Lo sport al Meeting
Presentazione del gioco del baskin: il primo sport progettato per tutti!
Rimini, 21 agosto 2023 – Tribune gremite all’arena allestita dal Derthona Basket presso lo Spazio Derthona – Cittadella dello Sport A7/C7 del Meeting per l’amicizia fra i popoli, per la presentazione del baskin, il primo sport progettato per tutti, dove atleti normodotati e disabili anche gravi possono giocare e competere insieme. La presentazione, moderata da Claudio Arrigoni della Gazzetta dello Sport, ha visto la partecipazione di Antonio Bodini, presidente e co-fondatore ODV Baskin, consigliere nazionale Ente Italiano Sport Inclusivi (EISI); Marianna Bodini, figlia di Antonio, consigliere EISI; Matteo Soragna, già cestista medaglia d’argento alle Olimpiadi 2004 di Atene, oggi commentatore SkySport e giocatore di baskin del Piacebaskin (Piacenza).
Uno sport nato in famiglia, ha raccontato Antonio Bodini: «Oltre Marianna», affetta da tetraparesi spastica, «ho altri quattro figli normodotati. Vedevo che giocando con lei sviluppavano una creatività e si divertivano», mentre in altri contesti «lei non poteva giocare. Avevo paura di proporre agli altri di giocare con lei, ma io sapevo che si sarebbero divertiti, perché lo avevo visto in casa». Da qui il bisogno di una nuova modalità di gioco: «Volevo che tutti vedessero che con le persone disabili si può giocare, bisognava trovare un modo».
Da qui è nato il baskin, ideato insieme all’insegnante di educazione fisica Fausto Capellini. «Doveva essere uno sport», ha continuato Antonio Bodini, «dove tutti dovevano poter esprimersi ed essere determinanti, nel bene e nel male, poter far perdere o far vincere la propria squadra, imparare a vincere e a sostenere il peso della sconfitta».
La squadra si compone di cinque giocatori con cinque diversi ruoli definiti dalle proprie funzionalità: «Nel baskin non ci si focalizza sul deficit, contabilizzando le lesioni come nel basket paraolimpico», ha spiegato Bodini. «Nel baskin, attraverso l’assegnazione dei ruoli, non poniamo l’accento su quel che uno non ha, ma su quello che uno riesce a fare».
I giocatori sono quindi valutati all’inizio e durante la stagione, per l’attribuzione del ruolo: si va dal ruolo 5, atleta normodotato, al ruolo 3, atleta con difficoltà di corsa e così via fino ai ruolo 2 e ruolo 1 per gli atleti con difficoltà motorie gravi. A questi è dedicato un canestro speciale che si aggiunge a quello standard dedicato ai ruolo 3-4-5. Il campo da basket è così modificato per avere due fronti di attacco per ciascuna squadra. Il giocatore che attacca il canestro speciale, consegna la palla all’atleta disabile. «A questo punto se la deve vedere lui col canestro, deve riuscire ad essere all’altezza dell’investimento di stima che hanno fatto su di lui i suoi compagni».
«Mi ritengo molto fortunato nel poter stare a contatto con i ragazzi disabili e le loro famiglie» ha raccontato Soragna. «Quando vedo il mio compagno o compagna di squadra che mi sorride, la mia giornata è arrivata al suo scopo. Quando vedo la famiglia del mio compagno disabile felice, perché il loro figlio gioca e si confronta con gli altri, la mia giornata ha raggiunto il suo senso».
«Il baskin è talmente bello che ti fa sentire egoista: io gioco a baskin perché piace a me, rende felice me», ha continuato l’ex cestista. «Quando con il mio compagno in carrozzina Paolo ho la libertà di tirargli calci alle ruote e lui si mette a ridere, si realizza quella complicità che cerco con i miei amici, con mia moglie e con mia figlia».
Sono 167 le società di baskin in Italia e la diffusione si sta allargando agli altri Stati europei. «Vedendo giocare a baskin sono scioccati, perché in molti paesi non esiste l’integrazione con i disabili a scuola», racconta Bodini. «In Belgio, dove ci sono le scuole differenziate, stanno cercando di introdurre il baskin, creando gli enti per lo sport inclusivo che ancora non esistono».
Nei giorni in cui in Germania l’estrema destra torna a proporre la separazione scolastica di studenti disabili e normodotati, Bodini ha puntualizzato che questo sport è potuto nascere in Italia grazie alla legge Falcucci del 1978, per l’integrazione degli alunni disabili nelle scuole superiori: «È una visione dello sport e della vita che noi italiani abbiamo, che dobbiamo far conoscere e di cui dobbiamo andare orgogliosi».
«Perché giocare a baskin?», ha chiesto in chiusura Arrigoni. «Il baskin fa crescere tutti», ha risposto Soragna, «giocatori e famiglie». «È molto indicato per le scuole, forma i futuri cittadini, con i giusti rapporti tra le cose della vita, è molto educativo», ha ribadito Antonio Bodini. Ha concluso l’incontro Marianna Bodini: «Gioca a baskin, perché ti stupisci».
Al termine dell’incontro si sono sfidati sul campo da baskin gli Onions di Santarcangelo di Romagna, supportati anche dal loro sindaco Alice Parma, e una rappresentativa della Regione Marche: risultato finale 62-55.
(A.M.)