Ultimo appuntamento, alle 22 all’area Edison Piscine Ovest, per l’“isola della musica”. Questa sera sul palco il Collettivo Mazzulata, una band di nove elementi il cui nome significa “bastonata”. Ed in effetti la loro musica ha assestato parecchi colpi alla folla che riempiva l’area Piscine Ovest Edison. La band varesina, che si definisce appartenente ai neonati generi Ratafolk e Filast-rock, parte dal folk, anche quello arcinoto della tradizione italiana. Ma esso fa solo da pretesto per una travolgente miscela di funk, hip-hop, rock ed ogni sorta di generi.
La rutilante sequenza è affidata alle voci di Alice Rossi e Sarah Tisba, alle percussioni di Freya Nichisolo e alla batteria di Gio Rossi, al basso elettrico di Fulvio Brambilla e alla fisarmonica di Massimo Testa, integrate dai fantasisti Emiliano Romano al sax e (applauditissimo) Carlo Grazioli alla chitarra.
Così si parte da Madama Dorè e passando per Sciuri Sciuri e Marianna la va in campagna si tocca la romanza di Lotti “Pur dicesti” e si perviene alla Anninnora sarda e alla napoletana Tammurriata nera. Ma c’è appena il tempo di riconoscere le parole, perché il pubblico viene inglobato in libere reinterpretazioni e da numerose citazioni stilistiche (Area, country & western, blues) e letterali (Mas que nada, Hei Jude, Rowhide).
Il canto scout Terra di betulla viene presentato come ninna-nanna, riflettendo l’esperienza personale della giovane cantante che se la sentiva cantare da piccola, e si vira immediatamente sulle scatenate Vola vola e Alla fiera di Mastr’Andrè. I Beatles ritornano (Day tripper) in un azzeccato jam strumentale che si fonde col Marcondirondero del noto castello.
Particolarmente divertente Quel mazzolin di fiori, sceneggiata nello stile della commedia popolare, in cui assistiamo alla esilarante resa dei conti, a posteriori, fra l’innamorata e il bel moretto che era andato dalla Rosina piantandola in asso. Più fedele alla tradizione folk, se pur reinterpretata in chiave elettrica, la sarda Badde luntana mentre il finale esplode con le filastrocche ritmate in tarantella, e inframmezzate da rapide citazioni, della Bella lavanderina, Sciur Parùn e la pizzica tarantina. Brani che smuovono anche i più pigri dalle sedie, tanto che coppie, giravolte e serpentoni riempiono lo spazio aperto e i corridoi laterali delle piscine.
Tutti i salmi finiscono in rock? In queste serate riminesì è stato così, ma la “Mazzulata” che ha concluso lo spazio Muisland è stata capace di divertire in modo originale ed interessante.
(Ant.C.)
Rimini, 26 agosto 2010