151. Padre Pio, la sua voce, la sua storia

Press Meeting

La sala A4 ha ospitato l’originale presentazione dell’audiolibro di Filippo Anastasi, vice direttore e responsabile Informazione Religiosa Gr Rai, sulla biografia di Padre Pio. L’opera è pubblicata a cura delle edizioni Paoline Padre Pio di Pietrelcina. Ha coordinato l’incontro Roberto Fontolan, direttore del Centro internazionale di Comunione e Liberazione, mentre Luciano Liotti, teologo cappuccino della rivista Studi su Padre Pio, ha rievocato le più importanti tappe della guida spirituale ricevuta dal frate.
Sono stati presentati sei audiofilmati, con le voci di testimoni che sono stati avvicinati alla Chiesa grazie all’opera di Padre Pio. In particolare è stata molto apprezzata la quarta traccia, con la voce del giornalista Giovanni Sanguinetti, che poco prima di conoscere padre Pio era redattore ateo della testata giornalistica “L’Avanti”. “Ricordo che stavo passeggiando una sera in bici fra i campi di Pietrelcina. Avevo sentito parlare di questo frate, ma non ero credente e non mi ero mai avvicinato alla Chiesa. Improvvisamente iniziai a sentire un profumo, ne parlai con un amico che lo conosceva e mi disse di andare da padre Pio in convento. Appena mi vide, mi disse: “Ce ne hai messo di tempo a venire qui” e mi raccontò molte cose della mia vita, come se mi conoscesse da molto tempo. Nel giro di qualche giorno lasciai la testata per la quale lavoravo e iniziai a lavorare nella sua clinica, e rimasi lì fino praticamente ad oggi”.
Filippo Anastasi ha inoltre ricordato le visite di Aldo Moro, l’amicizia con Karol Wojtyla e ha inoltre presentato una traccia audiovisiva con la voce originale di Padre Pio, che diceva scherzosamente all’amico presidente Mario Segni: “Cosa vuoi, ognuno fa il buffone nel posto in cui è destinato, così è anche per voi politici”, e risero insieme. Esisteva una grande amicizia fra lui, Segni e Moro, vi fu anche un duraturo carteggio.
Luciano Liotti ha ricordato come la sua vita spirituale sia stata guidata per intero da padre Pio: “Poco prima della guerra, mio padre era ufficiale dell’esercito. Conosceva padre Pio da molto tempo; egli un giorno lo redarguì, dicendogli che doveva lasciare la vita militare e laurearsi in medicina. Mio padre era stato destinato al fronte greco-albanese, doveva partire, ma misteriosamente non venne chiamato; ritornò quindi a San Giovanni Rotondo, dove padre Pio lo sgridò di nuovo, dicendogli: “Tu non devi essere qui da me, devi andare all’Università”; nel giro di qualche anno concluse gli studi e divenne direttore della clinica di padre Pio. Io crebbi nella fede, capii quasi subito che dovevo diventare frate e che la mia guida doveva essere colui che aveva cambiato così profondamente la vita di mio padre. Non tutti sanno che padre Pio aveva non quattro, ma cinque piaghe: la più dolorosa era quella della spalla, che ricordava la croce portata da Gesù. Noi frati ce ne accorgemmo quando trovammo più volte le sue camicie insanguinate. Lo confidò a Karol Wojtyla, che soffrì insieme a lui”.
“Quando padre Gemelli venne a visitarlo per conto del Papa – ha ricordato Anastasi – sia lui che il frate guardiano si rifiutarono di riceverlo. Padre Gemelli tornò quindi a Roma, riferì al Papa del comportamento dei frati e da allora, per parecchio tempo, la Chiesa manifestò grande scetticismo. Padre Pio mi confidò una volta che però il suo amore per la Chiesa era tanto grande quanto grande era la piaga che essa gli aveva inflitto. Vi fu poi lo scandalo della Banca Vaticana, che gettò ulteriore scredito all’immagine dell’intera congregazione, e che addolorò ancora di più l’animo sofferente del frate.
L’ultimo audiofilmato ha riguardato un miracolo di padre Pio, che con la preghiera salvò una giovane paziente della sua clinica, affetta da un tumore giudicato incurabile. La ragazza, dopo avere sentito un grande profumo, visse in un’esperienza mistica extracorporea, percependo l’immagine del paradiso, e quando si risvegliò era misteriosamente guarita.

(F.P.)
Rimini, 27 agosto 2010