Per 22 anni, dal primo Meeting fino al 2002, fu in Fiera a Rimini per proporre sue esposizioni, organizzare mostre fotografiche, intervenire ai convegni. E soprattutto per raccontare il Meeting con la sua arte.
Giovanni Chiaramonte, gigante della fotografia del Novecento, ci ha lasciato mercoledì 18 ottobre. Per lui l’immagine, come scrive nella sua nota biografica, «si genera sin dall’inizio nella tradizione teologica ed estetica di von Balthasar e della Chiesa d’Oriente, incontrata con Evdokimov, Clément, Tarkovskij. E ha come tema principale il destino della civiltà occidentale».
«Etica, estetica e teologia coincidono: lo ripeteva spesso» spiega ad Avvenire del 18 ottobre il gesuita Andrea Dall’Asta, direttore a Milano del Museo San Fedele, che molte volte ha lavorato con Chiaramonte. «Era un uomo di profonda fede. Aveva una visione teologica della fotografia: attraverso la luce come forma di misericordia ogni aspetto della vita, anche il dramma viene consegnato all’eterno. La fotografia era per lui il modo con cui la fede vede il mondo».
Qui trovate alcuni scatti - un po’ ingialliti a 33 anni di distanza - del Meeting 1990. Nella prima foto è al Meeting con il decano dei nostri volontari fotografi, Angelo Tosi.
Grazie di tutto, Maestro.
Le partecipazioni di Giovanni Chiaramonte al Meeting:
2002 - Città e destino. New York, Saint Louis, San Pietroburgo, Atlanta
1999 - Madre Teresa, amore senza limiti. 100 immagini di Morihiro Oki
1992 - Verso occidente
1990 - Omaggio a Henri Cartier-Bresson
1988 - Per le città del mondo verso Gerusalemme
1985 - Da terre in mezzo al mare
1984 - I due infiniti momenti della fotografia americana
1983 - Significati nel visibile
1982 - Meeting di fotografia
1980 - Paesaggi interiori