Rimini, 21 agosto 2024 – Alle 15:00, nell’Auditorium isybank D3 della Fiera di Rimini, si è svolto il convegno intitolato “Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?”, organizzato con il sostegno di isybank, Tracce e Generali-Cattolica. L’incontro ha visto la partecipazione di Adrien Candiard, membro dell’Institut dominicain d’études orientales (Ideo) e noto per le sue riflessioni teologiche e spirituali; introdotto da Bernhard Scholz, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS. Nel dibattito è stata approfondita una delle domande più fondamentali e urgenti del nostro tempo, ispirata da un passaggio dell’opera dello scrittore americano Cormac McCarthy, da cui quest’anno è stato tratto il titolo del Meeting.
Scholz ha aperto la discussione sottolineando l’importanza del tema scelto, una questione che ha risuonato profondamente tra i partecipanti fin dalla fase di preparazione del Meeting, una domanda che catturato l’attenzione di molti in un’epoca caratterizzata da un sovraccarico di informazioni e da un ritmo incessante di cambiamenti che spesso ci travolgono. «In un mondo sempre più frammentato e dispersivo, è evidente la necessità di ritrovare un’essenzialità che ci permetta di vivere con dignità e verità», ha affermato. «In un contesto sociale e culturale in cui siamo spesso sommersi da ciò che è superficiale e transitorio, la ricerca dell’essenziale diventa un atto di resistenza e di riaffermazione della nostra umanità»
Il presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS ha poi lasciato spazio a Candiard, ricordando i suoi precedenti interventi alla manifestazione (2023 e 2021) e la sua capacità di affrontare le domande cruciali del nostro tempo con una lucidità e una profondità che hanno colpito un vasto pubblico internazionale.
Adrien Candiard: la ricerca dell’essenziale come antidoto all’alienazione moderna
Il domenicano francese è subito partito con il suo ragionamento: «È la terza volta che vengo a Rimini per il Meeting, e ogni volta mi sorprendo della profondità delle domande che qui vengono poste». Ha poi raccontato un aneddoto personale riguardante un giovane francese incontrato al Cairo, dove Candiard vive e opera. Questo giovane, prossimo alla fine del suo soggiorno in Egitto, aveva espresso il desiderio di profittare del tempo rimanente, un concetto che Candiard ha tradotto come la nostra moderna ossessione per il “non sprecare” tempo o opportunità. «La tirannia dell’imperativo di profittare è quella di non permetterci mai di essere veramente presenti nell’istante presente, poiché ci obbliga a confrontare costantemente ciò che stiamo vivendo con ciò che avremmo potuto vivere altrove».
Candiard ha collegato questa riflessione al tema della ricerca dell’essenziale, suggerendo che l’essenziale non è qualcosa che si possa possedere o dominare, ma che va cercato con umiltà e apertura. «In un mondo che ci spinge a disperdere la nostra attenzione su mille fronti diversi, la vera sfida è quella di discernere ciò che conta veramente nella vita». Una ricerca non facile, poiché richiede di andare controcorrente rispetto alle dinamiche sociali e culturali prevalenti, che spesso premiano l’accessorio e il superficiale a scapito di ciò che è veramente importante.
La sfida del pluralismo dei valori e l’approccio cristiano alla ricerca dell’essenziale
Candiard ha proseguito il suo discorso riflettendo sulla difficoltà di definire ciò che è essenziale in un contesto pluralistico come quello delle moderne società occidentali. «Viviamo in un’epoca che Max Weber ha descritto come caratterizzata dal politeismo dei valori, dove diverse concezioni dell’essenziale coesistono senza possibilità di mediazione. Questo politeismo rende difficile trovare un terreno comune su cui basare il dialogo e la convivenza civile, poiché ciò che è considerato essenziale da un gruppo può essere completamente irrilevante o addirittura inaccettabile per un altro».
In questo contesto, il relatore ha proposto un approccio cristiano alla ricerca dell’essenziale, che non consiste nel cercare di imporre la propria visione del mondo agli altri, ma piuttosto nel cercare di comprendere e rispettare le diverse prospettive, senza rinunciare alla propria fede: «La fede cristiana ci invita a cercare l’essenziale non come un possesso da difendere, ma come un dono da condividere. È una ricerca deve essere condotta con umiltà e apertura, senza cadere nella tentazione del proselitismo o della competizione ideologica».
La fede, infatti, potrebbe essere ridotta a un prodotto da vendere sul mercato delle idee, un approccio che tradirebbe l’essenza del messaggio cristiano: «Il Vangelo non è una merce da vendere, ma una verità da testimoniare con la vita. Il pluralismo dei valori nelle società contemporanee pone una sfida particolare alla missione evangelizzatrice della Chiesa, che deve trovare nuovi modi per comunicare la verità del Vangelo senza cadere nella trappola della competizione o del marketing religioso».
La fede come ricerca continua e l’importanza della comunità
In un crescendo di considerazioni, Candiard ha sottolineato che la fede non è il punto di arrivo di un cammino spirituale, ma piuttosto l’inizio di una ricerca continua: «Se la fede fosse solo il raggiungimento di una certezza definitiva, non sarebbe più una vera fede, ma un’idolatria. Il cristianesimo ci invita a vivere la nostra fede come una continua scoperta del mistero di Dio, un mistero che non potremo mai esaurire». Citando don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, ha evidenziato come il sacerdote milanese fosse «un esempio di un approccio alla fede che non si accontentava di risposte preconfezionate, ma che invitava a esplorare continuamente nuove dimensioni della verità cristiana».
Nel cammino verso la ricerca dell’essenziale non si può prescindere dalla comunità: «Non possiamo cercare l’essenziale da soli; abbiamo bisogno della comunità per sostenerci e guidarci. La Chiesa, con la sua ricchezza di tradizioni e di esperienze, offre un contesto ideale per questa ricerca». Pertanto, ha continuato Candiard, «la comunità cristiana deve essere un luogo di accoglienza e di dialogo, dove le diverse esperienze e prospettive possano incontrarsi e arricchirsi reciprocamente. È il luogo dove possiamo sperimentare la bellezza dell’essere insieme alla ricerca dell’essenziale, senza paura di confrontarci con le differenze». Ogni giorno, in fondo, «è un’opportunità per avvicinarsi un po’ di più all’essenziale, per scoprire in ogni incontro, in ogni esperienza, un riflesso della bellezza e della bontà di Dio», ha concluso.
In chiusura Scholz ha sottolineato come le parole di Candiard abbiano offerto una guida preziosa per chi, in un mondo sempre più complesso e dispersivo, cerca di rimanere fedele ai valori essenziali della propria vita e della propria fede: «La ricerca dell’essenziale è un viaggio che dura tutta la vita, ma è anche il viaggio più bello e significativo che possiamo intraprendere. Non scoraggiamoci di fronte alle difficoltà, ma perseveriamo nella ricerca, confidando nella guida di Dio e nel sostegno della comunità cristiana».