Rimini, 22 agosto 2024 – Alle 15:00, nella Sala Neri Generali-Cattolica della Fiera di Rimini, si è svolto il convegno “Percorsi per la pace”, un incontro organizzato in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che ha visto la partecipazione di Antonio Tajani, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e di S.E. Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. A introdurre e moderare il dibattito è stato Bernhard Scholz, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS. Il convegno, sostenuto da CIHEAM Bari, isybank, Italian Exhibition Group, si è concentrato sulle sfide globali attuali e sulle possibili strade per promuovere la pace in un mondo segnato da conflitti e tensioni crescenti.
Un mondo frammentato: la sfida della pace
Bernhard Scholz ha aperto il convegno sottolineando la complessità del contesto internazionale attuale, descritto da Papa Francesco come una “terza guerra mondiale a pezzi”. Scholz ha evidenziato come i conflitti che sembravano inimmaginabili solo pochi anni fa stiano ora dilaniando varie regioni del mondo, con un impatto devastante sulle popolazioni coinvolte. Ha posto l’accento sulla difficoltà di trovare percorsi per la pace in un mondo dove la diplomazia e il dialogo sembrano sempre più spesso essere sostituiti dalla violenza e dalla forza. «La pace va costruita diplomaticamente e attraverso iniziative di riconciliazione fra i popoli», ha affermato Scholz, introducendo la discussione con una domanda rivolta a Monsignor Paglia sulle priorità della Chiesa nell’impegno per la pace.
La visione della Chiesa per la pace globale
Mons. Vincenzo Paglia ha iniziato il suo intervento richiamando l’importanza di una visione umanistica come base per la costruzione della pace. Ha sottolineato che la mancanza di una visione condivisa è alla radice non solo dei conflitti attuali, ma anche del fallimento della globalizzazione. Citando l’incontro storico tra Papa Giovanni Paolo II e Mikhail Gorbachev, Paglia ha ricordato come la speranza di un’Europa unita dall’Atlantico agli Urali sia stata infranta dalla guerra fratricida che oggi divide il continente. «Manca una visione dell’Europa, manca una visione del mondo», ha affermato, sottolineando come Papa Francesco, con le encicliche “Laudato si’” e “Fratelli tutti”, offra una prospettiva che dovrebbe guidare non solo la politica, ma anche la vita sociale e religiosa. Paglia ha insistito sulla necessità di recuperare un senso di responsabilità comune per la “casa comune” del pianeta e per la “famiglia umana”, lamentando la proliferazione di muri e divisioni che impediscono la costruzione della pace. Ha inoltre evidenziato il ruolo cruciale delle Chiese nel promuovere la riconciliazione, anche in contesti di conflitto interno come quello tra Ucraina e Russia, dove la guerra ha diviso non solo i popoli, ma anche le comunità religiose.
Il ruolo della diplomazia italiana nel Mediterraneo e oltre
Antonio Tajani, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha offerto una panoramica delle iniziative del governo italiano volte a prevenire i conflitti e a promuovere la cooperazione internazionale, con particolare attenzione al Mediterraneo e all’Africa. Tajani ha sottolineato l’importanza della cooperazione internazionale come strumento chiave della politica estera italiana, evidenziando come l’Italia sia ben accolta in molte regioni del mondo grazie alla sua storia di non interventismo coloniale e al suo approccio rispettoso verso i Paesi in via di sviluppo. Il ministro ha spiegato che il Piano Mattei per l’Africa rappresenta una componente fondamentale di questa strategia, mirata a valorizzare le risorse del continente e a promuovere uno sviluppo sostenibile che coinvolga direttamente le popolazioni locali. «Il Piano Mattei è la parte italiana di un grande piano Marshall per l’Africa», ha dichiarato Tajani, evidenziando la necessità di affrontare i problemi alla radice, dalla crescita demografica alla povertà, dal cambiamento climatico alla salute, attraverso un approccio integrato e sostenibile.
Tajani ha anche discusso delle sfide che l’Europa deve affrontare nel suo ruolo di promotore della pace, sottolineando la necessità di una maggiore coesione politica e di un impegno più deciso nel sostenere la stabilità nelle regioni vicine, come il Mediterraneo e il Medio Oriente. Ha ribadito l’importanza di rafforzare le capacità diplomatiche dell’Europa, auspicando una maggiore integrazione e una voce unitaria nelle questioni internazionali. «L’Europa deve essere una voce unica per portare un messaggio di pace», ha affermato, esortando i Paesi europei a superare le divisioni interne e a lavorare insieme per affrontare le sfide globali.
L’importanza della diplomazia multilaterale e della solidarietà
Un tema centrale emerso durante il convegno è stato il ruolo della diplomazia multilaterale e della solidarietà internazionale come strumenti indispensabili per la costruzione della pace. Paglia ha richiamato l’attenzione sull’importanza di mantenere e rafforzare le istituzioni multilaterali come l’ONU e l’Unione Europea, che oggi sono minacciate dalla frammentazione politica e dal nazionalismo crescente. Ha sottolineato come la Chiesa Cattolica, attraverso la sua diplomazia e le sue opere caritative, possa contribuire in modo significativo alla costruzione della pace, promuovendo il dialogo e la riconciliazione tra i popoli. In particolare, ha elogiato l’iniziativa dei corridoi umanitari, realizzata in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio e altre organizzazioni religiose, come un esempio concreto di come la solidarietà possa fare la differenza in contesti di crisi umanitaria.
Tajani ha condiviso questa visione, sottolineando come la politica estera italiana sia orientata non solo alla prevenzione dei conflitti, ma anche alla promozione di uno sviluppo equo e sostenibile nei Paesi più vulnerabili. Ha evidenziato il ruolo dell’Italia nella promozione della pace attraverso la cooperazione internazionale e l’impegno a sostenere le popolazioni più bisognose, specialmente in Africa e nel Mediterraneo. «La politica deve avere il coraggio di usare lo strumento militare per portare la pace», ha affermato, spiegando che l’Italia, attraverso le sue missioni militari, svolge un ruolo cruciale nel mantenimento della stabilità e nella prevenzione dei conflitti.
La sfida di un’Europa unita e solidale
Il dibattito si è concluso con una riflessione sul ruolo dell’Europa nella costruzione della pace e della sicurezza globale. Tajani ha sottolineato la necessità di un’Europa più forte e coesa, capace di agire con determinazione e di assumersi la responsabilità delle sue scelte politiche. Ha criticato la debolezza dell’Unione Europea nel contesto internazionale, attribuendola alla mancanza di integrazione politica e alla prevalenza di interessi nazionali che spesso ostacolano l’azione comune. «L’Europa deve diventare la madre della sussidiarietà», ha dichiarato, auspicando una riforma delle istituzioni europee che le renda più efficaci e democratiche, in grado di rispondere alle sfide globali e di promuovere la pace nel mondo.
Mons. Paglia ha concluso il suo intervento richiamando l’importanza di dare all’Europa un’anima, un’identità culturale e spirituale che sia capace di guidare le sue scelte politiche e di ispirare il suo ruolo nel mondo. Ha ricordato i valori fondanti dell’Europa, legati alla sua tradizione cristiana, e ha invitato a riscoprirli e a promuoverli come base per un nuovo umanesimo europeo. «L’Europa deve essere una guida politica forte, capace di armonizzare il lavoro degli Stati e di dare unità di intenti e di progetto», ha affermato, sottolineando che solo attraverso un impegno comune e una visione condivisa l’Europa potrà rispondere efficacemente alle sfide del presente e del futuro.