Qual è l’essenziale nella sostenibilità?

Redazione Web

Rimini, 23 agosto 2024 – Alle ore 13:00, nella Sala Conai A2 della Fiera di Rimini, si è svolto il convegno “Qual è l’essenziale nella sostenibilità?” moderato da Gianluca Giansante, socio di Comin & Partners e docente alla Luiss Guido Carli. L’incontro ha visto la partecipazione di Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di Tutela del Grana Padano; Igor Boccardo, amministratore delegato di Leone Alato Gruppo Generali; Fabrizio Gavelli, presidente e amministratore delegato di Danone Italia; e Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste.

L’essenza della sostenibilità: una sfida complessa e multidimensionale

La necessità di un approccio integrato alla sostenibilità, che abbracci sia le esigenze ambientali sia quelle sociali ed economiche, è stata ribadita da Gianluca Giansante. «La sostenibilità è un tema che richiede una riflessione profonda e un approccio multidimensionale», data la complessità del concetto, spesso ridotto a slogan o trattato in modo superficiale. Non si tratta solo di proteggere l’ambiente, ma anche di garantire il benessere delle persone e la sostenibilità economica delle imprese.

Persona, lavoro, territorio: la ricetta della sostenibilità di Grana Padano

«Innovare non solo è possibile, ma è necessario per competere in un contesto globale», ha esordito Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di Tutela del Grana Padano. Il Consorzio ha saputo coniugare tradizione e innovazione, mantenendo il prodotto competitivo sui mercati internazionali senza mai tradire i valori fondamentali che lo hanno reso un’icona del made in Italy. «Dobbiamo innovare nei meccanismi di produzione – nelle 4.000 stalle, nei 150 caseifici e nei 200 magazzini di stagionatura che appartengono al Consorzio – affinché l’essenza del prodotto rimanga la stessa».

Prodotto antico – è nato oltre 1.000 anni fa nell’abbazia di Chiaravalle, a Milano – il Grana Padano deve competere nei mercati globali. «Nei primi sei mesi del 2024 abbiamo esportato il 50 per cento della produzione e questo è reso possibile dal legame indissolubile con il territorio e dalla sostenibilità a 360 gradi: sostenibilità del reddito delle persone che lavorano, rispetto del territorio e delle persone che lo vivono, rispetto dell’ambiente e del benessere animale.

Grazie al Disciplinare, lo strumento che indica gli obblighi e i percorsi di sostenibilità, il Consorzio di Tutela del Grana Padano verifica le distorsioni rispetto al modello di riferimento virtuoso e suggerisce come correggerle. «Il passaggio dall’agricoltura tradizionale a quella sostenibile è nell’interesse di tutti. Tra 25 anni il mondo toccherà i 10 miliardi di persone che dovranno consumare un pasto e mezzo al giorno. Gli investimenti in questa direzione sono destinati ad occupare uno spazio importante di redditività dal 2035-2040 in poi. Questo sarà il business del futuro: sfamare il mondo».

Le radici storiche e l’impegno di oggi: il Gruppo Generali nella sostenibilità

L’impegno di Generali nella sostenibilità risale a oltre 170 anni fa, quando il Gruppo ha iniziato a investire nel settore agricolo, trasformando terreni paludosi in aree fertili. Era il 1851 e in 30 anni si è realizzata la più grande bonifica mai realizzata in Italia: impiegando oltre 3.000 persone l’area paludosa nel Comune di Caorle (VE) è stata trasformata in migliaia di ettari di terreno coltivabile. «Oggi come allora, ci anima lo stesso pensiero strategico», ha raccontato Igor Boccardo, amministratore delegato di Leone Alato Gruppo Generali, «con una visione di lungo termine – che è necessaria in ogni attività – e una grande attenzione temi ambientali e di sviluppo sostenibile: abbiamo una storia di oltre 170 anni e dobbiamo pensare che avremo un futuro lungo almeno altri 170 anni».

