La missione degli artigiani di pace è la sfida del Risorto

Redazione Web

La missione degli artigiani di pace è la sfida del Risorto

Rimini, 20 agosto 2022 – «La pace è il bene più prezioso che l’uomo sta cercando. Alcuni ri-tengono che sia quella ottenuta con l’uso della forza: la vittoria del più forte. Invece, la pace è la capacità di rinunciare alla violenza. È frutto di un accordo, di un cammino pieno di diffi-coltà da affrontare con perseveranza, capace di aprire una breccia tra le nazioni». Con que-ste affermazioni si è aperto l’incontro “Artigiani di pace. La passione di conciliare”. A prende-re la parola, introdotto Bernhard Scholz, Presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS, è S.Em. Card. Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, nel Centrafrica, do-ve da anni, e in forme diverse, imperversa una guerra civile.
Cosa vuol dire essere artefici di pace? «L’artigiano di pace non deve scegliere con chi stare, ma stare con tutti. L’ecumenismo si ottiene con i fatti», spiega il cardinale, poi raccontando: «Un giorno alcuni uomini d’affari mi hanno offerto ottantamila euro. Non li ho accettati. La violazione dei diritti umani era all’ordine del giorno e se li avessi accettati non avrei più potu-to difendere i deboli». E aggiunge: «A Banqui, nel mio paese, in Centrafrica, ero disposto a morire. Sono convinto che mettendoci al servizio della pace riceviamo una forza che provie-ne dalla fede e ci porta a superare le prove della vita. E, così, difendiamo non solo i cristiani, ma l’essere umano».
Nzapalainga aggiunge poi un altro significativo aneddoto: «Incontrai nella boscaglia un ra-gazzino di sedici anni. Gli parlai di educazione e di pace. Rispose: “Qui quando una persona non obbedisce la uccidono”. Ho capito che il mio popolo perisce per mancanza di conoscen-za e di educazione. Bisogna promuovere la cultura della pace. Bisogna condividere, oltre al cibo, la lingua della verità». Da questo bisogno nasce la piattaforma delle confessioni religio-se del Centro Africa. S.E. Mons. Paolo Pezzi, arcivescovo metropolita della Madre di Dio a Mosca, chiosa: «Bisogna scrivere una nuova pagina della storia, quelle degli eroi della pace».
S.B. Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, arricchisce il dialogo interre-ligioso sulla pace affermando che essa si raggiunge attraverso buone relazioni, perché altri-menti giustizia e pace restano solo parole: «È la fede che genera una passione irresistibile per l’uomo sul piano politico e sociale. Il mio ruolo è quello di pastore che dia fiducia por-tando la mia esperienza e credendo davvero in quello che dico, incarnando speranza e per-dono. Così nasce una sintesi tra fede e vita: la comunità mi segue perché vede in me una persona pacificata».
L’ultimo testimone di pace è monsignor Pezzi: «La pace non è una conquista umana. La pace è un dono, entra perché la facciamo entrare e va accolta, la dà Lui e il perdono è necessario per vivere».
Un’unità profonda è emersa in questo dialogo interreligioso, in posti diversi del mondo. In questi luoghi c’è una presenza che crea un mondo diverso perché c’è Qualcuno all’opera.

(M.S.)

Scarica