“Sindaco senza frontiere. Fatti e idee per un condominio globale”: è il titolo del nuovo libro dell’ex-sindaco di Milano Gabriele Albertini, ora deputato al Parlamento europeo. Per l’improvvisa defezione di Luigi Amicone, direttore di Tempi, la presentazione del libro è stata introdotta da Mario Mauro, vicepresidente del Parlamento europeo. Il volume presentato è il seguito di un libro edito nel 2006 intitolato “Nella stanza del sindaco”.
Ricordando una delle operazioni di maggior rilievo del suo operato da sindaco della città di Milano Albertini dice: “I gemellaggi sono spesso soltanto una definizione, sono rapporti formali. Noi abbiamo cercato di costruire una dimensione fattuale negli scenari internazionali”. Elenca vari aneddoti che narrano di un Albertini che lungo il suo mandato ha intrecciato legami con i potenti della terra: Clinton, Abu Mazen che parlavano di Milano come uno dei punti nevralgici dell’economia internazionale. “Anche la vittoria dell’Expo è stata preparata da questi nessi con le altre esperienze del mondo”.
Mario Mauro prende la parola leggendo alcune righe del libro che trattano del trasporto in Afghanistan di quaranta autobus regalati dalla città di Milano. Dopo questo assaggio editoriale Albertini si improvvisa moderatore dello stesso incontro di cui è relatore e chiede domande dal pubblico che si rivela interessato ad interrogare il politico. “La guida di una città è una responsabilità straordinaria e l’esserne sindaco è il ruolo più gratificante e difficile che ci sia”. A domanda poi risponde che è esatto dire che a volte la politica nasconde le individualità. “È un rischio da cui mi sono riparato cercando di avere sempre rapporti personali perché ‘Non ti sarà chiesto perché non sei stato Mosè ma perché non sei stato te stesso’: questo cerco nel rapporto con gli altri”.
Mario Mauro simpaticamente ricorda la risposta che Andreotti una volta diede alla domanda: qual è la cosa più difficile in politica? “Disse: sopravvivere all’invidia. Tanti auguri Albertini!”.