È veramente grande il numero dei libri pubblicati da Joseph Ratzinger come sacerdote tedesco, cardinale di Santa Romana Chiesa e ora pontefice con il nome di Benedetto XVI.
In questi giorni esordisce il primo volume in italiano della sua Opera Omnia, che viene presentata in anteprima proprio in occasione della giornata inaugurale del XXXI Meeting per l’amicizia tra i popoli. Tra il pubblico, e questa è la prima notizia, è presente in sala il cardinale Adrianus Johannes Simonis, già primate di Olanda, un grande amico del Meeting (lo si vedeva sfrecciare in bicicletta, qualche anno fa, quando era più giovane, per le vie di Rimini). Introduce Alberto Savorana, portavoce di Comunione e Liberazione.
Savorana esprime gratitudine ed entusiasmo per questa opportunità offerta al Meeting da don Giuseppe Costa, direttore della Libreria editrice vaticana. Il portavoce di Cl ricorda inoltre un brano del testo inviato al Meeting del 2002 dall’allora cardinale Ratzinger che non aveva potuto essere presente di persona.
“La bellezza ferisce, ma proprio così essa richiama l’uomo al suo Destino ultimo”, aveva scritto e ricordava una leggenda sulla conversione della Russia avvenuta quando, dopo aver ascoltato le parole dell’Islam e dell’Ebraismo, alcuni inviati del re tornarono da Costantinopoli dove avevano assistito a una liturgia: la bellezza di quel gesto li aveva convinti della verità del Cristianesimo. La liturgia, riferirono, è il gesto con cui Dio abita tra gli uomini ed è celebrata per Dio e non per gli spettatori.
Don Costa in un breve intervento parla del suo mestiere di editore: “Per me è un compito da svolgere”, ma questo compito è un dono di Dio, così come un dono per tutti gli uomini, non solo per i cristiani, è lo stesso papa Benedetto XVI. “Tra poco uscirà il secondo volume del Gesù di Nazareth e il secondo volume sui padri della Chiesa”, annuncia, che riprende varie catechesi del mercoledì.
Il fulcro della presentazione è dato dall’intervento di monsignor Gerhard Ludwig Müller, vescovo di Ratisbona. Con un testo di otto pagine, che ha letto in italiano, il vescovo traccia le linee dell’attività scientifica di teologo di Joseph Ratzinger e parla diffusamente delle sue pubblicazioni. Ricorda le sue visite al fratello Georg, le visite alle tombe dei genitori e della sorella e anche la sua lectio magistralis di Ratisbona del 2006 in cui sottolineava l’intima connessione tra fede e ragione, segnando così “un momento magico” nella storia universitaria non solo tedesca.
Così Ratisbona e il suo vescovo sono diventati il luogo per la raccolta di tutti gli scritti del papa e la loro pubblicazione. “Per espresso desiderio del Santo Padre la raccolta degli scritti viene pubblicata con il nome dell’autore Joseph Ratzinger”, dice il vescovo Müller, per differenziare la sua attività scientifica da quella pastorale come vescovo di Roma.
Nella relazione del vescovo c’è spazio anche per l’esperienza personale causata dall’approccio agli scritti di Ratzinger. “Già da studente universitario mi ero dedicato ad una lettura approfondita dei suoi trattati teologici – spiega – restando particolarmente colpito e durevolmente impressionato dalla sua Introduzione al Cristianesimo, che nella burrascosa epoca delle rivolte studentesche e del generale disorientamento teologico offriva una chiave sicura per accostarsi al profondo mistero della rivelazione cristiana”.
Con precisione teutonica monsignor Müller elenca tutti e sedici i tomi con il titolo e il contenuto, che riguarda scritti editi e inediti e chiude il suo intervento affermando che Benedetto XVI non solo è un grande papa per la Chiesa di oggi, ma è uno studioso che influirà sul mondo di domani.
Roberto Fontolan, direttore del Centro internazionale di Comunione e Liberazione, racconta, a una platea attenta e pronta all’applauso, le sue impressioni di lettore non specializzato del libro. “La prima reazione è la sorpresa. – svela – È un libro che si può leggere dalla prima pagina all’ultima, per argomento, per parti: è sempre una sorpresa. E la chiarezza del linguaggio del papa rende accessibile a tutti anche i concetti più difficili della teologia.
La lettura è un piacere che fa compagnia. E dopo averlo letto la partecipazione alla liturgia è qualcosa di diverso, diventa il centro della vita”. Fontolan prosegue affermando che il volume consente di comprendere come la liturgia renda realmente contemporanea la Pasqua, diversamente da tutte le feste rituali delle altre religioni: “È Cristo che dialoga oggi con il cuore umano”. Joseph Ratzinger, nei suoi scritti insegna che la liturgia parte da “sacramenti della creazione” e che inizia da gesti umani come la nascita, la morte, il mangiare, il sesso. “Con la liturgia l’uomo può incontrare Dio in modo umano e questo modo umano si chiama Gesù Cristo, Dio incarnato”.
Fontolan rileva nel libro anche aspre critiche del teologo e liturgista Joseph Ratzinger al modo con cui la liturgia viene talvolta celebrata, cominciando dall’architettura delle chiese, per proseguire con la disposizione del sacerdote durante il rito, fino ai gesti del celebrante, che rischia di diventare lui stesso il centro dell’attenzione, ai canti e in generale all’arbitrarietà con cui sono svolti i riti. “Spesso poi – osserva – il fedele cattolico rimane estraneo alle celebrazioni, mentre dovrebbe sentirsi a casa in ogni parte del mondo”.
Fontolan ricorda al proposito che l’anno scorso proprio al Meeting l’ex primo ministro inglese Tony Blair raccontava la sua gioia nel sentirsi a casa propria quando partecipava a Messe celebrate in vari angoli del mondo. “C’è molto da fare – nota infine il relatore – per l’educazione alla liturgia per laici e sacerdoti”. “La liturgia è il luogo dell’attesa della venuta del Signore”, ha concluso Savorana.
(A.B.)
Rimini, 22 agosto 2010