Il futuro a due passi. I Big Data e noi
Una nuova materia prima del nostro paese: i dati
Rimini, 24 agosto 2022 – L’incontro “Il futuro a due passi. I Big Data e noi”, moderato da Marco Bardazzi, giornalista, ha visto come ospiti Carlo Battistini, presidente della Camera di Commer-cio della Romagna Forlì-Cesena e Rimini; Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione della Regione Emilia-Romagna; Rita Cucchiara, professore ordinario di Sistemi di Elaborazione dell’Informazione presso il Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia; Antonio Zoccoli, presidente Istituto Nazionale di Fisica nucleare.
Fin dagli anni ’60, quando un frutteto fu ribattezzato “Silicon Valley”, i giornalisti hanno utiliz-zato il termine “valley” per distretti e aree geografiche ad alta tecnologia. Oggi in Emilia Ro-magna si parla di una “Data valley” o “Big Data valley”, quale area HUB europeo dei dati, dove attualmente se ne concentrano già il 70% di calcolo e storage a livello nazionale. Il tecnopolo che sta nascendo a Bologna mette insieme infrastrutture, competenze e potenza di calcolo unici al mondo. Zoccoli riferisce quanto la produzione dei dati sia in crescita continua e così la necessità di immagazzinarli e analizzarli. Antesignano del Cloud è stata la modalità di racco-gliere dati a Ginevra per un acceleratore, quindi si è cominciato a mettere in relazione com-puter in tutto il modo per renderli fruibili agli scienziati. Dalla ricerca in campi scientifici si è poi passati alla medicina, come con i sequenziamenti genomici, all’agricoltura e in ultimo al campo industriale. L’Europa ha messo in campo un’azione per realizzare grandi infrastrutture di calcolo per immagazzinare e analizzare i dati.
L’ Emilia Romagna ha allocato in una vecchia struttura un centro di calcolo per le previsioni a medio termine europeo, una macchina di supercalcolo “Cineca” e le macchine di supercalcolo dell’Istituto di Fisica Nucleare. La macchina di supercalcolo “Cineca”, che sarà inaugurata il 24 novembre, sarà una delle tre macchine più potenti al mondo, finanziata per metà dall’Europa. L’Italia ha messo in campo un’azione di finanziamento mediante il PNRR per costruire un cen-tro nazionale di supercalcolo, mettendo a sistema tutti i data center del territorio nazionale. Inoltre con il PNRR ci saranno altre iniziative, come i partenariati estesi sull’artificial intelli-gence, sulle quantum technologies e altro. L’assessore Colla riferisce che dopo l’alta velocità questo è il più grande investimento messo in campo dall’Europa e dal nostro paese, trasver-sale per tutti i settori. Si parla della governance di uno dei processi strategici per il futuro dei giovani e non solo. Per il presidente Battistini importante è che questo progetto strategico possa arrivare al mondo delle imprese, che è pienamente rivolto al green e al digitale. La tra-sformazione digitale delle imprese si basa su quattro punti: big data, internet delle cose, il cloud, intelligenza artificiale, cioè macchine che apprendono ad apprendere. Il valore dei big data è 2 miliardi, quello del cloud 3.5 miliardi, il digitale è una realtà già presente nelle nostre imprese.
La prof.ssa Dallara relaziona sulla grande ricerca scientifica degli ultimi quindici anni alla base dell’intelligenza artificiale, che si è sviluppata grazie alla concomitanza di quattro fattori: la grande disponibilità di dati, la presenza di macchine o calcolatori capaci di elaborare in tempi brevi questi dati, i nuovi algoritmi o modelli di apprendimento, detti anche reti neurali, costi-tuite da centinaia di milioni di elementi computazionali molto semplici, e gli investimenti. L’in-telligenza artificiale nasce negli Stati Uniti proprio per gli investimenti di colossi come Google, Amazon e Microsoft, che, avendo a disposizione grandi moli di dati, hanno creato industrie rivolte a settori anche completamente diversi da quelli del software. Oggi si ha la possibilità non solo di usare e comprare l’intelligenza artificiale fatta da altri, ma di svilupparne una no-stra europea. Negli ultimi tre anni si sono sviluppati modelli di AI che hanno bisogno di una forte potenza di calcolo ed in futuro si spera di sviluppare dei modelli di interpretazione dei dati, di comprensione dei dati, di predizione dei dati che nascano in Italia e in Europa.
(M.S.C.)