Si è tenuta alle 14.00 la conferenza stampa che ha preceduto l’incontro sul federalismo delle 15.00 in sala Neri. Matteo Lessi, portavoce del Meeting, ha presentato i protagonisti, quattro governatori di altrettante regioni italiane: Vito De Filippo della Basilicata, Roberto Formigoni (Lombardia), Luca Zaia per il Veneto e Raffaele Lombardo, presidente della regione Sicilia.
De Filippo ha iniziato la discussione sul federalismo sostenendo: “Il Mezzogiorno desidera l’applicazione del federalismo ma perché questo avvenga ci vogliono trasparenza e coesione, perché il paese non si divida ancora. Si tratta di un divario antico che può ancora essere ricomposto. Incontri come il Meeting sono importanti perché possono aiutare l’attuazione di questo proposito”. Brevissimo il commento del presidente del veneto Luca Zaia, con una frase del presidente Napolitano: “Il federalismo non è più una scelta ma una necessità”.
Lombardi ha spiegato che “i problemi più gravi da affrontare in Sicilia, per poter aderire al federalismo, sono la perequazione delle infrastrutture che deve essere preceduta da una verifica; la fiscalità nello sviluppo, dato che tra Sud e Nord c’è un’enorme abisso economico-sociale; il problema del federalismo tributario; il problema dell’accise petrolifera, considerato che il 50% della benzina italiana viene prodotta nel Mezzogiorno. Fino al 2008 questa era stata considerata una questione molto importante ma poi è stata archiviata”.
Formigoni da parte sua ha sostenuto che “non bisogna pensare ad un federalismo di separazione, anzi può essere visto come il nuovo nome dato all’unità d’Italia. L’anno in cui inizierà il federalismo sarà il 2011, centocinquantesimo anniversario dell’unità”. “Dal centralismo – ha ricordato il presidente Formigoni – dobbiamo passare al federalismo, perché la posizione centralista è oramai guasta, rende l’Italia ingessata, monolitica. Sta alla classe politica e alla società cogliere questa possibilità. Bisogna essere chiari sui costi standard, sulle spese. Così il federalismo sarà il veicolo più adatto per dare autonomia, libertà, e applicare i principi della sussidiarietà”.
Sono seguite le domande dei giornalisti. Lombardi è stato il primo a rispondere: “La sfida che il federalismo lancia, richiede al Sud una rivoluzione radicale. L’aver bloccato le assunzioni ha creato impopolarità e discussioni sulle scelte del governo. Il governo – ha sostenuto Lombardi – deve rilanciare le riforme”. Zaia poi ricorda l’anniversario della Repubblica veneta, prima vera democrazia d’Europa. Sul leone di san Marco – ha spiegato il governatore del Veneto – sta scritto “Pace a te Marco, mio evangelista”: “Chi non rispetta i valori che il Veneto ha sempre sostenuto non può reputarsi veneto, se ne vada dunque a casa”.
Per Formigoni il centrodestra vuole le riforme, in coerenza con gli impegni assunti nel 2008. Il presidente ha espresso la speranza che i finiani restino nella maggioranza, in coerenza con le responsabilità prese nel 2008. Zaia poi, citando don Sturzo, afferma: “Sono unitario, ma federalista impertinente”. “Forse – continua Zaia – se la situazione del Mezzogiorno è un po’ disastrosa è perché qualche magagna se la sono cercata anche loro. Nel Nord, nel settore sanitario, ad esempio, abbiamo avuto il coraggio di chiudere ospedali, di riorganizzare”.
Affermazione contestata da Lombardi. “Se si confronta la situazione della pubblica amministrazione della Sicilia con quella della Lombardia – spiega il governatore siciliano – si notano molte differenze. Molte guardie forestali, ad esempio non sono recensite, così avviene anche in molti altri lavori pubblici. Ci sono 20mila precari, che da diciotto, vent’anni hanno i loro contratti rinnovati. Bisogna stabilire con il governo un lasso di tempo per aiutare la Sicilia a crescere. In un anno sono stati chiusi tutti gli ospedali da chiudere. Bisogna stabilire un piano di rientro da applicare in tutti i settori, per raggiungere gli standard. Ma è impossibile che la Sicilia possa affrontare tutti questi problemi da sola”.
“Sul federalismo fiscale – riprende la parola Formigoni – è necessario aprire un dialogo tra governo e regioni. Ieri con Tremonti si è, ad esempio, discusso in modo positivo sull’argomento. Uno dei primi problemi da affrontare è il problema delle risorse a valle della manovra: il problema dell’aiuto alle imprese e ai trasporti pubblici locali”.
A chi lo interroga in merito alle recenti critiche antigovernative di Famiglia Cristiana, “credo – risponde Formigoni – che il mondo cattolico abbia comunque sempre preferito le posizioni del centrodestra”. Per quanto riguarda invece la futura successione al Cavaliere, “non credo proprio che Berlusconi abbia avuto il bisogno di affermarsi attraverso la politica”, ribatte Formigoni, “dopo aver acquistato tanti successi in altri campi, ha deciso di scendere in campo, ed è stato consacrato dalle urne, non dalla televisione”.
(A.F.)
Rimini, 26 agosto 2010