Agosto 2022
in collaborazione con Askanews
Rimini, 20/08/2022 - La costruzione della pace e la ricerca del perdono sono i messaggi che giungono dal panel di apertura del Meeting di Rimini. Sul tema sono arrivati i contributi dell'arcivescovo Metropolita della Madre di Dio a Mosca, monsignor Paolo Pezzi, del Patriarca di Gerusalemme dei Latini, padre Pierbattista Pizzaballa e dell'arcivescovo di Bangui, in Centrafrica, il cardinale Dieudonné Nzapalainga. Non solo Ucraina. L'appello alla pace è giunto dal Medio Oriente fino al continente africano.
Israeliani e palestinesi non vogliono “sentire parlare del cosiddetto processo di pace dopo i tanti fallimenti e tradimenti di quel processo”, ha esordito padre Pizzaballa. Quello che li accomuna è “la mancanza di fiducia reciproca”. “Se oggi è vero che parlare di giustizia e pace in Medio Oriente significa stare dalla parte di chi combatte contro i mulini a vento – ha aggiunto il Patriarca - è vero che il desiderio di pace e giustizia deve trovare nel posto di ognuno, soprattutto in chi ha responsabilità”.
Anche da Mosca è giunto un forte grido di pace. Ma soprattutto l'invito è al perdono.
"Per il mondo la pace è l'instaurarsi di un certo potere, e di solito - chissà perché - è rimandata sempre a un futuro e chissà perché occorre che ci siano alcuni, normalmente sempre i più deboli e poveri, che dovranno fare certi sacrifici mentre altri no. La pace che dà il mondo è una menzogna”, ha spiegato l'Arcivescovo Metropolita della Madre di Dio a Mosca in collegamento video. “Possiamo sforzarci quanto vogliamo – ha aggiunto mons. Pezzi - ma noi non raggiungeremo la pace dopo una certa tappa di un certo cammino. Penso che dovremmo ricordarcelo più spesso che l'odio, la cattiveria, non sono parte della nostra esperienza umana. È qualcosa che entra perché noi lo lasciamo entrare, è la spada di Satana, è la menzogna”. L'esperienza del “perdono” è per monsignor Paolo Pezzi, la chiave per vincere la guerra e per arrivare alla pace. “Senza l'esperienza del perdono non si può vivere”, ha concluso Pezzi.
“Non dimentichiamoci mai che la violenza genera violenza – ha sottolineato S.Em. Card. Dieudonné Nzapalainga, Arcivescovo di Bangui -. Dobbiamo imparare a uscire da questa spirale e logica di guerra che vuole risolvere tutto con le armi. L'uomo non ha ancora imparato la lezione di Hiroshima e Nagasaki. Chiedo di avere il coraggio di cambiare le cose, promovendo la cultura delle non violenza e della pace per un'altra umanità. E qui in Italia. Se posso chiedervi qualcosa, se avete delle comunità ucraine e russe, cercate di creare dei ponti affinché possiate dialogare e lavorare con queste comunità, condividere cibo e pregare con queste comunità. E' così che cominceremo a gettare i semi della pace”. “La vera pace – ha concluso il porporato - non si può raggiungere solo con l'uso della forza, ma si ottiene quando si conoscono le cause del conflitto e della guerra”.
S.S. - P.T.