154. Caffè letterario: verso un nuvo mondo

Press Meeting

“Uno dei testi più belli tra le mie letture giuridiche”. Secondo Marta Cartabia, “Verso un mondo nuovo” di Mary Ann Glendon “non è appena un testo di storia del diritto, ma un’opera che ci fa scoprire cosa c’è all’origine della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo”.
Insieme alla Cartabia, docente di Diritto costituzionale all’Università di Milano Bicocca, intervengono Giuseppe Verde, preside della facoltà di Giurisprudenza all’Università di Palermo e l’autrice del libro, docente ad Harvard ed ex ambasciatrice Usa presso la Santa Sede.
Quello descritto è un clima di grandi divisioni, tra la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda. La dichiarazione è il frutto “dell’incontro tra grandi personalità, molto lontane tra loro, che però fanno prevalere ciò che le unisce su ciò che le divide”. Tra queste emerge la straordinaria figura di Eleanor Roosevelt, che le ‘costringe’ a uscire dai propri pregiudizi e a confrontarsi.
Sulla stessa lunghezza d’onda Giuseppe Verde, che giudica “molto attuale” il testo della Glendon, perché anticipa l’importanza di concetti come dialogo e universalità.
“Ho scritto questo libro – afferma l’autrice – perché non c’era letteratura su questo tema”. “La Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo è il frutto di un’intensa collaborazione tra persone molto diverse, tutte della stessa levatura della Roosevelt. Immaginate attorno a un tavolo diciotto persone, tra cui quattro sovietici, ostili in tutto agli Stati Uniti, rappresentanti dei paesi asiatici, del Medio Oriente, della Cina e di parte dell’Africa. Possiamo affermare che si tratta di uno dei primi esempi di multiculturalità”. In tutto questo a prevalere furono, incredibilmente, i principi del pensiero sociale cattolico. Com’è possibile? Soprattutto grazie al lavoro intenso delle numerose nazioni dell’America Latina.

(Al.C.)
Rimini, 28 agosto 2009