Fusione nucleare: l’energia delle stelle per il futuro del Pianeta

Redazione Web

Fusione nucleare: l’energia delle stelle per il futuro del Pianeta

Un prezioso contributo alla soluzione di uno dei problemi più urgenti del nostro tempo

 

Rimini, 20 agosto 2023 – L’osservazione del brillare del Sole e degli astri notturni ha condotto a uno dei più fecondi percorsi scientifici degli ultimi due secoli: la fusione nucleare, la fonte di energia delle stelle e – in ultima analisi – di ogni risorsa energetica che abbiamo a disposizione sulla Terra. Il tentativo riuscito di riprodurre e controllare la fusione nucleare in laboratorio è un prezioso contributo alla soluzione di uno dei problemi più urgenti del nostro tempo: produrre energia senza limiti e senza emissioni dirette di CO2.

Nel corso dell’incontro “Fusione nucleare: l’energia delle stelle per il futuro del Pianeta” curato dall’Associazione Euresis, due protagonisti di questo percorso di ricerca affascinante, arduo e fecondo – Marcella Marconi, direttore Osservatorio Astronomico di Capodimonte, Istituto Nazionale di Astrofisica di Napoli, e Ambrogio Fasoli, direttore Swiss Plasma Center (Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne) Losanna, presidente Consorzio EUROfusion – hanno raccontato lo stato dell’arte della tecnologia, i traguardi raggiunti e le sfide ancora da cogliere.

Il modo in cui funzionano gli astri ci aiuta a capire come sono realmente fatti. «Le stelle sono oggetti che funzionano grazie all’energia nucleare», ha dichiarato Marconi. Una stella è una sfera di gas – prevalentemente idrogeno ed elio – tenuta insieme dalla forza di gravità. Nubi enormi di gas danno luogo alle cosiddette protostelle, addensamenti che sotto l’effetto della gravità collassano su sé stessi. Ma quando nasce una stella? «Quando il suo centro diventa abbastanza caldo, arrivando fino a dieci milioni di gradi, inizia la fusione nucleare. Quattro nuclei di idrogeno formano un nucleo più pesante di elio e la stella si accende». È quello che sta facendo il nostro Sole. «Siamo effettivamente figli delle stelle», conclude Marconi, «e anche dipendenti dalle stelle, che ci consentono la vita che funziona grazie alla fusione nucleare».

«Vogliamo risolvere un problema pratico: costruire una stella sulla Terra». Esordisce così Fasoli, che aggiunge una precisazione decisiva: «La fusione non è in competizione con le fonti rinnovabili, che sono intermittenti. Abbiamo bisogno di energia di base rispettosa dell’ambiente e la troviamo nei nuclei. Lo abbiamo imparato guardando le stelle. Tutta l’energia viene dalle stelle». La fusione nucleare garantisce infatti una enorme densità di energia concentrata e non intermittente, un combustibile praticamente inesauribile, un impatto ridotto sull’ambiente e una grande sicurezza, perché non è basata sul concetto di reazione a catena.

«Lavoriamo tutti insieme senza segreti, senza competizioni feroci, con una apertura totale sulle informazioni», prosegue il relatore. «In Europa siamo i pionieri di questo approccio. La collaborazione globale e l’amicizia fra i popoli é alla base di ITER, il progetto di ricerca sulla fusione nucleare forse più ambizioso fatto dal genere umano per scopi pacifici».

«Ora serve un cambio di passo», conclude Fasoli. «È necessario accelerare e per riuscirci, ancora una volta, dobbiamo fare insieme». Il fattore limitante è l’integrazione di tutte le condizioni: ogni singola performance che i ricercatori sono in grado di realizzare individualmente va ottenuta insieme, in parallelo, e non una volta sola ma sempre. «Per far sì che accada, occorre fare ricerca insieme gli uni con gli altri, prendere dei rischi, aumentare gli investimenti. Serve una vera integrazione di culture e dei diversi approcci, quello dei ricercatori e quello industriale». Per farlo, in ultima analisi, occorre tenere presente l’esperienza umana come amicizia – anch’essa come la fusione – inesauribile.

(P.C.S.)

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