Chi si aspettava un incontro all’insegna del “volemose bene” o del “vurùmse bin” (alla torinese) è rimasto deluso. Sergio Chiamparino, sindaco di Torino e Gianni Alemanno, sindaco di Roma, introdotti da Emmanuele Forlani, coordinatore della segreteria dell’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, hanno raccontato l’esperienza di gente impegnata quotidianamente affinchè la vita nelle città di cui sono alla guida risulti per tutti migliore.
Forlani, introducendo i lavori dell’incontro svoltosi in Sala Neri questo pomeriggio alle 15, ha sollecitato gli ospiti a rispondere alle seguenti domande: qual è l’identità di una città, come la si costruisce rispetto alle emergenze e come il principio di sussidiarietà può essere considerato un elemento utile per l’amministrazione di una città?
Per rispondere alle sollecitazioni del moderatore, Chiamparino ha raccontato quanto, unitamente alle altre amministrazioni (regione e provincia), è stato fatto per ricostruire l’identità di Torino. “Lo sforzo del piano strategico – ha affermato – è stato, in una città monoindustriale e monoculturale, far fronte alla pesante crisi subita dalla Fiat nel 1998, chiedendosi anzitutto su quali fattori poter costruire la sfida del futuro”. Facendo sedere attorno al tavolo di lavoro tutte le realtà industriali dell’area metropolitana è emersa innanzitutto l’esigenza di “un futuro che non tagliasse le radici con il passato industriale e l’esigenza di valorizzare quella parte di città fatta di storia, architettura, identità ed anima, che si era persa negli anni dello sviluppo industriale”.
L’altra grande possibilità per il rilancio di Torino, a detta del sindaco, è stata l’assegnazione nel ’99, delle Olimpiadi invernali del 2006. “La possibilità di poter coinvolgere le realtà finora ai margini dello sviluppo – ha proseguito – ha portato alla pedonalizzazione di alcune piazze storiche della città, all’avvio della costruzione del primo tratto della metropolitana, fino alla riapertura di palazzo Madama”.
Il risultato più importante però, secondo Chiamparino, è stato ottenuto dal punto di vista “dell’eredità immateriale”: un forte senso di identità e quindi di appartenenza alla città. Il sindaco ha poi raccontato anche di quanto la sua amministrazione ha fatto nel 2006 quando la Fiat correva il rischio di chiusura. “Il Comune, in accordo con Fiat, ha acquisito le aree intorno a Mirafiori – ha dichiarato – per allocarvi delle piccole industrie ed una parte di università”. Anche se queste azioni sono “costate care”, sono servite per valorizzare elementi importanti per il futuro.
Il sindaco di Torino nel suo intervento tocca anche il tema della sfida dell’autonomia e l’importanza di coglierla interamente. “Quello locale è l’unico terreno dove è possibile stabilire un nuovo patto di cittadinanza – ha dichiarato – dando più peso istituzionale alle città, visto che in esse si concentrano investimenti e capitale umano”. Il principio di sussidiarietà in questo senso è la base su cui lavorare. “Vogliamo che il Governo – ha richiamato – dia più autonomia fiscale ai comuni”, così da poter contare su finanziamenti che vanno oltre il patto di stabilità, per la realizzazione di opere necessarie allo sviluppo della città.
“Per me la sussidiarietà è uno strumento essenziale – ha esordito Alemanno – perché favorisce un incontro tra persone ed impedisce alle sovrastrutture più grandi di influenzare in maniera determinante la vita dei cittadini”. Il sindaco di Roma si è detto favorevole al federalismo fiscale perché “rompe il livellamento del territorio” e pone un freno rispetto alla “cultura dirigista” che ha generato le municipalizzate (a Roma se ne contano 81).
Se in tema di sicurezza Alemanno ha citato l’esempio di New York dove da 15 anni “c’è un fiorire di realtà di volontariato sociale che si occupano di ambiente e sicurezza”, per quanto riguarda le periferie ha citato come esempio virtuoso, “che ha rianimato un territorio anche in termini identitari”, l’esperienza della cooperativa Rione Sanità di Napoli di cui ha potuto apprezzare l’opera visitando la mostra presente quest’anno al Meeting. “L’intolleranza – ha proseguito – deve essere rifiutata da tutti e per combatterla bisogna guardare alla cultura cattolica come alla possibilità di salvare l’identità di ognuno, permettendo un’apertura verso tutti”. Il punto su cui lavorare in tal senso è “insistere sul principio di reciprocità, rompendo il pietismo e rifiutando la retorica”, così come è avvenuto di fronte alla questione dei nomadi nella periferia romana. “Se si mettono insieme – ha concluso – legalità e solidarietà non esiste problema che non possa essere risolto”.
Interrogati sulla possibilità di collegare il tema del Meeting a quello dell’incontro, a partire dalle dichiarazioni di Vittadini e Draghi dell’incontro di ieri, Chiamparino ha dichiarato che “la conoscenza è la vera risorsa su cui investire in un mondo che cambia”, citando a tal proposito il contributo che la CdO torinese ha dato per il piano strategico della città con la realizzazione della Piazza dei mestieri. Dal canto suo Alemanno si è detto dispiaciuto del fatto che troppo spesso la conoscenza è ridotta a fatto tecnico, per cui occorre recuperare il concetto di conoscenza come “incontro” e come “rapporto d’amore”. Questo avviene perché ormai nelle città si è estranei e incapaci di un’empatia più profonda. In questo senso, ha concluso “mi sorprendono le polemiche nei confronti della Chiesa, perché se si vuole una politica partecipata, non si può lasciare fuori la porta chi difende questi valori nel dibattito pubblico”.
“Se è così – ha concluso l’incontro Forlani – il futuro delle città è in buone mani”.
(G.F.I.)
Rimini, 27 agosto 2009