La visiting professor at the University of Maryland school of nursing, mrs. Suzanne Gordon, è arrivata carica, questa sera nella sala del Tiglio. Ce l’aveva con la tv americana, “maggiore responsabile dell’inquinamento delle menti” dei suoi connazionali, perchè nei telefilm sugli ospedali parlano solo dei medici e non degli infermieri. “E i medici sono perfetti, e sanno tutto e sono perfettamente preparati”. Tanto che lo credeva anche lei, 25 anni fa, quando andò in ospedale per partorire il primo figlio.
Ce l’aveva pure, e di brutto, con il focus a cui aveva assistito poco prima, quello dedicato all’assistenza sanitaria in Italia. C’erano politici, amministratori regionali, presidenti di aziende medico-sanitarie. La docente è “rimasta depressa dagli interventi ascoltati”. “Non hanno detto nulla sugli infermieri – ha protestato – A proposito dell’assistenza domiciliare, non hanno saputo fare altro che parlare di computer, famiglie, medici. Di infermieri mai. Ma se un anziano paziente deve andare in bagno, cosa fa? Ci manda il computer? No, non va. Mi hanno fatto davvero innervosire”. E così se l’è presa pure con i tanti infermieri e studenti che erano al Tiglio: “Dovevate essere lì, ad accerchiare i relatori – ha bacchettato – e dir loro quello che c’è da fare. Occorre spiegarlo alla gente, a costo di prenderla per il bavero. Ci vuole un’azione politica e sociale”.
Quello della comunicazione è stato il leit motiv dell’intervento dell’ospite americana. Perché oggi, a suo dire, nessuno parla degli infermieri, nessuno sa che lavoro svolgono e tutti pensano che gli ospedali si reggano sui medici e che l’assistenza domiciliare la sbrighino famigliari e badanti. “Ma una badante non ha formazione, magari vorrà pure bene al malato ma non capisce quello che vede, non ha professionalità, non sa riconoscere in una macchiolina rossa una futura piaga da decubito”. Perché per curare “non basta avere il cuore buono, occorre un cervello istruito e preparato”.
La priorità è far sapere tutto a tutti. Soprattutto alla gente comune, che “ancora pensa agli infermieri come agli angeli che si sacrificano per i loro pazienti”. Far sapere che quello dell’infermiere è un lavoro duro e impegnativo; che gli infermieri sono pochi; che dovrebbero essere pagati di più (applausi), che tanti smettono prima ancora di andare in pensione.
“In Italia vi dovete occupare di troppi pazienti e molti di voi abbandonano il lavoro (ancora applausi) – ha risposto ad una tirocinante – Questo dipende dal sistema. Dovete dire alla gente e ai politici le vostre necessità, i vostri bisogni. E chiedere ai medici che vi rispettino di più”. E invece? “Invece gli infermieri sono troppo gentili, discreti, bravi e si accontentano della gratitudine dei propri pazienti”.
(D.B.)
Rimini, 27 agosto 2009