Nuovo prestigioso concerto-evento per la rassegna del Meeting “Guida all’ascolto” dalla collana “Spirto Gentil” con l’esecuzione il 26 agosto nella gremitissima Sala Neri delle Sonate op. 31 “La Tempesta” e op. 57 “Appassionata” di Ludwig van Beethoven.
Interprete Danil Trifonov, giovane esecutore già avviato ad una prestigiosa carriera concertistica internazionale, vincitore nel 2008 dell’International Piano Competition di San Marino, recentemente esibitosi alla Carnegie Hall di New York.
Due sonate, ha sottolineato nella sua introduzione il musicologo Pier Paolo Bellini, accomunate nella preoccupazione educativa di don Giussani: “La tempesta di Beethoven, discretamente, perché lo fa con note singole più che con boati – scriveva – è come la memoria anticipata della tempesta finale, che porterà il mondo alla sua origine, al suo giudizio eterno. Un po’ di questo vento impetuoso della tempesta, che porterà Cristo a manifestarsi definitivamente a tutti gli uomini e a tutto il mondo, accade in ogni occasione di prova, perché si abbia a riflettere su questo, se la vita sia una cosa seria”.
Si tratta, ha aggiunto Roberto Andreoni, compositore e direttore dell’Accademia internazionale della musica di Milano, di due sonate importanti, dense, tragiche. Il titolo “La Tempesta” riferito al dramma shakesperiano, ma dato da altri, come spesso accadde alle opere beethoveniane, appare consono alla drammaticità di quegli anni in cui il compositore si scopri afflitto dalla sordità. Un turbine, un disordine meteorologico e psicologico, da cui emerge alla fine una domanda o preghiera, aperta da un accordo di dominante preparatorio del lungo finale, che appare sì come una caduta ma anche come un planare, l’approdo a una riva.
Analogo il significato dell’“Appassionata”, in cui l’iniziale incedere ossessivo coincide con quello del musicista che cerca di descrivere la propria incompiutezza, il proprio desiderio, una domanda sentita come urgente su di sé. Andreoni al proposito ha ricordato una curiosa citazione di Lenin: “Devo smettere di ascoltare questa sonata Appassionata, o potrei non portare a termine la rivoluzione”. Il problema posto da Beethoven non era però quello di un ordine sociale, ma di un ordine interiore e della conoscenza profonda di sé e del proprio io.
Sroscianti applausi per l’esecutore e bis finale con un omaggio a De Falla di sua composizione
(M.T.)
Rimini, 26 agosto 2009