“Le canzoni di Claudio accompagnano il viaggio di un’amicizia che ci sospinge al destino”: con queste parole Emilia Guarnieri ha aperto la serata dedicata alle canzoni di Chieffo, eseguite da tanti amici, venuti anche “da quell’altra parte del mare”, come David Horowitz.
Ma, subito – lo si è visto – è stata la serata di Claudio, non soltanto delle sue canzoni; Claudio vivo in quella compagnia che è il suo popolo, la Chiesa, il movimento di Comunione e liberazione, che ha amato come pochi, ricambiato dello stesso affetto, dimostrato ancora da chi gremiva l’arena Alitalia e che cantava con la voce e con il cuore canzoni che sono state, per tanti, non solo di Cl, un aiuto nel cammino verso Cristo.
A suonare con il compositore americano – che aveva incontrato Chieffo proprio al Meeting – altri artisti, come l’“amico storico” di Claudio, Fabrizio Scheda, chitarrista, compagno di tanti concerti in giro per l’Italia, il più giovane Flavio Pioppelli, pianista, che aveva sostituito Fabrizio negli ultimi anni, ed ancora altri come Jack Cavari, Giacomo Grava, Matteo Pippa ed altri ancora, fino all’irrompere sul palco del Coro San Filippo Neri di Forlì per il canto finale. A cantare le canzoni del “babbo”, i figli di Claudio, Martino e Benedetto, insieme a Giovanni Fasani.
È stato ripercorrere un cammino, quello della propria conversione, attraverso canti come “La strada”, “La ballata dell’uomo vecchio”, “La ballata del potere”, “Liberazione numero 2”, “Il fiume e il cavaliere”, “Il monologo di Giuda”; fino a giungere alla poesia di brani come “Canzone di maggio” e “Come la rosa”, la canzone che Claudio cantò a David per presentarsi e che affascinò l’artista americano; al punto da far dire da Horowitz alla moglie: “Voglio lavorare con Claudio. Amo quella canzone. Non so perché, ma voglio lavorare con lui”. E poi “Il dono”, la canzone composta da Claudio proprio per raccontare l’amicizia con il musicista americano, riproposta attraverso un video girato “da quell’altra parte del mare, a New York.
E, ancora, le canzoni dedicate ai figli, che Martino e Benedetto hanno cantato sapendo di potersi tenere ancora stretti alla sua mano “anche se non ci sarà”, come dice la canzone “Martino e l’imperatore”; e le canzoni dedicate a Marta, la moglie, come “La ballata dell’amore vero”. A intervallare il canto, la lettura da parte di Martino di brani tratti da articoli scritti dal padre su “Il timone”, in cui Claudio dice del dono ricevuto e del compito che sapeva essergli assegnato: “Voglio raccontare la poesia di un Dio che ti cambia la vita e la innesta nella bellezza”.
Infine le canzoni dell’attesa, “Amare ancora” e ”La canzone degli occhi e del cuore”: “Tutta la musica è una strada di luce che porta a te amico mio; è come un fiume luminoso che porta al mare di Dio. Come vorrei venire anch’io, come vorrei”. Fino all’incontro definitivo con Dio: “E così, volando, volando, anche un piccolo cuore se ne andava, attraversando il cielo verso il suo Destino”. A chiudere l’incontro una preghiera, “Stella del mattino” – per tutti “l’Ave Maria di Claudio” – accompagnati dal Coro San Filippo Neri di Forlì.
(A.M.)
Rimini, 27 agosto 2009