Meet the Meeting, l’evento – anzi, la serie di eventi – che anticipa i contenuti del Meeting e invita a sostenerne concretamente la costruzione, da cinque anni mette in moto tante persone, con un tourbillon di eventi, incontri, serate, concerti... Oltre a ciò, però, mette in moto anche l’esperienza e il cuore di tanti. E così anche quest’anno sono giunti in gran numero contributi belli e preziosi che vogliamo condividere con voi.
Puntualmente anche quest’anno è arrivato l’invito ad aderire alla proposta di Meet The Meeting 2022. Altrettanto puntualmente ci siamo ritrovati con lo stesso gruppo di amici della Comunità di Bresso con cui avevamo organizzato l’edizione 2021 per ridarci le ragioni e giudicare se quanto ci veniva proposto continuava a provocarci e muoverci o rischiava solamente di essere l’ennesima cosa da organizzare dentro le nostre vite spesso già piene. Da quel primo dialogo insieme sono emersi almeno tre elementi che per me sono stati la traccia e forse anche il contenuto stesso della giornata del 21 maggio 2022 in Piazzetta Cavour a Bresso.
Tutti quanti noi, chi più e chi meno anche solo per ragioni anagrafiche, abbiamo vissuto diverse edizioni del Meeting e siamo realmente affezionati a questo momento proprio per la grande occasione di arricchimento umano personale. Meet The Meeting è un richiamo per tutti, non un promemoria sterile che squilla con qualche mese di anticipo, ma ha dentro una proposta che è fatta della stessa radice del Meeting stesso: un luogo di amicizia e convivenza.
Il secondo punto è stato il desiderio che fosse un’occasione per far festa, tra noi amici e nella nostra città, perché il ritrovarsi a trascorrere del tempo insieme serenamente è la modalità privilegiata perché fiorisca l’occasione e il desiderio di incontro che accumuna noi oggi a quel primo gruppo che nel 1980 ha dato inizio alla storia del Meeting.
In ultimo la nostra storia e amicizia ci ha sempre insegnato e mostrato che a fare le cose insieme ci si scopre più amici, nel senso più vero del rapporto, perché si condivide un pezzo di realtà guardandola e giudicandola insieme. Questo è possibile perché apparteniamo a un popolo, un popolo fatto di volti precisi di amici.
Alessandro, Bresso (MI)
È stato Sandro, come ogni anno, a metterci in movimento rispetto al valore del Meeting; poi le circostanze hanno fatto sì che si dovesse mettere di lato, sempre con una preoccupazione buona! Quello di cui sono grato e colpito è stata la disponibilità immediata di tutti: di chi ci ha ospitato (eravamo sotto i portici del sagrato del Duomo); di chi ci ha fornito il vino; e soprattutto degli amici che appena interpellati hanno ringraziato per l’opportunità, e chi non ha potuto esserci ha fatto comunque i conti con la richiesta di aiuto.
Per il giorno del banchetto ci siamo dati appuntamento ad essere come il/al PORTICO DI SALOMONE, come subito un amico suggeriva, e così siamo ritornati nelle piazze della nostra città, con la consapevolezza, semplice e grande, dell’Amicizia che ci sostiene, che il Meeting esprime ancora più pubblicamente.
Sandro aggiunge: «Già, passione per l’uomo, per l’umano che siamo e che viviamo, che ci rende uomini veri e coscienti di essere fatti per un destino bello, che va lontano, e che dà spessore al gusto della vita, oggi! Proporre il Meeting è dentro questa prospettiva, ed è per tutti! Grazie amici!»
Andrea, Cremona
Anche quest’anno, dall’esperienza di Meet the Meeting, è fiorito di più di quanto ci aspettassimo. Mi sono trovata a preparare il gesto con nuovi amici, perché alcuni di quelli con cui lo preparavo abitualmente erano parecchio impegnati. Proprio questa è stata la prima grande sorpresa, perché, pur non essendo gli amici di cui conosco a memoria tutti i fatti e gli eventi della vita, ho sorpreso con loro un’unità così carnale e così tangibile, che mi sono accorta che non era frutto di una nostra capacità o di un nostro sforzo, ma dell’avere in comune il centro affettivo: l’esperienza di Uno vivo che ci raggiunge continuamente attraverso la trama della nostra storia e di cui anche Meet the Meeting è un terminale.
