146. La conoscenza della Bibbia è sempre un avvenimento

Press Meeting

“Abbiamo battuto probabilmente il record di durata degli incontri del Meeting”. Con questa nota di cronaca il moderatore Stefano Alberto ha chiuso l’incontro con Joseph H.H. Weiler, professore all’Università di New York e membro dell’Accademia americana delle Arti e delle Scienze. L’incontro, iniziato alle 11.15, nella sala Caffè letterario, si è protratto fino alle 14. Il tema al centro dell’attenzione, “La conoscenza della Bibbia è sempre un avvenimento. Omaggio a don Giussani”, è stato articolato in due lezioni. Il primo percorso aveva come titolo: “Il Serpente di Dio: Adamo, Eva e la libertà umana”.
Stefano Alberto, docente di Introduzione alla teologia alla Cattolica di Milano, dopo aver ricordato che il professor Weiler è un grande amico del Meeting, ha segnalato: “Oggi è con noi non in veste di grande professore di diritto, ma per parlarci, con la sua saggezza e la sua fede, del dramma che si svolge tra la libertà di Dio, l’Onnipotente, e la libertà dell’uomo”.
Dopo aver ricordato il coraggioso interloquire e le proteste di Abramo nei confronti di Dio intenzionato a distruggere Sodoma e Gomorra, Weiler ha concentrato l’attenzione sui primi capitoli della Genesi: il primo comando normativo dato da Dio ad Adamo ed Eva, la trasgressione dei progenitori, la punizione e l’inizio del mondo che conosciamo, segnato dal dolore e dalla morte. Ha proposto quindi una sua articolata interpretazione della vicenda narrata nei primi capitoli della Bibbia, vicenda “profondamente radicata nella cultura occidentale”.
“Si dice nella tradizione ebraica – ha ricordato il relatore – che tutto è nelle mani di Dio, tranne il timore di Dio”. Un grande tema emerso dalla prima lezione è dunque quello della libertà dell’uomo: “Al centro della libertà religiosa – ha affermato Weiler – c’è la possibilità di dire ‘no’ a Dio”. D’altra parte, “una libertà senza limiti non è affatto libertà, ma una schiavitù. Quando Dio dà la sua legge è per suscitare la nostra libertà”.
Un breve intervallo, quindi il professor Weiler ha proposto una seconda lezione (iniziata alle 12.45) sul tema: “Il patriarca Giacobbe e la fede dell’uomo moderno”. Anche questo secondo, suggestivo percorso è stato estremamente articolato, ricco di riferimenti biblici e originale. La domanda centrale è risultata la seguente: “Perché Dio ha scelto Giacobbe, perché ha scelto che fosse Giacobbe, e non Abramo o Isacco, a diventare Israele, che siamo noi: la tradizione giudaico-cristiana?”.
“Abramo è troppo grande – ha risposto Weiler – troppo lontano da noi. È con Giacobbe che dobbiamo identificarci: più volte disonesto, dubbioso, non ha mai dubbi su Dio, ma sempre dubbi su se stesso. Non è una persona orgogliosa, caratterizzata dall’hybris, ma è pieno di sfiducia in se stesso: come posso io, che ho ingannato mio padre e mio fratello, essere il portatore dell’Alleanza?”.
“Non so bene cosa è successo in queste tre ore, abbiamo tutto un anno per ripensarci – ha concluso Stefano Alberto -. Sicuramente è successa una cosa grande – ha aggiunto il moderatore – che la Bibbia è diventata ciò che è: una parola viva”.

(V.C.)
Rimini, 28 agosto 2009