125. Infrastrutture: quali investimenti per il futuro?

Press Meeting

“In tempi di crisi ci si deve anche chiedere se è pensabile finanziare grandi opere infrastrutturali e chi lo può fare”. Con questa domanda il direttore di Italiaoggi, Franco Bechis, ha dato il via al dibattito in materia di infrastrutture tra alcuni protagonisti del settore dei trasporti come Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia e Roberto Tazzioli amministratore delegato di Bombardier Transportation Italy spa, cui hanno partecipato anche l’assessore ai trasporti della Lombardia Raffaele Cattaneo e Antonio Tafani, vice presidente della Commissione Europea con delega ai Trasporti.
“Per l’Italia è urgente – ha iniziato Tazzioli – recuperare il ritardo nella dotazione infrastrutturale, soprattutto riguardo a Francia, Germania e Spagna, che hanno da tempo assunto come scelta strategica primaria lo sviluppo delle proprie reti ferroviarie. In Italia, dopo anni di scarsi investimenti è iniziato il potenziamento della rete, ma ora – ha aggiunto – occorre investire anche per adeguare il materiale rotabile. Una governance del settore non può poi trascurare la politica delle tariffe, essenziale per guardare in modo effettivamente imprenditoriale al sistema trasporti”.
Mauro Moretti ha anzitutto voluto chiarire che i confronti con altre nazioni sulla lunghezza delle reti ferroviarie non vanno limitati a dati chilometrici. “Occorre tenere presente – ha spiegato – le differenze di impostazione delle reti stesse, dovute alle rispettive peculiarità geografiche (tipo radiale in Spagna ed invece nord-sud / est-ovest in Italia)”. Ha poi ribadito la necessità di una governance della pianificazione, poiché l’avvio contemporaneo di progetti di opere diverse potrebbe creare esiti negativi per inutili sovrapposizioni e un “groviglio infrastrutturale”.
“Ancor più occorre – secondo Moretti – preferire le infrastrutture per le aree delle nostre grandi città e per i collegamenti tra queste, rispetto a collegamenti di breve tratto tra centri minori perché specialmente oggi non è possibile fare di tutto e di più”: contemporaneamente si dovrà decidere per un numero limitato (una decina) di porti intermodali. L’amministratore di FF.SS. ha infine lamentato gli eccessi che si verificano “quando si addossano al soggetto realizzatore dell’infrastruttura costi totalmente estranei alla sua realizzazione, come nei casi delle opere contestuali di miglioria ambientale o urbana pretese dagli enti locali, perché in questo modo le opere costano troppo”. Ultimo auspicio: una maggiore capacità decisionale da parte degli organi pubblici nelle decisioni sui tracciati controversi, laddove non si riesca ad ottenere il consenso locale.
L’amministratore di Autostrade Castellucci ha sottolineato che “la pianificazione delle infrastrutture necessita di tempi non brevi”. Pertanto – è la conseguenza – non si deve guardare alla realizzazione di grandi opere come rimedio a breve termine per le emergenze di calo della produttività o occupazionali provocate dalla recente crisi”. Per questo è importante l’avvio di un “magazzino progetti” delle opere infrastrutturali, come condizione per una realistica pianificazione della loro realizzazione.
Raffaele Cattaneo, portando l’esempio della realizzazione in quattro anni della formazione della quarta corsia sull’autostrada Milano-Bergamo e accennando all’avvio di infrastrutture fondamentali come la Pedemontana e la Brescia-Bergamo-Milano, oltre a evidenziare il livello infrastrutturale della sua regione ha tenuto a suggerire indicare alcune sperimentate modalità di azione, ad esempio la valorizzazione del finanziamento privato mediante il project financing.
“Ci vuole poi un grande lavoro – ha puntualizzato – per ottenere il necessario consenso delle popolazioni interessate, attraverso un contatto puntuale con le rappresentanze del territorio o anche con le singole persone coinvolte dalla realizzazione della nuova infrastruttura”. Infine, circa le procedure, Cattaneo ha citato gli effetti positivi della costituzione di una apposita società a partecipazione regionale – denominata Cal – in luogo di Anas, finalizzata alla realizzazione delle grandi infrastrutture sul territorio lombardo.
Il presidente della Commissione Europea Tajani nell’intervento conclusivo ha segnalato l’importanza di sintonizzare le politiche infrastrutturali con gli indirizzi europei. “La Commissione – ha ricordato – sostiene le politiche infrastrutturali, anche per i benefici effetti occupazionali, visto che con un miliardo di euro di opere attivano circa 20mila posti di lavoro”. La Commissione inoltre sta operando sul sistema delle garanzie degli investimenti per rendere sempre più appetibile la partecipazione di finanziatori privati. Riferendosi infine ai recenti disagi di passeggeri all’aeroporto di Fiumicino per perdite di bagagli, Tajani ha raccomandato la buona gestione delle infrastrutture, anche mediante misure sanzionatorie che garantiscano l’efficienza dei servizi da rendere ai cittadini esposti a inacettabili disagi.

(M.B.)
Rimini, 27 agosto 2009