Nell’incontro che si è svolto oggi alle 15 in Sala Neri, con un po’ di ritardo, di scena il primo dei ministri del governo in carica che interverranno al Meeting, il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna. Notevolissima l’attenzione dei media: alla sua entrata per tutto l’incontro fotografi e cameramen hanno disturbato tanto che a un certo punto il pubblico ha protestato perché il rumore degli scatti impediva l’ascolto delle parole del ministro. All’incontro, che si è tenuto in collaborazione con Unioncamere, hanno partecipato: Simona Beretta, docente di Politiche economiche internazionali all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità, Ivan Guizzardi, segretario generale FeLSA Cisl; Lorenza Violini, docente di Diritto costituzionale all’Università degli Studi di Milano e responsabile del Dipartimento Pubblica amministrazione della Fondazione per la sussidiarietà. Ha introdotto Dario Odifreddi, presidente della Fondazione Piazza dei Mestieri e responsabile del Dipartimento lavoro e formazione della Fondazione per la sussidiarietà. Iniziando l’incontro Odifreddi delimita il tema: tra i tanti aspetti si guarda alla concezione del lavoro e quali rapporti ha con la vita dell’uomo che usa i propri talenti per trasformare la realtà e per costruire il proprio futuro e quello della propria famiglia. Altri aspetti riguardano il lavoro femminile e i rapporti tra lavoratori e imprenditori. Il primo intervento è quello di Simona Beretta: “La parola lavoro è centrale per capire ogni momento. Ma la parola lavoro è la meno pronunciata anche se è indispensabile per uscire dalla crisi”. Per uscire dalla crisi significa riprendere la strada dello sviluppo. Lo sviluppo è la strada e non la destinazione. “Bisogna parlare di lavoro come vocazione: questo permette di dare una risposta al titolo: il lavoro è un’opportunità o una condanna? Il lavoro è una vocazione e chiunque capisce che ognuno può rispondere di sì o di no secondo libertà di ognuno”. Si esce dalla crisi con i singoli passi che le persone nella loro libertà decidono di farli. Il lavoro non è un semplice fare, ma un agire, un prendersi gli spazi di libertà. “Più uno vive il lavoro come vocazione, lo vive come anche capacità di immaginazione, di scoperta, di incontro con l’altro, con le cose”. Partendo da un discorso sulla crisi, con caduta salariale e caduta dell’occupazione, Guizzardi afferma che il lavoro è certamente un’opportunità, anche nei casi che si tratti di lavoro flessibile, precario, atipico. La cultura attuale identifica i lavoratori come i nuovi schiavi, i nuovi condannati della storia , invece dipende se uno vive il suo rapporto di lavoro con la libertà e responsabilità. Importante per Guizzardi il concetto di compagnia: se uno è disoccupato e solo, è questa una condizione molto più pesante dal fatto di essere disoccupato, per cui è decisivo avere una compagnia con cui confrontarsi. Ci sono persone e soggetti sociali che si prendono carico delle situazioni di difficoltà e questo è un valore che c’era negli anni 80 e che c’è oggi. Lorenza Violini da costituzionalista parte subito dalla citazione la nostra Costituzione per citare due diritti delle donne, cioè di avere parità di salario e di poter adempiere le proprie funzioni nella famiglia. Dopo aver svolto una serie di considerazioni sul lavoro femminile e sulla condizione femminile in famiglia, pone dei quesiti sulle politiche familiari e lascia la parola al ministro Carfagna. Dopo i ringraziamenti per l’invito, Mara Carfagna inizia il suo intervento citando un pensiero di don Luigi Giussani sul significato del lavoro. Prosegue poi con un excursus sul significato del lavoro nei tempi passati in particolare con il ’68 in cui il lavoro fu visto come una condanna, scomparve il concetto di merito, di disciplina, di spirito di sacrificio, di amore per la produzione, di far parte di una squadra. “È comparso l’arrivismo spietato e il considerare il lavoro solo come mezzo per concedersi il superfluo”, ha affermato il ministro. “Occorre avviare un cambio di mentalità che non può avvenire in breve, ma bisogna iniziare, riportando in centro la persona e costruendo una società umana”. Carfagna cita poi papa Bendetto XVI secondo cui il lavoro deve essere l’espressione della dignità di ogni uomo e di ogni donna. “Il lavoro deve dare lo spazio per ritrovare le radici proprie personali, familiari e spirituali. Ci sono ancora criticità nel lavoro delle donne che devono avere le possibilità di essere lavoratrici e madri come la Costituzione riporta. Da questo governo le donne che lavorano hanno avuto un piccolo segnale: uno stanziamento di 40 milioni per finanziare politiche di sostegno alle madri che lavorano”. Oggi il ministro ha in cantiere un progetto per una particolare tutela delle donne che lavorano, in particolare di dare la maternità alle lavoratrici precarie. “La donna è il perno della famiglia. Investire sulle donne è investire su un tassello fondamentale per la società. C’è una ricchezza nascosta in Italia e questa ricchezza è il lavoro delle donne. Un appello per i miei colleghi di governo perché la questione femminile diventi una priorità di tutto il governo”.