«Legato al Meeting sin dalle origini in virtù del rapporto di amicizia con i fondatori della manifestazione, ha sostenuto la realizzazione delle grandi mostre offrendo un contributo irrinunciabile sia per i contenuti sia per gli allestimenti». Alessandra Vitez, responsabile mostre del Meeting, ricorda per noi lo storico dell’arte Antonio Paolucci, recentemente scomparso a Firenze.
Intellettuale curioso, Antonio Paolucci era nato a Rimini 29 settembre 1939. Ministro dei beni culturali e ambientali tra il 1995 e il 1996, per nove anni, dal 2007 al 2016, alla guida dei Musei Vaticani, dove venne chiamato da Benedetto XVI. Ha partecipato al Meeting proprio nel 1995, in veste istituzionale, al convegno di presentazione della grande mostra sul Trecento riminese.
In quell’occasione ebbe modo di sottolineare la ragione del suo sostegno alle grandi mostre. «Questa esposizione, come altre occasioni precedenti, quali la bellissima mostra sul Cagnacci o le grandi mostre archeologiche, testimonia chiaramente che Rimini non è andata perduta, perché inevitabilmente risorge sempre la consapevolezza di essere un laboratorio di cultura e una città d’arte».
Rimini, proseguì, è «la città dell’accoglienza e del divertimento. È anche questa una componente a cui non si può rinunciare. La stessa cultura è qualcosa di spiritualmente vivo, e fra i caratteri distintivi della Romagna, e di Rimini in particolare, c’è questa allegria nei confronti della vita, che dunque include sia le cose piacevoli, “materiali”, sia la visione culturale».
Da direttore dei Musei Vaticani «è stato per noi un punto di riferimento», ricorda ancora Alessandra Vitez. Attraverso Paolucci il Meeting ha stabilito relazioni durature nel mondo culturale italiano. «Sempre disponibile, non per formalità ma con passione ha sostenuto con stima i nostri progetti culturali».
Si può dire che «sentiva il Meeting un luogo suo. Ha fatto il Meeting insieme a noi».