“Il titolo dell’incontro di stasera ci mette davanti a una grande sfida”. Luca Antonini, vice presidente della Fondazione per la Sussidiarietà ha introdotto, alle 19.00 in sala A2, una tavola rotonda con Mariella Carlotti, insegnate e curatrice della mostra visitabile nel padiglione C1, Paolo Grossi, giudice della Corte costituzionale e Roberto Calderoni, ministro per la Semplificazione normativa.
La professoressa Carlotti ha inizialmente spiegato l’origine della ricerca che ha condotto, dalla quale sono derivati il libro e la mostra visitabile in questi giorni: “L’input è venuto dal tema posto all’ultima assemblea nazionale della CdO, il bene comune; quale altro esempio più calzante che gli affreschi del cosiddetto Buon Governo di Lorenzetti a Siena?”. Ha continuato così a descrivere le origini dell’opera e le sue caratteristiche, soffermandosi sulle allegorie in essi rappresentate: giustizia, concordia, bene comune, tirannide. “Ho scoperto, grazie anche al giudice Grossi, che per l’uomo medievale, non esiste differenza tra bene comune e comune”.
È stata una lettura moderna quella che ci ha portato a distinguere le due cose, “per l’uomo del medioevo, il valore coincide con la forma, per l’uomo moderno, i valori sono astratti e vanno calati nelle istituzioni”. Il cattivo governo si realizza quando l’uomo vive per il bene proprio. “Il bene proprio coincide con l’individualismo: è quanto ha fatto osservare don Julián Carrón, all’ultima assemblea nazionale della CdO” ha aggiunto Mariella Carlotti. Da ultimo ha raccontato come nasce la conclusione del libro: “In quale parte di me nasce l’interesse per il bene comune?” Da questo la storia del ritrovamento di una particolare preghiera. “Ho capito che la bellezza della città che il governo di Siena ha realizzato, ha la sua radice in uomini che nascondevano il dialogo con Dio (la preghiera) in quello che facevano. Credo che da uomini così sia nato anche il Meeting e la CdO”.
Il giudice Grossi è intervenuto esprimendo gratitudine e individuando il pregio della pubblicazione, “storia di una civiltà, qualcosa di unico”, che descrive un’intera società coinvolta su tutti i piani del vivere civile e religioso: “È una città coinvolta e percorsa anche da un grande e preciso senso del sacro”. L’intervento del giudice ha poi portato l’uditorio alla riflessione sulla “onticità del diritto”, “iscritto nel cuore dall’uomo dalla sapienza di Dio e coerente con la natura delle cose”. Ha poi spiegato l’evoluzione della norma come comando, volontà impositiva avvenuta in epoca moderna, in antitesi alla rationis ordinatio di San Tommaso d’Aquino. “Il Costituto senese è la lettura di una comunità coinvolta in quell’opera di salvezza che è il diritto”.
Da ultimo è intervenuto il ministro Calderoli che ha espresso innanzitutto apprezzamento sia per il libro di Carlotti, sia per la relazione del giudice Grossi. Le argomentazioni gli hanno dato spunto per riflettere a “ruota libera” sulle questioni calde della politica d’oggi: federalismo, semplificazione normativa, risanamento della sanità. “Non posso non denunciare un livello così basso di politica, non definire incomprensibile e stucchevole questa forma di cannibalismo del tutti contro tutti”. Ha sottolineato che l’occasione gli ha permesso di osservare il passato per compiere un salto in avanti: “Porterò ai miei colleghi una copia di questo libro. È una responsabilità, oggi, prendere le distanze da certa politica da telenovelas e mettere al centro il bene comune”.
(G.F.I., G.L.)
Rimini, 27 agosto 2010