I media riminesi in questi giorni hanno raccontato con partecipazione e affetto la figura di Carlo Bozzo, giornalista, già responsabile comunicazione della comunità di San Patrignano, scomparso lo scorso 5 gennaio all’età di 67 anni per una malattia incurabile. Ne hanno evidenziato la professionalità, la schietta umanità, il carattere insieme battagliero e gentile, il suo essere un amico vero e sincero, come ha testimoniato Andrea Muccioli, figlio del fondatore di San Patrignano.
A questo racconto, vorremmo aggiungere qualche parola su cos’è stato Carlo per il Meeting. Un professionista di razza, certamente, un uomo di profonda cultura e di grandi capacità comunicative, ma anche pronto a mettersi al servizio del Meeting. Uno che, se doveva scegliere un posto, occupava sempre quello meno in vista. Volontario del settore Comunicati stampa fin dal 2014, considerava un suo feudo intoccabile il comunicato quotidiano sullo sport. Anche se si trattava di un’esibizione di freccette o di beach volley, lui le raccontava con la sua penna di cronista con la stessa cura che avrebbe impiegato per scrivere di un convegno in auditorium.
Negli ultimi anni gli avevamo chiesto di contribuire a Meeting Plus Radio. Lui che veniva dalla carta stampata e dagli uffici stampa, e che probabilmente non aveva mai condotto una trasmissione in vita sua, ma che sapeva parlare e aveva una voce sorprendentemente efficace per la radio, si è lanciato con entusiasmo. «Tanti di noi lo hanno conosciuto durante l’esperienza della radio sia per la sua rassegna stampa che apriva le trasmissioni, sia per le sue scelte musicali mai banali», racconta Paolo Cremonesi, responsabile della web radio del Meeting. «All’apparenza burbero, in realtà era una pasta d’uomo, autorevole, paterno, era una di quelle persone che i colleghi cercano come amico e i più giovani come maestro». «Conoscere Carlo è stato un onore», aggiunge Chiara Carmeni, volontaria di Radio Meeting, «e condividere con lui lo spazio radiofonico è stato sempre un immenso piacere». «Era visibile un’affezione totale per chiunque avesse a che fare con lui. Un instancabile educatore», aggiunge Andrea Vici di Camplus.
Abbiamo ritrovato un suo video di un minuto, risalente a novembre 2018. Nel video Carlo parla, a testimonianza della sua disponibilità ad ogni proposta del Meeting, dell’esperienza di redazione giornalistica fatta al Villaggio Ragazzi. E in questo minuto, con una sintesi estrema, c’è tutto lui e il suo modo di intendere il giornalismo.
«All’interno del Villaggio Ragazzi ci siamo inventati una redazione, una vera redazione con tanti bambini e adolescenti», racconta. Lo abbiamo fatto perché il giornalismo è curiosità, scoperta, attenzione, incontro con la realtà e possibilità di raccontarla». Questi bambini e ragazzi, prosegue, hanno dato «a noi vecchi scribi, a noi vecchi cronisti, ormai convinti di aver visto tutto e ascoltato tutto, una lezione bellissima. La realtà è sempre nuova e sempre diversa: bisogna ricordarsi di guardarla e scoprirla con gli occhi di quei bambini, con la sorpresa e la curiosità di chi vuole trovare tutto quello che accade di nuovo».
Una testimonianza di vita, prima che di giornalismo. E un ritratto efficace di chi è stato, e continua ad essere per noi, Carlo.