111. Il Cristianesimo non è una dottrina ma un incontro: due giornalisti, Waters e Allam, si raccontano

Press Meeting

“La prima condizione per cui il cristianesimo si realizza come avvenimento è l’affezione a sé, alla propria umanità. Non accade come una magia, ma come dice don Carròn, occorre la nostra umanità”. Apre così Alberto Savorana, portavoce di Comunione e Liberazione, uno dei più attesi e affollati incontri della ventinovesima edizione del Meeting. Sono stati invitati a testimoniare l’incontro fatto con l’avvenimento di Cristo nella loro vita John Waters, editorialista dell’Irish Times e Magdi Cristiano Allam, vicedirettore del Corriere della Sera.

“Di recente ho vissuto un fenomeno per me strano: sentirmi nella posizione di Giovanni e Andrea quando incontrarono Gesù per la prima volta”. Waters, già presente al Meeting due anni fa, inizia il suo intervento raccontando ciò che considera novità nella sua vita. “Sono seduto a un bar, prendo un caffè con un amico e c’è una sedia vuota come per un altro ospite. Allora comincio a pensare a come sarebbe se arrivasse Lui: come potrei fare a riconoscerLo? Che aspetto avrebbe?”. È chiaro che per il giornalista irlandese deve accadere qualcosa di eccezionale per riconoscere la Presenza di Cristo su quella sedia, nella sua vita.
Prova così a spiegare il suo lungo e complicato percorso all’interno della cultura moderna, descritta da lui come “una giungla buia all’interno della quale cammino a tentoni e tocco senza riuscire a capire se sono buone o cattive”. In effetti la sua vita è stata una giungla in cui ha anche affrontato il tunnel dell’alcolismo durante la ricerca della sua libertà, necessariamente diversa da quella in Cristo trasmessagli dalla sua famiglia. Ma il suo cuore non ha mai smesso di desiderare di incontrare una verità che sia più corrispondente della sua idea di libertà. Accogliendo allora la provocazione di don Giussani di essere onesto con se stesso e stare a ciò che accade nella sua vita, è arrivato alla radura camminando nella giungla della sua vita. “Lì ho incontrato gente che guardava tutti i miei desideri e mi ha invitato a fare un viaggio. Questo è il Meeting, l’Incontro. L’unico incontro che io conosca” conclude Waters. “Oggi Lui è presente nella mia realtà”.

Interrotto più e più volte da applausi, Magdi Cristiano Allam inizia ricordando che ha ricevuto la grazia di incontrare autentici testimoni di fede. Ciò che poteva sembrare casuale nella sua vita, oggi lo riconosce come fondamentale per la conversione al cristianesimo: l’educazione dall’età di quattro anni nelle scuole cattoliche. “Ho conosciuto così la realtà del cristianesimo, vissuto attraverso le opere buone dalle suore e dai frati che insegnavano lì. Da allora – continua – è cresciuta sempre di più la mia spiritualità e la convinta adesione ai valori non negoziabili: la sacralità della vita, la dignità della persona che comporta la libertà personale, in particolare quella religiosa oggi messa sempre più spesso a repentaglio”.

Ancora una volta Allam vuole spiegare perché nel suo ultimo libro Grazie Gesù ha definito l’islam “la religione del Dio che si fa testo e si incarta nel Corano”. Gli attacchi a Benedetto XVI dopo il discorso all’Università di Ratisbona da parte del mondo musulmano e l’isolamento in cui l’occidente lo ha lasciato, gli atti terroristici e la violenza giustificata in nome dell’islam e delle gesta di Maometto, hanno portato il vicedirettore del Corriere della Sera a ripensare alla sua fede. “Come musulmano laico, moderato e impegnato a cercare la compatibilità dell’islam con i diritti umani fondamentali, ho dovuto prendere atto che questa non è possibile. Non è infatti possibile approcciarsi con gli strumenti della ragione e della critica ad un testo, il Corano, considerato intangibile e ingiudicabile come Dio. Ho compiuto approfonditi studi sui testi della religione islamica e posso dire che molti versetti legittimano l’ideologia dell’odio e della violenza. La stessa biografia ufficiale di Maometto, riconosciuta dal mondo islamico, descrive la vita del Profeta come un guerriero che si è macchiato di efferati crimini come l’uccisione di settecento ebrei a Medina nel 627 d.C.”.

Minacciato per le sue battaglie su diritti e valori incompatibili con lo stesso testo fondamentale della religione islamica, Allam ha deciso di lasciarla convintamente e definivamente. “Ma questa mia condanna alla religione – vuole puntualizzare – non inficia l’amore autenticamente cristiano verso i musulmani che accettano e vivono secondo i valori universali. Vanno dunque rispettati ed è inoltre necessario incoraggiare un lavoro per costruire insieme il mondo”. Questo dev’essere però fatto “con la certezza della nostra verità, senza accostarci al relativismo per cui si devono mettere su un piano di parità tutte le religioni. Questo permette di agire da protagonisti per edificare il bene comune”. Inizia quindi un nuova vita per Magdi Cristiano Allam, in quel Dio che si è fatto uomo.

Una testimonianza dunque dello “stupore per qualcosa che accade” quella resa oggi da Waters e Allam. “All’inizio – conclude Savorana – quando riconosci l’origine della stranezza delle persone che incontri al Meeting lo dici a denti stretti: Cristo. Ma questo provoca nel cuore lo scoppio ancora più grande del desiderio”.

(A.P.)
Rimini, 28 agosto 2008