Una suggestiva carrellata, dal libro che ha preso il titolo dalla canzone dei Beatles e raccontato le storie di 133 canzoni, con vari contributi coordinati da Walter Gatti, musicologo esperto di fatti e personaggi del rock. “Il rock ha voluto dire, può dire qualcosa di importante? è stata la domanda che ci siamo posti. La risposta è sì. Abbiamo pertanto messo in cantiere lo spettacolo di stasera per far ascoltare queste storie”. Una performance che ha permesso di ascoltare un percorso attraverso le tracce lasciate nella mente e nel cuore molti celebri brani, con altrettante sorprese.
La serie degli esempi musicali dal vivo è stata affidata alla band dei “Versus” e al duo formato da Walter Muto e Stefano Rizza.
Si è partiti con un video originalmente creato sulle musiche della band irlandese degli Hothouse Flowers: “Non è meraviglioso”, dicono i loro versi. “Ogni incontro è una preghiera, ogni preghiera è una canzone, e le nostre preghiere saranno ascoltate”. È toccato quindi ai Versus proporre un grande canzone dedicata al senso dell’amicizia e dell’attesa che sopravvive, con dolore, alla lontananza, come “Wish you were” (Vorrei che tu fossi qui), scritta da Roger Waters dopo che Syd Barrett aveva dovuto lasciare i Pink Floyd (la notissima band si era formata per iniziativa di un gruppo di universitari amici) per i noti problemi dovuti alla schizofrenia. “Una canzone – ha aggiunto Gatti – che ciascuno di noi potrebbe dedicare al suo più grande amico”. Sono seguite quelle che ha definito altre piacevoli scoperte, come il video (1991) relativo di “Highwaymen”, cantata insieme da quattro grandissimi del country&western: Cash, Jennings, Nelson e Kristofferson. Atmosfere alla Hopper, la storia di un gesto gratuito: “C’è un odore di pioggia sull’asfalto. Non c’è niente come un gesto umano… e qui viene di nuovo l’arcobaleno”.
È seguita poi nell’esecuzione di Muto e Rizza l’indimenticabile “Father and son” di Cat Stevens, un rapporto conflittuale tra un padre e un figlio, per la rinuncia ai propri desideri, cosa che il figlio non riesce ad accettare. Poi ancora “Wonderin’ Aloud” dei Jethro Tull, un accordo e via, come pensando a voce alta: “È il solo donare che ti rende quello che sei. Il gioiello è pronto. Nessuno proverà la stessa emozione, ma ci dovevo provare e l’ho fatto”. Spazio anche a una canzone della grande Mina: “Mi sei scoppiato dentro al cuore all’improvviso… tutto è cambiato, mi sento viva per te”.
Esempi, ha sottolineato Walter Muto, “scelti per destare la curiosità di quanti leggeranno il libro e far sorgere la curiosità di andarle a cercare ad esempio su youtube o con altri sistemi”.
(M.T.)
Rimini, 28 agosto 2009