Sharjah, domenica 6 novembre 2022. C’è entusiasmo nella delegazione Meeting a Sharjah al termine di questo sabato ricco di eventi. C’è sorpresa, c’è anche una punta di commozione. Si sono appena conclusi i due speech sulla storia del Meeting con Scholz e Forlani e sul rapporto tra fede e scienza con Dieci e Bersanelli, entrambi moderati da Wael Farouq. «Siamo stati tutti sorpresi dalla grandissima ospitalità che abbiamo avuto e dal grande interesse per le nostre presentazione, così come dalle numerose domande», reagisce a caldo il presidente del Meeting Bernhard Scholz. «Durane il primo incontro c’è stata anche la testimonianza di una persona che ha visitato il Meeting che ci ha sorpreso per la profondità del suo contributo e per l’acutezza con cui ha colto la specificità del Meeting».
Presentare il Meeting in un contesto come quello di Sharjah aiuta meglio a capire cos’è il Meeting stesso. «Siamo tornati più consapevoli anche noi del dono che il Meeting è, e più grati dell’impegno di tanti che lo hanno creato e costruito in questi 40 anni. Abbiamo incontrato persone che ci parlato dell’utilità del Meeting per il mondo. Per me è stato commovente sentire persone di grande livello, scienziati e politici dell’area mediterranea e del Golfo Persico che ci dicono che per loro il Meeting è un luogo di speranza».
Il sabato è stato anche il giorno di incontri ufficiali con i responsabili della Fiera. «Abbiamo incontrato gli organizzatori e concordato con il chairman che la collaborazione proseguirà al prossimo Meeting, con la possibilità che loro intervengano a presentare la Fiera del Libro di Sharjah. Una fiera peraltro che ci ha sorpreso, soprattutto per la presenza di tantissimi giovani e di libri per i giovani e i ragazzi. C’è un interesse educativo che non ci aspettavamo con questa intensità».
Conoscere una realtà di enormi dimensioni come la Sibf è stata anche l’occasione di scoprire non pochi elementi in comune con il Meeting. «Anche questo come il Meeting è un luogo di incontro annuale di persone, culture, popoli e religioni diversi, ci sono anche similitudini di esperienze. Potremmo pensare anche a delle mostre, potrebbero esserci delle sorprese al prossimo Meeting».
Anche l’incontro dedicato alla scienza ha riservato varie sorprese. «C’era un clima di attenzione, curiosità, immedesimazione con il Meeting e i suoi contenuti», racconta Marco Bersanelli, «e questo anche durante la sessione scientifica che abbiamo coordinato Giorgio Dieci e io. Abbiamo proposto una narrazione della storia della natura dal punto di vista biologico e cosmologico, mostrando come il movimento della natura è segno di qualcosa di grande, fino al punto di coscienza della natura stessa che è l’io». Un tipo di proposta che ha generato commenti e domande in tempo reale tra i presenti. «Ci hanno fatto sentire a casa», spiega lo scienziato, «erano interlocutori con lo stesso nostro interesse. Questo è notevole, perché denota la presenza di una realtà sinceramente aperta al vero e al bello e su questo ci si intende».
«Viene voglia di continuare, al di là dei numeri e dei progetti», è il commento finale. «Vedere accadere qui questa apertura e assenza di preconcetto è qualcosa che per me in questi giorni mi fa dire che sarebbe bello che fosse così anche da noi, paradossalmente. Ci portiamo a casa qualcosa che arricchisce la storia di tutti».
(2. continua)