Vivere di più, vivere meglio?

Redazione Web

Rimini, 23 agosto 2024 – Alle ore 17:00, nella Sala Gruppo FS C2 della Fiera di Rimini, si è tenuto il convegno dal titolo “Vivere di più, vivere meglio? Il welfare al bivio”, organizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà. Il convegno ha visto la partecipazione di Lucia Albano, sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze; Stefano Bonaccini, europarlamentare; Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia; e Pierciro Galeone, direttore dell’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale (IFEL). A condurre l’incontro sono stati Enrico Castelli e Irene Elisei. L’evento ha ricevuto il sostegno di APT Regione Emilia-Romagna, Regione Friuli Venezia Giulia, e Centro Sportivo Italiano, che hanno riconosciuto l’importanza di discutere e approfondire temi fondamentali come quello del welfare in un momento storico di grandi trasformazioni sociali ed economiche.

La sfida del welfare

Enrico Castelli ha aperto il convegno ricordando che, quando si parla di welfare, si fa spesso riferimento alle pensioni e alla sanità, trascurando invece la protezione sociale, che dovrebbe occupare un posto centrale nel dibattito pubblico. Ha sottolineato come le differenze territoriali e sociali siano un aspetto critico da affrontare: «Quando si parla di welfare, per lo più si parla di pensioni e di sanità. La terza voce, la protezione sociale, è quella più trascurata e marginale. Proprio su questi temi che le famiglie incontrano maggiori difficoltà nella vita quotidiana. Ed è sulla protezione sociale che diventano sempre più profonde le differenze tra Nord e Sud, tra chi vive in città e chi vive in periferia. Oggi abbiamo la politica a cui rivolgere queste domande e capire dove andare».

Irene Elisei, co-conduttrice del convegno, ha introdotto gli ospiti con un discorso incentrato sulla complessità delle sfide che il welfare italiano deve affrontare.

Riformare il welfare

Per Massimiliano Fedriga che ha messo in luce le sfide urgenti che il welfare italiano deve affrontare: «Oggi c’è un netto cambiamento del modello sociale nel quale viviamo, pensiamo ad esempio all’aumento della popolazione anziana, che necessita di un altro tipo di risposta rispetto a quella ospedaliera».

Uno dei punti critici sollevati da Fedriga riguarda la gestione dei punti nascita, argomento particolarmente delicato per le regioni italiane: «Oggi abbiamo troppi punti nascita fronte del crollo demografico a cui stiamo assistendo. Mantenere quei punti nascita aperti significa avere meno personale a disposizione per altri servizi. Ma se provassimo a spostare o a chiudere un punto nascita ci sarebbe una vera e propria rivolta».

Fedriga ha concluso il suo intervento con una riflessione sulla necessità di un utilizzo più efficiente delle risorse e sul pericolo di prendere decisioni affrettate in merito all’istruzione medica: «Parlare di eliminazione del numero chiuso per i medici è profondamente sbagliato perché avremo più laureati in medicina rispetto a chi va in pensione. È vero, avremo delle carenze in alcune specializzazioni, ma quello è un altro discorso da affrontare».

L’Europa e il welfare

Stefano Bonaccini ha subito risposto a Fedriga: «Io ho chiuso alcuni punti nascita, ma deve essere il Ministero a poterlo vagliare perché è un fatto tecnico prima che politico».

Bonaccini ha messo in luce la necessità di nuove politiche per la famiglia, criticando l’approccio storico del governo italiano in questo ambito: «Nessun governo dei precedenti, tutti nessuno escluso, ha fatto troppo poco da questo punto di vista se è vero che un paese come la Francia ha un numero medio di figli per famiglia molto superiore al nostro e lì politiche per la famiglia si fanno da decenni». Ha poi aggiunto che l’Italia deve prepararsi ad affrontare l’inverno demografico e riconoscere la necessità di un’adeguata politica migratoria: «Quindi servono più immigrati, è inutile che ci mettiamo a discutere, perché se noi avremo un Paese nel quale sono pari o addirittura più quelli che devono ricevere da coloro che devono lavorare e produrre, noi siamo un Paese che si giocherà le grandi conquiste delle democrazie liberali nell’Occidente e in Europa in particolare nel secolo scorso, cioè la pensione, la scuola e la sanità pubblica per tutti».

