“Il microcredito è un settore che sta diventando sempre più rilevante, tant’è che le testate economiche nazionali gli stanno dedicando abbastanza spazio” . Antonio Quaglio, caporedattore de Il Sole 24 Ore e responsabile Plus24 ha introdotto l’incontro sul microcredito in cui sono intervenuti Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo e dell’Acri, l’associazione che raggruppa le casse di risparmio italiane, Luca Remmert, vicepresidente della Compagnia di San Paolo, Maria Ida Germontani e Savino Pezzotta, membri della Commissione attività produttiva, commercio e turismo della Camera dei deputati, Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana, e Luigi Casero, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle finanze.
Giuseppe Guzzetti ha ricordato che il microcredito è stato il tentativo di risposta a bisogni che non trovavano risposta all’interno del panorama finanziario tradizionale. Dagli anni Settanta poi è cresciuto, diventando un’attività economica di grande interesse e impatto sociale. “Le fondazioni – ha continuato il presidente – si sono mosse su questo terreno incrementando le dotazioni finanziarie dei soggetti che fanno microcredito e sviluppando le iniziative nel settore anche verso i paesi sottosviluppati, per aiutarli a diventare artefici del loro sviluppo”. Le stesse fondazioni svolgono un ruolo di supplenza anche minimale rispetto al welfare statale. Da questo punto di vista il relatore ha chiesto al ministro Tremonti di collocare i soggetti non profit e le fondazioni in una disciplina fiscale premiale in relazione all’impatto sociale, spesso sostitutivo rispetto allo stato.
Dal suo osservatorio sulle attività produttive, Maria Ida Germontani ha affermato che “il microcredito ha permesso che la crisi finanziaria non peggiorasse ulteriormente le situazioni di molti poveri ed attuato un processo di ‘rendere bancabile il non bancabile’: una funzione produttiva e di accompagnamento alla crescita e all’inclusione sociale”. “Va ricordato – ha osservato la parlamentare – che l’Italia ha uno dei maggiori tassi di esclusione finanziaria dell’Occidente, il 25 per cento secondo l’ultimo rapporto della Banca mondiale e, ad oggi, il microcredito raggiunge appena ottomila nostri connazionali. Il 14,1 per cento delle famiglie italiane non è titolare di nessuna attività finanziaria (compreso il conto corrente postale o bancario) e 18 milioni di cittadini risultano esclusi dal credito bancario”. Da questi dati – ha continuato Germontani – si evince che è necessario regolamentare il settore per dare maggior impulso al microcredito e limitare fenomeni devianti dello stesso”. Il governo a luglio ha rivisto nella Commissione finanze e tesoro del Senato la direttiva sul credito al consumo, che costituisce l’occasione per realizzare una serie di modifiche legislative al testo unico in materia bancaria e creditizia “ed è stata inserita esplicitamente – è la notizia – la possibilità delle associazioni non profit di concedere crediti finalizzati alla formazione universitaria e professionale, cosiddetto prestito d’onore”.
Di “struttura triangolare del microcredito” ha parlato Luca Remmert, con protagonisti gli enti intermedi (non profit), le banche e le fondazioni; queste ultime intervengono con fondi di garanzia per aumentare la dotazione al microcredito e svolgono un’opera di tutoraggio degli enti intermedi. C’è una frase della presentazione del Meeting 2010 che spiega in perfetta sintesi le ragioni di quest’opera di sostegno: “Nella realtà di oggi è innanzitutto necessario partire dall’umanità di ogni persona, facendo dei bisogni e dei desideri degli uomini l’anima delle scelte grandi e di quelle quotidiane”.
Monsignor Nozza ha parlato del motivo per cui la Caritas si è impegnata molto sul microcredito. Nella Deus caritas est il Papa ci ricorda la parabola del buon samaritano, che raccomanda di farsi prossimo a chi è nel bisogno: “lo strumento del microcredito serve a rispondere a questo bisogno”. “Esso inoltre – ha continuato il relatore – risponde ad un diritto elementare dell’uomo, certamente correlato ad un dovere, che è quello di ottenere credito. È uno strumento che responsabilizza la persona. In questo settore il gioco di squadra di tutti i diversi soggetti (fondazioni, banche, non profit) aumenta l’efficacia rispetto a quello che ciascuno può far da solo”.
A questo punto dell’incontro c’è stata la testimonianza di Aida Benamara, commerciante tunisina di 35 anni che ha ottenuto ventimila euro grazie al microcredito e alla Fondazione Risorsa Donna: denaro che non riusciva ad ottenere dal sistema bancario tradizionale e che le ha consentito di subentrare nella gestione dell’officina di autoricambi nella quale era impiegata.
Savino Pezzotta ha affermato di trovarsi finalmente in un posto, il Meeting, dove si parla di cose concrete, perché “dove esiste un tale dialogo si trovano anche soluzioni comuni ai problemi, al contrario della politica”. “Questa crisi non ci lascerà come prima – ha proseguito il relatore – la crisi ha modificato la struttura del lavoro del nostro paese. Non basta solo un patto sociale, occorre un patto istituzionale per superare la crisi e fare le riforme che necessitano”. Inoltre il parlamentare ha parlato del dramma della disoccupazione giovanile che in Italia raggiunge il 29 per cento, “di fronte al quale chi fa politica deve assumersi la propria responsabilità”.
È toccato al sottosegretario tirare le fila dell’incontro. Casero ha detto che condivide il giudizio sulla politica “che deve tornare a parlare dei temi veri”. “La crisi ci ha fatto capire che il microcredito è importante per lo sviluppo complessivo del paese – ha affermato – dobbiamo migliorare gli strumenti finanziari a disposizione anche per le piccole e medie imprese”. Secondo il relatore, le fondazioni sono state nel nostro paese estremamente importanti per la loro valenza economica e sociale: significativo il caso dell’housing sociale. Conclusione: “In un paese come il nostro in cui la famiglia rimane la struttura dello sviluppo economico e sociale, dobbiamo ridurre la presenza dello stato a favore del terzo settore”.
(A.S.)
Rimini, 27 agosto 2010