Sala stracolma la A2 alle 19.00 per l’ultima delle esecuzioni pensate per svolgere musicalmente il tema di questo Meeting. Pier Paolo Bellini, musicologo e curatore della collana Spirto Gentil, introduce la Serenata per archi in mi maggiore opera 22 di Antonín Dvořák, “un’autore – spiega – che hanno dato un singolare interpretazione del titolo O protagonisti o nessuno”.
A eseguire quest’ultima opera è un ensemble costituito per l’occasione (ma dotato comunque di un buon suono d’insieme e di notevole coesione) formato da tredici elementi tra violini, viole e contrabbasso. Bellini inquadra la storia del compositore ripercorrendo i tratti salienti e le caratteristiche stilistiche dell’autore boemo, ma, volutamente, senza troppo eccedere in tecnicismi. È da tenere presente infatti che la gran parte della platea era composta da giovani. Il critico parte dalla citazione del verbale redatto dalla commissione giudicante di un concorso importantissimo per Dvorak (tra i membri di giuria c’era Johannes Brahms) e che mette in risalto le doti originali del compositore “ma disposte in modo da rimanere informi e senza briglie”.
Bellini precisa che le serenate sono state composte dall’autore l’anno successivo al concorso e che mostrano tutt’altro che una mancanza di forma, ma anzi “sviluppano un chiaro progetto compositivo a dispetto della informità denunciata solo qualche tempo prima da quel Brahms che in seguito diverrà suo grande estimatore”. Un percorso che unisce quindi alla sapienza stilistica un altro dei suoi tratti caratteristici e cioè il radicamento culturale-popolare ceco dalle tipiche influenze tzigane.
Nel proseguire la guida all’ascolto, Bellini ripercorre tutte le variazioni che articolano i movimenti della serenata suggerendo di pensare all’esecuzione come allo svolgimento della vita di un uomo. Un ultima notazione per l’ovazione finale che ha accolto i musicisti al termine dell’esecuzione. Bis con la riproposizione dell’ultimo movimento.
(S.A.)
Rimini, 29 agosto 2008