121. Welfare e Sanità. Il difficile equilibrio tra riforme e servizi

Press Meeting

Felice Achilli, presidente dell’Associazione Medicina e Persona, ha introdotto questo incontro nel quale si è parlato delle sfide e delle problematiche presenti nel mondo sanitario. Grazie all’ausilio di alcune slides, Achilli ha evidenziato in modo sintetico alcune questioni fondamentali che devono essere affrontate. “Le risorse possono essere impiegate in modo diverso, dipende da quale concezione si ha della persona, ad esempio relativamente alla cura delle malattie croniche”. Achilli ha poi giudicato positivamente il contenuto del “Libro verde sul futuro del modello sociale” presentato dal ministro Sacconi, “perché propone un metodo nuovo per affrontare le complessità relative ai servizi sociali”. Grazie alle slides è stato possibile osservare le differenze presenti tra le Regioni italiane in merito alla spesa sanitaria, all’entità del personale sanitario e alla qualità delle cure erogate. “Queste questioni non sono per addetti ai lavori – ha affermato – ma interrogano ciascuno di noi, per il bene che ciascuno può costruire lì dove si trova”.

Il primo a reagire all’intervento di Achilli è stato Carlo Lucchina, direttore generale Sanità della Regione Lombardia, che ha sottolineato l’importanza che riveste “la ricerca dell’equilibrio finanziario in ogni attività. È un’utopia pensare di rispondere ai bisogni senza fare i conti con le risorse disponibili. Questa logica può portare all’implosione del sistema”. Anche Lucchina giudica problematiche le differenze presenti tra le diverse regioni in ambito sanitario: “La Lombardia finanzia per il 50% il fondo perequativo sanitario delle regioni e non può usufruire, ad esempio, dei fondi che servono per coprire il disavanzo di altre regioni”.
“Le regioni non possono essere trattate tutte allo stesso modo. In un momento di difficoltà economica come quello in cui viviamo – ha sottolineato con vigore Lucchina – la soluzione non può essere un eccessivo accentramento delle decisioni a livello nazionale, perché le realtà regionali sono troppo diverse. Ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità”. Un’altra questione sollevata dal dirigente riguarda l’attenzione agli stili di vita, giovanili in particolare, “che possono portare a situazioni di cronicità a venticinque anni e danneggiare la salute in modo irreparabile”.

L’assessore alla Famiglia e solidarietà sociale della regione Lombardia Giulio Boscagli ha concordato sull’importanza del ‘libro verde’ di Sacconi, “che pone al centro la persona e la famiglia, con l’indicazione di orientare la spesa sociale verso i problemi prioritari. Nel Libro si evidenzia bene come fino ad oggi la spesa sociale sia stata troppo spostata sulle pensioni e poco sui servizi sociali”. Boscagli ha poi ricordato i principi cardine del modello socio-sanitario lombardo: “libertà di scelta, sussidiarietà orizzontale, separazione tra erogatori ed acquirenti di prestazioni, integrazione socio-sanitaria e accreditamento”. In Lombardia inoltre da sempre è stato valorizzato il ruolo fondamentale della famiglia, “con misure concrete, come ad esempio il buono scuola o i voucher”.

Anche Iles Braghetto, deputato al Parlamento Europeo, ha espresso giudizio positivo sul ‘Libro Verde’ perché scommette sulla responsabilità propria di ogni soggetto. “Per una efficace riforma del Welfare – ha detto – bisogna puntare sulla solidarietà ma anche sulla responsabilità, personale e delle istituzioni”. Dopo aver sottolineato con decisione “la necessità di migliorare la qualità della formazione, anche universitaria, dei professionisti del settore”, Braghetto ha elencato alcune tendenze presenti in Europa in ambito sanitario, precisando che “sostanzialmente in tutti i Paesi sulle questioni fondamentali ci sono gli stessi problemi, anche se i sistemi sanitari differiscono”. In Europa c’è “una rinnovata attenzione alle sinergie tra pubblico e privato, uno sviluppo delle cooperazioni transfrontaliere tra i Paesi e un’idea, discutibile, di uniformare alcuni standard sulle tecnologie”. Come indicazione di massima, comunque, l’Italia non può esimersi dal confronto con l’Europa.

Rispondendo ad ulteriori sollecitazioni sull’importanza della famiglia, Boscagli ha richiamato “l’importanza della famiglia come soggetto attivo e decisivo nel campo sociale, senza la quale lo Stato non potrebbe far fronte a tutti i bisogni presenti”. Proprio per questo motivo “la famiglia dev’essere aiutata, sostenuta e messa al centro delle politiche sociali. In Lombardia la politica cerca di venire incontro alle esigenze della famiglia, ribaltando l’immagine negativa che spesso i media veicolano. La famiglia è un fattore di progresso della società”.

Carlo Lucchina ha invece richiamato l’attenzione su due aspetti decisivi. “Le risorse per la sanità a disposizione nei prossimi anni sono minori dei costi preventivati. Bisogna cambiare qualcosa, a partire dal criterio della quota capitaria che non è adeguato”. Per questo motivo “bisogna riaffermare la responsabilità di ciascuno, del professionista e del cittadino, ipotizzando percorsi adeguati alle diverse patologie evitando sprechi inutili e perdite di tempo”. Un appello deciso è stato lanciato ai professionisti sanitari. “In questo contesto, il mondo sanitario deve farsi sentire, deve alzare la voce ed esplicitare le proprie esigenze e necessità, altrimenti difficilmente le cose cambieranno”.

Un ultima considerazione è stata espressa da Braghetto sul fatto che “il mondo sanitario è complesso, spesso ci sono equilibri difficili da rompere. Risorse economiche adeguate, formazione dei professionisti e una buona politica, che svolga un ruolo corretto, sono ciò che serve per un miglioramento del sistema sanitario”. Achilli da parte sua ha concluso con l’auspicio che “le esperienze regionali virtuose, che funzionano, siano valorizzate e veicolate. Bisogna partire da quello che c’è”.

(M.C.)
Rimini, 28 agosto 2008