Tre libri, ha sottolineato Camillo Fornasieri introducendo i loro autori, unificati da un approccio alla vita come custodia e accompagnamento dal suo sorgere.
Il primo (ed. Cantagalli) raccoglie le interviste sull’argomento fatte a Gilbert Keith Chesterton, che unico all’epoca rivolse, ha sottolineato nel suo intervento l’onorevole Luca Volontè, (che ha dato impulso con l’associazione dei Chestertoniani italiani a questa pubblicazione), la sua critica acuta e veemente all’eugenetica, dottrina vista quasi come una sorta di classificazione artificiale della vita. “Una posizione – ha rimarcato Volontè – assai vicina a molte di oggi, come avvenuto con il dibattito intorno alla sentenza che ha riguardato Eluana Englaro. Si cercava di definire una persona come tale in base alla possibilità di vivere in modo più o meno adatto al contesto sociale”. “Una finta benevolenza o pietà – scriveva Chesterton – che è come porsi al posto di Dio”.
“Gli eugenetisti – ha aggiunto Alison Milbank, docente associata della ‘School of Humanities’ di Nottingham – hanno cercato di eliminare dalla società le persone ‘difettose’. La nostra società pronuncia gli stessi giudizi eugenetici. Chi può giudicare una vita felice? Il genere umano, ricordava Chesterton, è appunto un genere e non può essere misurato nei vari livelli. Non si può essere più o meno umani. L’eugenetica, che venne definita da Chesterton “la chiesa ufficiale del dubbio”, vede la persona come un progetto da pianificare, da contrattare e ottimizzare”.
Si è quindi passati all’argomento trattato da Aldo Mazzoni in “Staminali. Possibilità terapeutiche e rapporti fra scienza ed etica” (ed. Esd), presentato da Andrea Porcarelli, direttore scientifico del Portale di Bioetica e docente di Pedagogia generale e Sociale all’Università di Padova. “La motivazione principale di questa ricerca non era solo esprimere una valutazione ‘tecnica’ su alcune questioni teoricamente significative, ma soprattutto aiutare le persone che vorrebbero capire meglio i temi al centro del dibattito bioetico a formarsi una capacità di ‘giudizio’, inteso in senso alto e nobile”.
È toccato infine a Carlo Valerio Bellieni, docente di Terapia neonatale alla Scuola di specializzazione di Pediatria dell’Università di Siena presentare il suo “Una gravidanza ecologica. L’ambiente ideale per chi vuole diventare mamma e per il bambino non ancora nato”. “Tra le molte riflessioni possibili – ha posto in evidenza Assuntina Morresi, docente di Chimica fisica dell’Università di Perugia – vorrei sottolineare ciò che potremmo riassumere nello slogan ‘riprendiamoci la maternità’. Non più come un trofeo da esibire – a volte i pancioni sono esibiti e mostrati come una conquista, una vittoria – ma come quanto di più bello possa accadere nella vita di una donna”.
(M.T.)