Avvicinandosi al padiglione B5 della fiera, viene spontaneo chiedersi chi abbia il potere di riempire ogni spazio libero. Forse un politico, un ministro, un importante manager? No. Un comico romagnolo che, molto semplicemente, racconta la sua storia.
“Io sono uno sparacazzate naturale. Ho provato a fare la persona seria (Cevoli è stato studente di giurisprudenza a Bologna) ma non ci riuscivo. Questa è la mia dimensione – ha proseguito il comico – si vede che il Signore aveva il suo gusto nel fare un patacca così”.
Nel racconto, Paolo Cevoli alterna battute esilaranti a momenti importanti della sua vita e sotto l’abile regia di Alberto Savorana, portavoce di Cl, il caffè con il comico scorre leggero. “Ho imparato a lavorare con mio padre – ha continuato – nella nostra pensione di famiglia. Fare il cameriere non è tanto diverso da fare il comico. Lo scopo è, servendo il cliente o facendo una battuta sul palco, far stare bene la gente. E per farlo devi voler bene, prima di tutto a te stesso. Se ci pensate cosa fate quando volete bene a qualcuno? Lo prendete in giro”.
C’è una vivezza nelle parole del comico che colpisce la gente, assiepata come poche altre volte al Meeting, che rende quest’incontro molto sentito. Tanto che Savorana si rende portavoce di tutti quando gli fa la domanda: “Come fai a mantenere questa vivezza quando potresti, con successo, continuare a riciclarti?”. Il comico risponde in un attimo: “Io non posso vivere di rendita, per me è impossibile.
Ogni volta che salgo sul palco c’è solo quel momento lì. Vivere di rendita – ha proseguito il comico – vuol dire morire e in ogni cavolata che faccio, ci guadagno una cosa semplice: il mio cuore. Se continuassi a fare sempre le stesse cose perderei il gusto, non crescerei più”.
Sembra quasi serio il comico quando pronuncia queste parole. Ma alla domanda successiva il clima si scioglie subito. Quando Savorana chiede cosa desidera ancora Paolo Cevoli, il comico risponde: “Io voglio diventare il santo protettore dei comici. Ma non un santo qualunque, uno da calendario. Come la Carfagna”. Il sorriso ora torna a tutti, e il Meeting torna ad essere più leggero, grazie anche ad un caffè con un semplice comico.
(P.M.)
Rimini, 26 agosto 2010