Generazione Lavoro. Giovani, e se domani…

Redazione Web

Generazione Lavoro. Giovani, e se domani…

Seconda puntata del Talk dedicato al lavoro a cura di Fondazione per la Sussidiarietà

 

Rimini, 23 agosto 2023 – Seconda puntata del Talk dedicato al lavoro a cura di Fondazione per la Sussidiarietà. I numeri, presentati ai molti giovani presenti da Irene Elisei ed Enrico Castelli, fotografano chiaramente le problematiche italiane sul tema “Giovani, e se domani…”: «Una donna su due non lavora, abbiamo il primato europeo per numero di NEET, ragazzi che non lavorano e non studiano», ha introdotto Elisei.

Eloquenti i dati Almalaurea: tra il 5 e l’8% dei laureati ogni anno lascia l’Italia. Il Sud Italia è più penalizzato: in dieci anni ha perso 157mila cervelli. Altro problema esposto è stato quello dell’incapacità di attrarre talenti dall’estero in Italia, con un saldo negativo tra ingressi e uscite di giovani.

«Non è corretto parlare di fuga dei cervelli», sostiene Pier Giorgio Bianchi, cofounder e amministratore delegato Talents Venture, «è un bene che le persone possano andare all’estero a trovare nuovi stimoli e poi tornare in Italia. Per non parlare di fuga di cervelli abbiamo due leve: migliorare le condizioni di vita dei giovani e aumentare gli stimoli intellettuali».

«Io credo», afferma Lorenzo Maternini, co-founder di Talent Garden, «che si sia disposti a fare dei sacrifici anche con dei salari bassi, a patto che ci sia una speranza, una proiezione su un qualcosa di futuro. Che si possa toccare con mano davvero l’aspettativa che qualcosa si possa realizzare. Questo sta mancando nel nostro paese».

L’emigrazione di cervelli può avere effetti positivi? «Se fosse una circolazione di talenti sarebbe auspicabile», replica Monica Poggio, amministratrice delegata Bayer. «Il tema è come attrarre. Le nuove generazioni cercano sostenibilità, senso, carriera come impatto».

Luca Farè, Fondazione per la Sussidiarietà, è tornato dopo quattro anni da ricercatore in Belgio, perché «avevo il desiderio di lavorare con qualcuno e non per qualcuno».

Si è quindi affrontato un tema centrale della questione lavorativa dei giovani, e non solo: la formazione. C’è un gap di competenze tra le richieste del mondo del lavoro e quanto offerto dall’istruzione. «La grande sfida non è solo formare i nuovi, ma come continuare a formare le persone che oggi lavorano», puntualizza Maternini, specie nell’era incipiente dell’intelligenza artificiale.

L’università si deve appiattire sul mondo produttivo? «C’è un tema di dialogo, bisogna far sì che nessuno dei due si appiattisca sull’altro», risponde Poggio. «Abbiamo bisogno di competenze», ma, data la rapidità dell’evoluzione dei processi e delle tecnologie, «abbiamo bisogno di persone che sappiano imparare ad imparare».

«Saranno sempre più necessari ritorni alla formazione», sostiene Bianchi. «Per questo abbiamo inventato il Reddito di Istruzione», che ha raccolto in un anno 1,5 milioni di euro da fondazioni bancarie per supportare corsi di formazione, che saranno rimborsati solo dopo l’ingresso nel mondo del lavoro.

In chiusura un estratto del messaggio del Presidente Mattarella del 2 giugno scorso: «È responsabilità della Repubblica far sì che (lavorare all’estero, ndr) si tratti di libera scelta. Si tratta di passare dalla fuga dei cervelli alla circolazione dei talenti».

Appuntamento a giovedì 24 con il terzo Talk con il focus su lavoro e donne.

(A.M.)

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