La crisi americana dei mutui, i suoi riflessi mondiali, il confronto tra sistemi finanziari americano e ed europei nella disciplina delle attività finanziarie, sono stati al centro degli interventi di autorevoli esperti, con il coordinamento di Giorgio Vittadini presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, nell’incontro tenutosi alle 15 in sala Neri in collaborazione con Unioncamere.
È intervenuta per prima Anne Krueger, Professor of International Economics SAIS alla John Hopkins Universiy, sul tema delle interrelazioni tra le variabili dell’economia finanziaria (i soggetti e prodotti della finanza) e dell’economia reale (la varietà delle attività produttive). “Il nesso tra le due economie è indubbio – ha rimarcato – poiché il mercato finanziario orienta le proprie risorse sempre verso le attività profittevoli. La crisi dei mutui ha perciò rallentato l’economia reale, anche se non si può parlare di recessione, che – ha sottolineato – si avrebbe nel caso di una riduzione del pil per due trimestri consecutivi. Le conseguenze della crisi finanziaria e immobiliare sono state peraltro contenute dall’aumento delle esportazioni. Occorre comprendere dove si è sbagliato prima di adottare riforme o iniziative di cambiamento del sistema”. La relatrice ha comunque riconosciuto il grave errore delle banche per aver concesso mutui con eccessiva facilità.
Circa le misure correttive per il futuro, l’esperta statunitense ha auspicato una maggior trasparenza delle attività bancarie ma anche un’“educazione” dei cittadini affinché siano resi consapevoli delle condizioni e dei rischi connessi alla contrazione di un mutuo. Non ha fatto previsioni circa l’evoluzione dell’economia mondiale a breve termine, osservando tuttavia che “la crescita continuerà, salvo emergenze geopolitiche eccezionali, ma in misura più lenta che nello scorso quadriennio e con una certa pesantezza per i paesi più deboli”. In quest’ottica ha anche accennato ai rischi per le loro economie delle recenti tensioni sui prezzi di beni essenziali come l’acqua, le risorse alimentari o quelle energetiche.
Per Massimo Giannini, vicedirettore di Repubblica, la crisi dei mutui negli Usa e lo scoppio della bolla finanziaria (“l’incendio della carta”, come l’ha definita) apre ad un cambiamento epocale: “Il sistema capitalistico statunitense, che pur ha procurato condizioni economiche migliori in varie parti del mondo, è stato messo in crisi nelle sue espressioni più arrembanti”. Circa la discussione apertasi anche in Italia sulla cosiddetta economia sociale di mercato, quale possibile nuovo sistema a fronte dei limiti manifestati dal mercatismo, ha rimarcato che “ogni nuovo sistema dovrà comunque essere soggetto a regole precise e adeguati controlli dell’autorità monetaria europea o delle Banche centrali dei singoli paesi”.
Corrado Passera, ceo di Intesa SanPaolo, ha osservato che in Italia la grave crisi americana dei mutui non si sarebbe proprio potuta verificare: il sistema vigente dei controlli avrebbe impedito alle nostre banche di abbandonarsi a facili erogazioni di mutui, contravvenendo a regole elementari per una sana attività finanziaria. “Tuttavia – ha aggiunto – le banche centrali dei paesi europei oltre a controllare inflazione e bilanci pubblici e ad agire sui tassi di interesse devono dedicarsi anche a curare la crescita economica, dalla quale soltanto possono venire le risorse per soddisfare i bisogni”. Quale esempio concreto di costruttiva interazione tra economia finanziaria e reale, Passera ha additato l’istituzione di Banca Prossima, recentemente promossa da Intesa SanPaolo in risposta specifica alle esigenze del mondo del non profit, settore anche imprenditorialmente consistente nel panorama economico italiano.
(M.B.)