Puntando su un modello di sviluppo che integra la sostenibilità ambientale con la crescita economica e il benessere sociale, Boccardo ha descritto gli interventi di afforestazione e creazione di oasi naturali realizzati dal Leone Alato, come l’Oasi Gregorina a Castrocaro Terme (provincia di Forlì-Cesena), con l’obiettivo di riduzione e compensazione delle emissioni di anidride carbonica. «Questi progetti dimostrano come sia possibile coniugare la tutela dell’ambiente con la valorizzazione del territorio, creando valore per la comunità e per l’azienda stessa secondo il principio della circolarità e delle tre P: People, Planet Prosperity». Ma la sostenibilità non è solo una responsabilità delle aziende; anche dei consumatori devono fare scelte consapevoli e sostenibili: «Ognuno di noi ha un ruolo da giocare e insieme possiamo fare la differenza».

L’approccio integrato di Danone alla sostenibilità sociale ed economica

Fabrizio Gavelli, presidente e amministratore delegato di Danone Italia, ha portato l’esperienza dell’azienda nella creazione del “Megafono Sociale”, un modello di azione sostenibile che combina obiettivi economici e sociali applicato con successo in diverse iniziative, tra cui la collaborazione con Pizzaut, una pizzeria gestita da ragazzi autistici, o le campagne di sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare o sulla prevenzione delle malattie croniche e la promozione di uno stile di vita sano. Danone ha fatto della sostenibilità una parte integrante del proprio modello di business fin dagli anni ’70, quando il concetto era ancora poco diffuso. « Lavoriamo per promuovere la salute e il benessere attraverso i nostri prodotti, con un’attenzione particolare alla sostenibilità, che per noi è una responsabilità che va oltre il profitto, coinvolgendo tutte le parti della società».

«La nostra missione è quella di portare salute attraverso l’alimentazione al maggior numero di persone possibile, e per farlo dobbiamo assicurarci che ogni passaggio della nostra filiera sia sostenibile», ha proseguito Gavelli, approfondendo l’impegno di Danone nella promozione di pratiche sostenibili lungo tutta la filiera produttiva, dalla selezione delle materie prime fino alla distribuzione dei prodotti. Il programma “Danone Way” prevede l’adozione di standard rigorosi per garantire la sostenibilità ambientale e sociale in tutte le fasi del processo produttivo, promuovendo la collaborazione con i fornitori e i partner commerciali per promuovere pratiche sostenibili lungo tutta la catena del valore.

La sostenibilità non è un obiettivo da raggiungere una volta per sempre, ma un processo che richiede un impegno costante e un adattamento continuo alle nuove sfide. «La sostenibilità è un viaggio, non una destinazione e dobbiamo essere pronti a farlo insieme, con determinazione e con la consapevolezza che ogni passo che facciamo conta».

L’importanza di un approccio olistico: la visione del ministro Lollobrigida

Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida ha sottolineato «l’importanza di un approccio olistico alla sostenibilità, che tenga conto non solo della dimensione ambientale, ma anche di quella economica e sociale». «La sostenibilità è un pilastro della nostra strategia per il futuro del settore agroalimentare», ha affermato Lollobrigida, ricordando come l’Italia sia all’avanguardia nel mondo per la tutela del territorio e la promozione di pratiche agricole sostenibili. Il ministro ha inoltre sottolineato l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, invitando le aziende a continuare a investire in innovazione e sviluppo sostenibile.

«La sostenibilità è una responsabilità collettiva», ha proseguito il titolare del dicastero di via XX Settembre, «e tutti noi dobbiamo fare la nostra parte per garantire un futuro migliore alle prossime generazioni». Da qui l’importanza di promuovere l’educazione e la consapevolezza sui temi della sostenibilità, coinvolgendo non solo le imprese e le istituzioni, ma anche i cittadini. Tutto questo, accanto a una serie di iniziative che il governo italiano intende promuovere per supportare le aziende agricole e agroalimentari nell’adozione di pratiche sostenibili, inclusi incentivi fiscali e programmi di formazione per gli agricoltori. «Vogliamo che l’Italia continui a essere un leader globale nella sostenibilità agroalimentare», ha concluso Lollobrigida, «e siamo pronti a fare tutto il necessario per raggiungere questo obiettivo».

Essenziale un impegno condiviso tra istituzioni, aziende e cittadini per promuovere un modello di sviluppo sostenibile che rispetti l’ambiente, le persone e l’economia. Lavorare insieme per garantire un futuro in cui la sostenibilità non sia solo un concetto teorico, ma una realtà tangibile e integrata in ogni aspetto della vita e della produzione. «Il futuro della sostenibilità», ha concluso Giansante «dipende dalla nostra capacità di collaborare e di mettere in pratica i principi condivisi».

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