In trent’anni di Meeting forse non c’è stato un solo giorno in cui non si sia parlato di educazione. La giornata di oggi non ha fatto eccezione. In particolare, “il discorso di Draghi ha sottolineato la direzione verso cui dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) andare il sistema scolastico italiano – ha notato Chris Bacich, insegnante – e molti sono stati i riferimenti a quello americano”. La tavola rotonda sul tema Educazione in America si è tenuta alle 15.00 nel pad. A1. Sono intervenuti Brad Gregory, docente di Storia intellettuale europea alla Notre Dame University e Joseph H.H. Weiler, rettore del The Tikvah Center for Law & Jewish Civilization. Ha introdotto Chris Bacich.
Verità, laicismo ed educazione superiore sono stati al centro della relazione del professor Gregory. “L’educazione ha a che fare per definizione con la ricerca della verità – ha sostenuto il relatore – significa condurre fuori dall’ignoranza e dall’incomprensione per arrivare al sapere vero, che sta al di là della conoscenza”. Ha poi spiegato che nell’organizzazione della maggior parte delle università americane manca proprio la ricerca del vero, tanto che possono essere definite multiuniversità, dove “brillanti studiosi usano le loro brillanti ricerche su argomenti specifici, ma ignorano i collegamenti e le eventuali contraddizioni con il lavoro di altri”. Non così alla Notre Dame, dove l’opportuno spazio dato allo studio della teologia come fonte di verità e non come scienza sociale, qualifica un ambiente critico dove l’educazione è quindi possibile.
Il professor Weiler ha organizzato il suo intervento sul concetto di rischio educativo, nei termini in cui ne parla don Luigi Giussani. “Io voglio vivere la mia vita religiosa nella vita moderna” ha chiarito Wailer, prendendo così le distanze dalle correnti ebree fondamentaliste che accusano il modernismo di eccessivo laicismo. “L’educazione è un fatto centrale nella cultura ebrea, ma è anche un imperativo esistenziale, perché l’Alleanza continui”: questo lo scopo dell’offerta formativa dell’istituto che lui rappresenta. “Un impegnativo curriculum di studi e bravi insegnanti, scelti per il merito e non per l’appartenenza religiosa, rappresentano i requisiti irrinunciabili”, ha sottolineato Weiler, ma altrettanto fondamentali sono la ricerca di mezzi economici (lo stato non dà alcun contributo) e la solidarietà, anche economica, tra genitori.
“Si tratta di una sfida culturale, non sono le riforme a dare speranza – ha concluso Bacich – per guardare a quello che capita oggi, dobbiamo recuperare un fatto che è accaduto duemila anni fa. Questa è la nostra speranza”.
(G.L.)
Rimini, 27 agosto 2009