Rimini, 24 agosto 2024 – Alle ore 17:00, nella Sala Conai A2 della Fiera di Rimini, si è svolto il convegno dal titolo “CNEL: Piattaforma di valorizzazione dei corpi intermedi”. L’incontro ha visto la partecipazione di Renato Brunetta, presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), introdotto da Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. L’incontro ha offerto una riflessione approfondita sul ruolo dei corpi intermedi nella società italiana e sulla loro rilevanza in un contesto di cambiamento economico e sociale.
L’importanza dei “corpi intermedi”
Giorgio Vittadini ha aperto l’incontro sottolineando l’importanza dei corpi intermedi nella storia italiana e la loro funzione cruciale nel promuovere la coesione sociale e il bene comune: «Abbiamo qui con noi il presidente del CNEL, Renato Brunetta, che ha più volte definito il CNEL come la casa dei corpi intermedi», ha affermato Vittadini, ricordando l’articolo del 30 luglio 2024 pubblicato su Il Sole 24 Ore, in cui Brunetta ha collegato il tema dell’intelligenza artificiale alla crisi dei corpi intermedi. Vittadini ritiene che questi ultimi siano essenziali per ricomporre il tessuto sociale e per promuovere un nuovo patto sociale in un’epoca di disarticolazione sociale.
Tre i punti fondamentali, per Vittadini.
Il primo riguarda la necessità di valorizzare gli “io” che compongono i corpi intermedi, superando un’antropologia negativa che riduce il benessere collettivo all’egoismo individuale. Il senso di appartenenza e la responsabilità individuale sono, infatti, gli elementi fondamentali per la vitalità dei corpi intermedi: «Un corpo intermedio si devitalizza se perdono forza gli “io” che lo compongono», ha affermato Vittadini, richiamando la necessità di un “io relazionale” che sia capace di costruire il bene comune.
Il secondo punto sottolinea sta nella necessità di un’educazione che corregga la crisi ideale che ha colpito i corpi intermedi, superando la tendenza alla disintermediazione. È, dunque, l’educazione continua che sostiene e rinnova i valori fondanti di queste realtà: «Serve un’educazione che corregga, che non si limiti a un controllo dall’alto, ma che venga dall’interno della comunità».
Il terzo punto riguarda la costruzione sociale: secondo Vittadini, infatti, i corpi intermedi rispondono ai problemi sociali e promuovono lo sviluppo economico e istituzionale del Paese.
«I corpi intermedi non restano fermi: si muovono, cercano di rispondere ai problemi del presente, educano un ideale e correggono gli errori», ha affermato, sottolineando la necessità di riscoprire e valorizzare questa funzione nel contesto attuale.
«Il futuro è nelle mani di chi saprà costruire comunità e valorizzare i corpi intermedi come elementi essenziali della società», ha affermato Vittadini, che dal palco ha fatto appello a Brunetta affinché continui la collaborazione tra il CNEL e la Fondazione per la Sussidiarietà, nella convinzione che solo attraverso il dialogo e la cooperazione sia possibile costruire un futuro migliore per l’Italia.
La rinascita dei corpi intermedi
Renato Brunetta ha parlato dell’importanza delle reti sociali e dei corpi intermedi come elementi essenziali per la coesione sociale e lo sviluppo economico: «Oggi più che mai, chi ha una rete ha un tesoro», ha dichiarato, sottolineando come la società civile e le reti di relazioni siano il fertilizzante su cui cresce l’economia e la società.
Brunetta ha poi affrontato il tema della desertificazione dei corpi intermedi, causata dalla verticalizzazione delle decisioni politiche e dall’individualismo. Ha descritto come i vuoti lasciati dalla disintermediazione siano spesso riempiti da “mostri autoritari” come i social media e le reti tecnologiche, che aggregano individui in solitudine piuttosto che promuovere la solidarietà e la giustizia sociale. «Le reti di solitudini prodotte da algoritmi non generano società civile, ma distopie», ha affermato Brunetta, evidenziando l’urgenza di investire nelle reti positive che promuovono i beni relazionali e la coesione sociale.
«Al Cnel abbiamo deciso, tutti insieme, di impegnarci sul fronte delle carceri: scuola, formazione, lavoro, in carcere e fuori dal carcere. Le società ricche hanno i loro angoli buoi, la loro polvere sotto il tappeto. È una delle cose più difficili che abbia fatto in vita mia. Le carceri sono luoghi chiusi, impermeabili. Eppure dentro ci vivono 60mila detenuti, altri 80-100mila sono in esecuzione esterna della pena e altri 100mila sono in attesa dell’esecuzione della pena, dentro o fuori. Il carcere deve servire alla rieducazione, ce lo dice la Costituzione. L’abbiamo attuata? Decisamente no. Ci sono tassi di recidiva altissimi. Eppure tutti gli studi ci dicono che laddove si danno diritti, si dà una speranza ai carcerati – scuola, formazione, lavoro – il tasso di recidiva crolla. Essere società civile vuol dire anche questo, occuparci della polvere sotto il tappeto. Non possiamo dividerci su questo tema», ha detto il presidente Brunetta.
Brunetta ha infine esplorato le conseguenze di questa desertificazione, sottolineando come la mancanza di corpi intermedi lasci spazio a fenomeni di alienazione e isolamento, aggravati dall’uso pervasivo della tecnologia. Ha parlato dell’importanza di recuperare il senso di comunità e di appartenenza, attraverso la promozione di reti sociali che possano contrastare l’isolamento e favorire il benessere collettivo. «Senza i corpi intermedi, rischiamo di perdere il senso del vivere insieme, di costruire relazioni positive e di promuovere il bene comune», ha dichiarato, invitando a un impegno rinnovato per rafforzare queste realtà.
Il ruolo dei corpi intermedi nella costruzione di una società civile
Renato Brunetta ha continuato il suo intervento sottolineando la necessità di costruire e rafforzare i corpi intermedi per rispondere alle sfide attuali, come l’invecchiamento della popolazione, la crisi giovanile e la povertà. Ha citato l’importanza della formazione professionale e dell’educazione alimentare come esempi concreti di come i corpi intermedi possano contribuire al benessere sociale. Ha anche parlato dell’importanza di combattere il caporalato attraverso reti di consumatori consapevoli che votano con il portafoglio, premiando le filiere produttive che rispettano i diritti umani e del lavoro.
Egli ha poi ha poi discusso il ruolo delle camere di commercio come strutture istituzionali capaci di catalizzare la transizione economica, ad esempio nel passaggio dall’industria automobilistica all’aerospaziale. Ha evidenziato come le camere di commercio possano fungere da punti di aggregazione per le imprese, favorendo l’innovazione e lo sviluppo in settori strategici per l’economia italiana. «Le camere di commercio possono essere il motore della transizione verso nuovi settori produttivi», ha affermato, sottolineando la necessità di un piano industriale che coinvolga tutti gli attori sociali.
C’è stato spazio anche per una riflessione sull’importanza dei festival culturali, come il Meeting di Rimini, nel promuovere la società civile e nel rafforzare il tessuto sociale. Ha parlato della capacità di questi eventi di attrarre e coinvolgere le comunità locali, trasformando le realtà periferiche in centri di vivacità culturale e intellettuale.