Ha avuto un sapore nuovo quest’anno il tradizionale appuntamento con l’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà, perché ai fatti e alle testimonianze delle scorse edizioni si è aggiunto il confronto con il mondo del non profit. “Qual è la ragione del nostro ritrovarci?” ha chiesto Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, “se non per raccontare che la politica, in un periodo difficile, vuole servire il bene comune attraverso degli atti concreti, quali la presentazione di un disegno di legge sulla stabilizzazione del 5 per mille”.
Il moderatore dell’incontro Emmanuele Forlani, coordinatore dell’Intergruppo, ha affermato che “la riforma del Codice civile è la matrice di tutta la materia del non profit, per cui risulta chiaro che il tema sul quale dibatteranno gli ospiti non è affatto improvvisato”.
Il ministro Alfano, dopo essersi dichiarato soddisfatto per il compiersi di un percorso che lo ha visto partecipe fin dalle origini, ha voluto sottolineare che “l’incontro di oggi ha un valore costitutivo perché c’è la possibilità finalmente di poter siglare una legge sulla sussidiarietà, che riguarda cioè tutto ciò che manda avanti il nostro Paese come si conduce una grande famiglia in cui si può dare il meglio di sé anche senza stipendio, come fanno i volontari qui al Meeting”. Riconoscendo poi il valore che il legislatore diede nel 1942 ad un mondo vasto (associazioni, fondazioni, comitati) che si muovevano in una logica però di riconoscimento e non di libertà, “oggi, constatato che il fermento sociale è più avanti della strumentazione giuridica, vogliamo esaltare ciò che viene dalla società nella logica della sussidiarietà orizzontale, con una legislazione che sciolga lacci e laccioli ed insieme portare avanti qualcosa di utile per il Paese, senza servirsi, ma per servire gli italiani”.
Monica Poletto, presidente di CdO-Opere Sociali, inizialmente titubante sulla possibilità di fare una legge “tutti insieme”, ha dovuto constatare che “questo lavoro di riforma è possibile con l’Integruppo”. Occorre innanzitutto “conoscere e stimare il fenomeno storico vasto e variegato del non profit” e ha posto l’attenzione nel “non mutuare cose che non appartengono alla nostra realtà, come accaduto in passato”, ed anche sul fatto che “il controllo sui fondi destinati agli enti avvenga ex-post così da risultare veramente efficace”.
“Noi siamo qui per aiutarti in questo lavoro di riforma” ha esordito Ugo Sposetti, parlamentare Pd, rivolgendosi al ministro Alfano, “purché la riforma sia semplice, con pochi articoli e che attui la Costituzione, così da non avere inserimenti successivi di alcun tipo”. Considerando poi la situazione italiana ha affermato che “la solidarietà è nella natura del popolo italiano, che in fondo è come Lupi: quando è in difficoltà diventa più forte”.
“Credo e spero che questa volta sia la volta buona” ha esordito Luigi Bobba, parlamentare Pd, che in sostanza, nel suo intervento, ripercorrendo lo sviluppo della vicenda dal punto di vista legislativo ha sottolineato il paradosso di non essere arrivati ancora a definire le norme civilistiche di controllo.
Gabriele Toccafondi del Pdl, dopo aver citato esperienze positive in tema di sussidiarietà (carcere di Padova, Colletta alimentare), ha dichiarato che “l’intento dell’Intergruppo è arrivare al riconoscimento giuridico dei corpi intermedi e che quindi la modifica del titolo I è necessaria al fine di esaltare ciò che esiste e non immaginare ciò che non c’è”.
“Non saremo credibili se non portiamo a casa una legge certa sul 5 per mille, senza andare ad elemosinare più nulla all’ultimo momento prima dell’approvazione della Finanziaria”. Con questa puntualizzazione ha aperto il suo intervento Ermete Realacci, deputato del Pd. Utilizzando poi una metafora calcistica ha dichiarato che “l’Italia è come il brasiliano Garrincha, del quale si faceva fatica a leggere i fondamentali ma che faceva divertire i propri tifosi e faceva impazzire gli avversari”, evidenziando le tantissime esperienze positive nate dal genio di chi in tempi di difficoltà si è rimboccato le maniche ed ha ricominciato.
Il ministro Alfano, cui Forlani ha affidato la conclusione dei lavori, ha sottolineato che “il clima e il senso della discussione è già di per sé una conclusione”. Per poi rassicurare tutti gli intervenuti che “la riforma avrà come scopo quello più libertà e meno Stato, con un testo snello ed il riposizionamento rispetto alla leva fiscale”. Sarà davvero la volta buona?
(G.F.I.)
Rimini, 26 agosto 2010