“Il recente ringraziamento del presidente Obama a Sergio Marchionne è anche un ringraziamento al sistema industriale italiano nel suo complesso”. Con queste parole Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, ha aperto l’atteso incontro con Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat.
“Alla luce di quanto accaduto allo stabilimento di Melfi ho deciso di modificare il mio intervento calandolo maggiormente sul livello locale. Sono una persona che cerca di affrontare i problemi con onestà intellettuale”. Marchionne ha condiviso con il pubblico il percorso della sua vita, “passata spesso all’estero e con spostamenti continui. Non è facile vivere e lavorare lontano da casa, però è una grande occasione di crescita per comprendere ciò che accade nel mondo”.
L’amministratore delegato ha precisato che “da quando sono arrivato in Fiat nel 2004 l’obiettivo principale è stato la crescita della Fiat grazie all’apertura a livello internazionale, muovendosi nel mercato globale, come testimonia l’accordo che abbiamo stipulato con la Chrysler. Il percorso intrapreso è quello giusto, anche Obama visitando un nostro stabilimento negli Usa ci ha fatto i complimenti”.
Questo percorso secondo Marchionne non sempre è sostenuto e valorizzato in Italia, “dove non c’è interesse e voglia a promuovere il cambiamento. Noi invece vogliamo invertire la rotta, come stiamo facendo con la Fiat che nel 2004 era un’azienda imballata che non si confrontava con il mercato globale”.
Marchionne ha rivendicato con orgoglio la bontà del progetto “Fabbrica Italia”, il piano di sviluppo industriale della Fiat teso a promuovere la crescita e la produttività. “Per ottenere questi obiettivi – ha precisato il manager – occorre promuovere il cambiamento, bisogna guardare avanti e non rimanere vincolati ai vecchi schemi: non siamo più negli anni Sessanta, non c’è una lotta fra capitale e lavoro, fra padroni e operai. L’Italia deve cambiare questo vecchio modello di pensiero oppure non cambierà mai niente”.
L’amministratore delegato è entrato poi nel merito della situazione italiana sottolineando che “spesso gli sforzi che facciamo non vengono compresi, il nostro tentativo di cambiamento viene scambiato per un conflitto con i lavoratori. La Fiat è apprezzata ovunque e riceve fischi solo in Italia”. Ciò che occorre per promuovere il cambiamento è “una gestione dell’industria flessibile, rapida, capace di stare al passo con i rapidissimi cambiamenti del mercato per coglierne tutte le opportunità. Se non stiamo al passo con il mercato siamo destinati al fallimento”.
Per quanto riguarda i recenti fatti di cronaca sullo stabilimento di Melfi e sulle accuse mosse alla Fiat, Marchionne ha affermato che “la Fiat ha rispettato la legge e ha dato seguito al primo provvedimento della magistratura. Non è corretto usare i diritti di pochi per condizionare i diritti di molti, perpetuando illeciti che giungono fino al sabotaggio”. Marchionne ha poi pubblicamente ringraziato i segretari di Cisl e Uil che “ci stanno accompagnando in questo percorso di rinnovamento”, riferendosi all’accordo stipulato per la produzione della Panda a Pomigliano.
L’amministratore delegato ha poi affermato che “la Fiat è un’azienda seria, gestita da persone serie e responsabili guidate da saldi valori. Vogliamo costruire in Italia qualcosa di grande e di duraturo da lasciare alle future generazioni”.
Parlando principalmente ai giovani presenti in sala, Marchionne ha ricordato infine che “occorre la libertà per cercare il cambiamento. La vita comoda non genera cambiamento, la vera libertà nasce solo dall’impegno con la vita. Vi auguro di diventare uomini e donne di virtù”.
(M.C.)
Rimini, 26 agosto 2010