La crisi e la strada da percorrere per superarla sono al centro del tradizionale dibattito al Meeting dell’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, formato attualmente da trecentoventi parlamentari.
All’incontro in sala A1 partecipano: Stefano Zamagni, presidente Agenzia per le Onlus; Maurizio Gasparri, Pdl; Maurizio Lupi, vice presidente della Camera; Savino Pezzotta, Udc; Ermete Realacci, Pd; Barbara Saltamartini, Pdl; Ugo Sposetti, Pd; Raffaello Vignali, vice presidente della commissione Attività produttive della Camera; Roberto Cota, Lega Nord; Alessia Mosca, Pd. Moderatore Emmanuele Forlani, coordinatore della segreteria dell’Intergruppo.
Introducendo la tavola rotonda, Zamagni ha ricordato che la crisi attuale è molto diversa da quella del ’29, perché è una crisi entropica, dove il sistema non viene rivoluzionato da un conflitto sociale, ma rischia di collassare. E cita ad esempio la crisi dell’Urss. Partendo dall’enciclica di Benedetto XVI Caritas in Veritate, Zamagni evidenzia tre grandi errori che hanno dato origine alla crisi: la concezione dell’impresa come merce, a scapito della persona; l’accento dato alla redistribuzione sulla produzione e la sempre maggiore disuguaglianza tra ricchi e poveri del mondo.
Come se ne esce? “Occorre superare la dicotomia tra sfera economica e sociale: si devono integrare l’una con l’altra”. Altri aspetti fondamentali sono l’introduzione “del principio di fraternità” e l’evoluzione del principio di sussidiarietà. “Non bastano più la sussidiarietà verticale e orizzontale e la lotta allo statalismo, bisogna combattere anche il privatismo”, la tendenza a regolare tutto secondo le leggi di mercato. “Ma queste non si possono applicare alla realtà del volontariato”, come giustamente afferma una nuova legge del Parlamento europeo, che andrebbe dibattuta e sostenuta anche nel Parlamento italiano.
Realacci si dice “d’accordo su tutto”. “C’è un’incapacità a leggere i fondamenti veri dell’economia italiana e ad individuare nella società e nella cultura le nostre virtù”. Il deputato del Pd elenca anche alcuni esempi di piccole imprese virtuose, come l’azienda di Cattolica che produce luce a basso costo ed esporta in Arabia Saudita (“Cattolica illumina La Mecca!”) e la conciatrice di pelli che esporta in Cina. “Le piccole imprese sanno che il capitale umano è fondamentale”.
Anche Gasparri prende spunto dall’enciclica del Papa per sostenere che è necessaria “una visione etica dell’economia e della finanza”. Tra le iniziative virtuose in questa direzione, cita la moratoria con le banche realizzata dal ministro Tremonti. “Noi dell’Intergruppo possiamo dare un contributo alla politica del fare, con determinazione”.
Sposetti torna sulla Caritas in Veritate “ci sono parole veramente da sottoscrivere”, come la necessità di proteggere risparmiatore e investitore. “E ci sono termini che dovrebbero unirci tutti, come patria e famiglia”.
Per la prima volta al Meeting, il capogruppo alla Camera della Lega Nord Cota, si dice sulla stessa lunghezza d’onda. “La crisi – afferma – deriva da una globalizzazione selvaggia che ha fatto grandi guai nel sistema industriale. Occorre una concorrenza leale anche da parte di paesi come la Cina”. D’accordo “con le ricette esposte da Zamagni”, Cota sottolinea che “la ricchezza debba essere legata al territorio”.
“Io non sono mai stato innamorato del liberismo – ha esordito Pezzotta – perché sono stato allevato per l’economia sociale di mercato”. Il deputato Udc si è poi detto perplesso sul fatto che tutti intravedono un’uscita dalla crisi mentre si assiste al ritorno alla cassa integrazione. “La soluzione è nel guardare – ha sottolineato – a due elementi fondamentali: famiglia e lavoro, senza i quali la sussidiarietà non può esistere”. Pezzotta ha concluso dicendo che dalla crisi è possibile uscire con l’introduzione del quoziente familiare e la valorizzazione di quelle realtà gestite dalle famiglie econ l’introduzione del salario familiare.
Dicendosi d’accordo con tutte le preoccupazioni esposte da Pezzotta, Saltamartini ha voluto però evidenziare che per tenere insieme famiglia e lavoro occorre la centralità della persona e che per uscire dalla crisi occorre innanzitutto che la politica riprenda il suo primato sull’economia, oltre ad “incentivare l’educazione, la libertà di scelta e sulle politiche di conciliazione per l’aiuto alle donne”.
Masca dal canto suo ha descritto un progetto che l’intergruppo sta portando avanti e che prende il nome di “controesodo” e che nasce da una considerazione di fondo, cioè “la crisi che ha messo in crisi l’importanza del capitale umano ed ha incrementato la fuga dei talenti”. Il progetto in sintesi, attraverso una collezione di disegni di legge, si preoccupa di incentivare appunto il controesodo dei talenti attraverso una serie di incentivi fiscali.
Per Vignali “se è vero che la crisi nasce da due fallimenti e cioè dalla riduzione dell’economia a numero e da quello dovuto all’eccessivo intervento dello stato” è possibile uscirne solo se si pongono sussidiarietà e responsabilità alla base dell’economia sociale di mercato. “Partire dalla persona – ha concluso – significa da un lato valorizzare realtà come, ad esempio, la cooperativa Rione Sanità, e dall’altro far sì che chi ha energie le possa spendere senza essere guardato con sospetto”.
Si è assistito, questa sera, ad una discussione franca e libera.
(G.F.I., Al.C.)
Rimini, 28 agosto 2009