Maddalene (da Giotto a Bacon)

Redazione Web

Maddalene (da Giotto a Bacon)

Con Walter Malosti e Lamberto Curtoni

 

Rimini, 21 agosto 2023 – Un «maddalenesco tragitto» testoriano si è dispiegato per il Meeting per l’amicizia fra i popoli al Teatro Galli, attraverso il dialogo tra immagini, video, musica e parole in Maddalene. Da Giotto a Bacon” di Giovanni Testori, con cui Valter Malosti e Lamberto Curtoni al violoncello hanno reso omaggio al centenario della nascita del grande scrittore e storico dell’arte milanese. Da Nicolò Pisano a Donatello, da Botticelli a Tiziano, da Rubens a Cèzanne, al romagnolo Guido Cagnacci (con sottofondo felliniano), agli amati Gaudenzio Ferrari e Romanino. Tutti per Maddalena.

Malosti, regista, attore e direttore di Emilia-Romagna Teatro Fondazione (ERT), ha portato in scena i versi di Testori accompagnati e contrappuntati da brevi suite originali per violoncello del compositore Carlo Boccadoro, eseguite dal virtuoso Curtoni. Una produzione Emilia-Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale, con il sostegno di Teatro di Dioniso, TPE – Teatro Piemonte Europa, Festival deSidera, Festival Orizzonti, Unione Musicale Torino-Confluenze, in collaborazione con Comune di Rimini e Sagra Musicale Malatestiana.

«Nel 2003», ha detto Malosti introducendo lo spettacolo, «invitato dal Festival deSidera, istigato dall’editore Franco Maria Ricci che stava componendo un volume sulle varie Maddalene nella storia dell’arte, iniziai a lavorare intorno a questa particolarissima raccolta poetica. Testori aveva prodotto in forma di poesia le schede critiche sulle singole opere: schede-versicoli, come lui le chiamò, e non mancò in taluni casi di esprimere in versi anche la sua antipatia nei confronti di talune scelte di opere fatte dall’editore. Da lì è iniziato un percorso di ricerca, un vero e proprio “work in progress”, cui numerose e successive commissioni hanno permesso al progetto di evolvere passo passo. Immagini, le parole, la musica. C’è un passo delle “Conversazioni con Testori” di Luca Doninelli, in cui si legge che lo storico dell’arte veramente grande è quello la cui interpretazione aderisce alle opere in manie­ra tanto serrata che poi non è più possibile guardare quelle opere senza pensare a quello che lui ha scritto».

Testori esalta l’umanità e la grandezza drammatica del personaggio di Maddalena, ripercorrendo attraverso i secoli il catalogo inesauribile delle opere in cui è stata raffigurata “l’amata peccatrice”, che ci squaderna l’infinita varietà dell’umano (e anche dell’inumano), con un desiderio profondissimo e umanissimo di incontrare “carnalmente” le Maddalene e anche, come dice Testori, alcuni Maddaleni, di vedere il loro volto, di sentirne il fiato. «Che faccia avrai?», chiede alla Maddalena del Masaccio, prostrata «così vicino a Cristo» nell’urlo e nel silenzio.  In fila i versi per capire quanta ricchezza si nasconda in questa ricerca, fino all’ultimo «blasfemo sacro schianto, atroce cristiano vanto» della Maddalena o presunta tale di Francis Bacon, «anima franta», fiore infecondo nella Terra in agonia.

(M.T.)