In conclusione, Bonaccini ha ribadito la necessità di non tagliare ulteriormente i fondi per la sanità pubblica, enfatizzando che «Sulla sanità, mi dispiace, ma io ho proprio un’idea differente da quella che sta percorrendo il governo: guai a tagliare ulteriormente i fondi, perché se c’è un diritto che dal mio punto di vista deve essere garantito in via prioritaria dal pubblico e non dal privato, posto che in questa regione abbiamo un rapporto eccellente col privato accreditato in sanità, ma il pilastro deve essere pubblico».

La disuguaglianza territoriale nella spesa sociale

Pierciro Galeone ha approfondito il tema delle disuguaglianze territoriali nella spesa sociale in Italia, illustrando come queste differenze influenzino la qualità e l’efficacia del welfare nelle diverse regioni del Paese.

Galeone ha evidenziato come la capacità fiscale dei comuni giochi un ruolo determinante nella possibilità di fornire servizi di welfare efficaci: «Se il welfare locale è sulle spalle della capacità fiscale dei comuni, è ovvio che la variazione è fortissima. Siamo un Paese lungo dove abbiamo capacità fiscali molto diverse». Questo squilibrio è accentuato dal fatto che la perequazione fiscale tra i comuni è gestita in modo orizzontale, senza un intervento significativo da parte dello Stato.

«Vi dico che se i comuni spendono 10 miliardi, le famiglie italiane per l’assistenza ne spendono 47. Cioè le famiglie italiane tirano fuori di tasca propria più di quattro volte quello che spendono i comuni. Sono un milione e 700 mila le famiglie italiane che utilizzano i servizi cosiddetti di badantato, abbiamo un milione di badanti in Italia, sono il secondo gruppo professionale dopo gli insegnanti», ha concluso Galeone.

L’economia sociale come pilastro del welfare

Lucia Albano ha chiuso il giro di interventi presentando le iniziative del governo in tema di economia sociale, un settore che ritiene centrale per il futuro del welfare in Italia.

«Il concetto di welfare è molto ampio e include alcune delle deleghe che mi sono state affidate dal Ministro Giorgetti», ha esordito Albano, per la quale è importante sostenere il terzo settore che in Italia rappresenta una risorsa vitale per l’economia e la società.

Albano ha anche parlato del ruolo delle donne e dei giovani nell’economia sociale, sottolineando come «l’economia sociale è un po’ più ampia, la maggior parte degli occupati oltre il 55% sono donne e anche giovani. E allora stiamo lavorando proprio guardando agli obiettivi che l’Europa ci ha dato, obiettivi che anche noi riteniamo prioritari, cioè quelli per aiutare l’occupazione dei giovani e delle donne». Inoltre, ha illustrato le iniziative in corso per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, destinato a progetti di social housing e co-housing, che potrebbero rappresentare una soluzione innovativa ai problemi abitativi in Italia: «Dare la possibilità di valorizzare il patrimonio immobiliare volto all’abitare sociale, abitare per giovani coppie, abitare per anziani, social e senior housing».

Il convegno si è concluso con un intervento di Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, che ha offerto una riflessione sulle sfide future del welfare italiano. Vittadini ha evidenziato l’importanza di garantire la sostenibilità del sistema di welfare per le generazioni future: «Ma nel prossimo futuro, tra invecchiamento, indebitamento, difficoltà nella produzione, riusciremo a garantire a tutti quello che è stato garantito alle nostre generazioni?».

Vittadini ha inoltre annunciato l’avvio di un nuovo rapporto sulla Sussidiarietà e Welfare Territoriale, che coinvolgerà istituzioni come IFEL, Istat e la Banca d’Italia, con l’obiettivo di trovare soluzioni concrete ai problemi emersi durante il dibattito: «Proprio con Galeone, con l’IFEL, con l’Istat, con la Banca d’Italia, con Ipsos, stiamo completando il prossimo rapporto della Fondazione Sussidiarietà sul tema Sussidiarietà e Welfare Territoriale», ha precisato.

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