esteri della Repubblica di San Marino.
Introducendo, Rodolfo Casadei, giornalista di Tempi ed esperto di politica internazionale, parla di obiezioni diffuse sull’esistenza di piccoli Stati e cita Niccolò Machiavelli che scrisse: “I profeti disarmati sempre ruinarono”. Casadei agli interlocutori chiede come giustificano la loro esistenza e quali sono i ruoli che sono propri a quegli Stati.
Dopo aver portato le scuse del principe Alberto per non essere intervenuto, Bertani afferma che, se nei grandi organismi come l’Onu i piccoli Stati non hanno grande influenza, la loro presenza serve a preservare i valori che rappresentano, oltre a fungere da stimolo per gli aiuti umanitari. Già con Ranieri III questo era un punto rilevante della politica estera monegasca, che oggi devolve per la fame nel mondo, lo sviluppo delle infrastrutture e la Croce Rossa sei milioni di euro con il proposito di aumentare il budget del 25% all’anno. Un altro aspetto della politica del principato, che è esempio per i grandi, è il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente. Queste le finalità che si è data la Fondazione Alberto di Monaco: “Citerò il principe Ranieri III: ‘Ricordiamoci che non è necessario essere un grande Paese per avere grandi sogni e neppure essere numerosi per portarli a compimento’.
Così come aveva sottolineato Alberto II nel giorno della sua incoronazione: ‘I piccoli infatti possono essere a loro modo grandi potenze che perseguono il progresso e il benessere, che lottano per la pace, il rispetto della giustizia, lo sviluppo sostenibile, la difesa e la tutela dei meno fortunati e l’attuazione di interventi per un mondo più giusto e più equilibrato’. Tutto questo nel rispetto delle nostre differenze. In questo modo noi piccoli Stati possiamo essere grandi protagonisti”.
Mateu Pi esodisce dicendo che il XXI sarà il secolo dei piccoli Stati e non più come nel XIX il secolo delle grandi Nazioni. I piccoli stati sono pacifici, aperti al mondo e agli scambi. “Qualcuno trova ingiusto – afferma il ministro – che il loro voto nei grandi organismi abbia lo stesso valore di quello dei grandi Stati, ma tale voto nell’assemblea generale è determinante perché il 50% degli Stati membri ha una popolazione che non supera i cinque milioni di abitanti. I piccoli servono a ricordare i valori quali i diritti umani, la democrazia e la solidarietà”. A volte i rapporti con l’Unione Europea non sono facili, “quando vuole imporre le sue risoluzioni anche a Stati che non ne fanno parte”, ma in tali casi occorrono abilità e adattamento per continuare ad avere rapporti. “L’unico modo per avere un ruolo è una strategia comune con gli altri piccoli”.
Per San Marino conservare la propria indipendenza e svolgere un ruolo significa sfruttare le occasioni di visibilità. “Di recente abbiamo avuto la presidenza semestrale del Consiglio d’Europa (47 membri) succedendo alla grande Russia. In questo ruolo, perché piccoli e senza interessi da difendere, siamo riusciti a far approvare uno statuto che stabilisce le competenze del Consiglio e dell’Unione Europea”. Sempre per avere visibilità, continua Stolfi, è necessario che i piccoli si uniscano nel proporre e sviluppare iniziative. A questo proposito hanno costituito il Lilliput Club.
Casadei pone l’obiezione che i piccoli possono essere dei paradisi fiscali. Stolfi dichiara deciso che San Marino non ha mai intrapreso questa strada e non la vuole intraprendere, mentre Mateu Pi afferma che Andorra ha carichi fiscali bassi perché tale fiscalità è adatta al principato. E aggiunge polemicamente che gli Stati accusano i piccoli, mentre trattano con i Paesi del Golfo che hanno una fiscalità nulla.
(Arc. B.)
Rimini, 30 agosto 2008