“Giussani ci esortava sempre a non perdere il gusto della vita” inizia l’incontro tenutosi nella Sala Tiglio della Fiera di Rimini, dal titolo “Storia di cibo e di bellezza”. Le parole sono del giornalista Marco Gatti, coordinatore dell’incontro che ha visto sedere alla stessa tavola il presidente di Opera Edimar Mario Dupuis, lo scrittore e giornalista Camillo Langone e il presidente del Club di Papillon e giornalista Paolo Massobrio.
“Si crede che il cristianesimo sia la religione del pauperismo. Non è vero, è anche quella del lussuosismo”. Langone si scaglia contro la comune idea che per essere felici occorra privarsi delle gioie della vita come il buon cibo e il buon vino. Citando Stendhal, il giornalista de Il Foglio sostiene che la felicità sia presentita proprio nella bellezza. E la bellezza è accessibile a tutti: costa più tempo che soldi, come il pane fatto in casa. Il giornalista ha criticato la ristorazione e il turismo del nostro Paese che sembrano trascurare la qualità dei loro servizi: “Usano materie prime scarse e gli ambienti sono brutti esteticamente”. Con la conseguenza di costringere i consumatori a chiudersi in casa, procurandosi privatamente tutto l’occorrente per una cena coi fiocchi. “La bellezza però non è piena se non la si condivide”, conclude Langone, richiamandosi al concetto di comunione.
Il secondo relatore è il presidente di Ca’ Edimar di Padova, opera orientata all’accoglienza e alla formazione di giovani in difficoltà. Dal 2001 sono attive una scuola di cucina e di panificazione, nate dalla passione di alcuni ragazzi della Ca’. A Padova i ragazzi accolti riscoprono la bellezza di lavorare in modo nuovo e affascinante, “tramite l’incontro con qualcuno che ti fa aprire gli occhi”. E così i ragazzi hanno vinto anche dei premi: il Piatto Argento dell’Accademia Italiana della Cucina e il premio per il miglior Primo Piatto al Festival Regionale delle scuole di ristorazione. Dupuis sostiene che queste vittorie sono il frutto di un nuovo modo di impegnarsi con la realtà, di un nuovo gusto della vita nato tra i fornelli e sostenuto dall’incontro con persone che sfidano a non accontentarsi di risultati mediocri. “Cucinare è creare, e creare è scoprire se stessi”, spiega il relatore padovano. Così cucinare diventa l’occasione per scoprire se stessi e la realtà poiché “il vero dramma è la perdita del gusto di vivere perché si è smarrito lo scopo”, afferma Dupuis.
Massobrio conclude l’incontro sfatando il pregiudizio secondo cui il cristianesimo ammazzerebbe il gusto. “L’esperienza cattolica non censura nulla, ti fa incontrare le cose buone”. Ricordando Giussani, spiega come il significato della vita passi anche da quell’interesse, condiviso con gli amici, per il buon cibo e il buon vino. “Noi del Club di Papillon siamo insieme per capire cosa c’è in fondo alla nostra passione per il gusto”. Lontano dall’essere degli edonisti in cerca di facili piaceri, Massobrio afferma che “il problema è che tutto porti all’Origine”. Parla poi della quarta recente edizione di “Adesso”, libro della “famiglia” di Papillon in cui si condividono ricette, consigli, si presentano i santi del giorno e si suggeriscono semplici regole alimentari per gustare a pieno della bellezza e della bontà della tavola.
(E.M.)
Rimini, 22 agosto 2010