“Storie d’amore e d’amicizia, di un cuore che riparte dopo l’incontro con qualcosa di eccezionale”. Si potrebbe sintetizzare così quello che stamattina è accaduto in Sala A4 alla presentazione dell’ultima fatica del cantautore napoletano Alfredo Minucci. Che si trattasse di un incontro fuori dal comune è stato chiaro fin dall’inizio, assistendo ai saluti e agli abbracci tra coloro che aspettavano impazienti l’apertura della sala.
Anche Walter Gatti, giornalista e scrittore, l’ha sottolineato nell’introdurre la presentazione dichiarando che “pochi in Italia possono raccontare, come fa Minucci, il ripartire del cuore in una città in cui la luna sembra spenta”.
L’artista del rione Sanità è già noto al popolo del Meeting per avere dato vita alla festa finale della passata edizione. “Siamo qui – ha proseguito Gatti – per raccontare il cammino compiuto da Minucci in questi anni” la cui sintesi è stata espressa con “Jamme a vedè” in apertura. “Poi è successo qualcosa di nuovo anche dal punto di vista musicale” ha continuato Gatti, il nuovo cd che racconta appunto di un cammino che Alfredo tiene a precisare di voler condividere con gli amici del rione Sanità, grazie ai quali è restato in una città come Napoli, da cui aveva deciso di scappare abbandonando anche la musica.
Il pubblico in sala accompagna coinvolgendosi “’O blue’s e Salvatore”, che racconta del figlio di Dio visto a Mergellina, a Marechiaro o nella metropolitana di Napoli, e che vuole esprimere, dice lo stesso Minucci “la consapevolezza che Cristo è entrato nella mia vita”. Così accade anche per “Senza tiempo” in cui si racconta “un grande amore, una grande amicizia che è vera – osserva Minucci – perché porta con sé la promessa che non finirà mai”.
Gatti si sofferma poi sul fatto che nelle canzoni del cantautore napoletano c’è “una costante nelle canzoni che è quella di guardare” ed Alfredo parte con “Si ‘o munno facesse accussì” che parla degli occhi degli amici che fanno vedere Dio e fanno desiderare che “questo sguardo sia per tutti”, seguita da “Marì” una canzone d’amore dedicata alla Madonna, fino a “Ce staje Tu”, consapevolezza “di essere accompagnati sempre da una presenza più grande”.
Minucci, accompagnato da Paola Mazzara (vocalist), Vito Barbato (pianista), Roberto Putrella e Maurizio Cercone (chitarra) e da Gaetano Greco (percussioni) ha eseguito infine “ ’O pate” di Nino D’Angelo e “Cammenanne”.
(G.F.I.)
Rimini, 27 agosto 2010