132. Storie dal mondo. Rassegna di Reportages

Press Meeting

In un’affollatissima sala A4, la proiezione del filmato “Storie dal mondo, rassegna di reportages” ha documentato il dramma di migliaia di vittime del regime nazifascista, ai deportati nei campi di sterminio, le persecuzioni nella Francia sottomessa dai tedeschi e dal governo di Vichy,
“Nei primi anni della seconda guerra mondiale – hanno detto i relatori – lo stato francese di Vichy ebbe un certo riconoscimento dalla comunità nazista e perpetrò crudeli angherie ai danni di coloro che parteggiavano per la costituzione del governo in esilio di De Gaulle, supportato per lo più dalla Gran Bretagna. Almeno inizialmente l’attuazione di molte scelte strategiche impopolari da parte degli inglesi, come l’affondamento la flotta francese dopo l’armistizio del 23 giugno 1940, contribuì a rafforzare in molti francesi l’idea di essere stati abbandonati dai propri alleati.
Significative sono state anche le testimonianze delle vittime delle oppressioni degli ustascia: costituito il Partito unico dello stato indipendente di Croazia (1941), con l’aiuto dei nazionalisti, del regno fascista italiano e la benevolenza della Germania nazista, gli ustascia commisero spaventose atrocità sterminando un milione circa di persone tra serbi, ebrei, zingari e dissidenti politici.
“In particolare dall’8 settembre in poi – ha commentato l’avvocato Marino Bastianini, figlio dell’ambasciatore Giuseppe Bastianini – le persecuzioni perpetrate dal regime divennero particolarmente crudeli. Mio padre venne prima ricercato dal regime fascista, quindi perseguito dal governo di Salò. I filmati e le testimonianze che ho cercato di raccogliere hanno voluto sottolineare la sofferenza di chi ha vissuto quei giorni”.
Nella tremenda tragedia bellica e nei gravi crimini dell’ingiusto regime nazifascista, vi furono, tuttavia, anche belle esperienze di solidarietà ed aiuto, così documentate da Roberto Fontolan e Gian Micalessin: “Cinquanta tra ufficiali e gerarchi dell’Italia fascista hanno salvato più di 50mila ebrei, nascondendoli in case abbandonate, cantine, o sottacendo le loro origini con documentazioni contraffatte o volutamente imprecise. Forse le motivazioni di tale altruismo debbono essere ricercate nel senso di umanità che la Chiesa, con grande difficoltà in quel tragico periodo storico, ha cercato di trasmettere anche a chi si sforzava di esercitare il potere con grande crudeltà”.

(F.P.)
Rimini, 26 agosto 2010