Questa commozione si è riverberata moltissimo nel gesto, prima nel coinvolgere tutti gli altri amici incuriositi dalla fedeltà con cui ogni martedì ci trovavamo a preparare il gesto, tanto che il gruppo di lavoro si dilatava sempre di più, e poi nel come quel giorno abbiamo vissuto il gesto.
Ti accorgi che quanto più ti fai penetrare da uno sguardo, tanto più senti veramente che la parola amicizia è uno struggimento per il bene dell’altro da cui ti senti pervaso. Abbiamo guardato tutte le persone che si avvicinavano allo stand con questo struggimento e con questa commozione, sia che dessero l’offerta e prendessero la bottiglia sia che non la prendessero: è stata la scoperta di un’amicizia che si dilata ad abbracciare il mondo, perché sovrabbondante di uno sguardo che è per il mondo.
Certamente il clima di festa, di dialogo e di accoglienza è stato anche facilitato dal taglio che abbiamo dato al momento, semplice ma brioso, con una band di giovani che ha suonato per noi: ai momenti di video si alternavano i momenti in cui la band si esibiva, il tutto naturalmente ben “SPRITZATO” da un ricco aperitivo.
Aggiungo solo che una mia collega, che ha visto i video da me postati su instagram, mi ha detto: “Vorrei trasferirmi a Guglionesi solo per vivere la bellezza che vivi tu”. Mentre la proprietaria della Cantina De Lisio ci ha ringraziato e ci ha fatto capire che lei, ogni anno, attende questo appuntamento e non certo per il vino.
Daniela, Guglionesi (CB)
Sabato 21 maggio la nostra amica Natalia ci ha invitati a casa sua per una “serata Meeting” o meglio “Meet the Meeting”. Abbiamo accolto il suo invito con immediatezza perché conosciamo i trascorsi della nostra amica come volontaria al Meeting per diversi anni e anche (e soprattutto) per aver avuto il coraggio e l’audacia di proporre due anni fa nel suo paese a quarantacinque minuti da Avellino lo “spettacolo” del Meeting secondo la modalità possibile e praticabile allora per “visitare” il Meeting da lontano.
Era stato un successo ma non perché lei fosse brava ad organizzare (anzi, è alquanto timorosa e riservata) ma perché aveva desiderato proporre e mostrare ai suoi compaesani quanto di bello e straordinario lei aveva potuto guardare da vicino facendo appunto la volontaria al Meeting. Pertanto il suo invito ha subito significato per noi una bella possibilità per stare in compagnia di una nostra amica semplice ma capace di fare cose grandi.
E la serata si è snodata, appunto, in un clima di grande semplicità, con i suoi familiari, amici, vicini di casa e anche un suonatore di chitarra e uno di mandolino, che hanno suonato canzoni napoletane in sottofondo contribuendo a creare un clima di gioiosa familiarità. Un buffet ricco e colorato ha condito la serata e una fila di bottiglie di ottimo vino fatto in casa dal fratello facevano mostra di sé con al collo la scritta “Meet the Meeting”.
Natalia, con la semplicità mista a timidezza e l’autenticità che la contraddistinguono, ha introdotto i video che con l’aiuto tecnico della tenace e fattiva nipote Valentina (che già l’aveva aiutata due anni prima) sono stati proiettati per presentare e illustrare agli ospiti cos’è il Meeting. Eravamo con lei un piccolo gruppetto di noi amici del Movimento di CL e ci ha subito colpiti la naturalezza con cui Natalia ha parlato del Meeting facendo trasparire dalle sue parole cariche di esperienza e dal suo sguardo colmo di meraviglia e gratitudine quanto di bello, vero e umano si potesse incontrare al Meeting. E questo non è sfuggito a quelli che erano lì perché l’indomani alcuni di loro le hanno telefonato per ringraziarla della serata e di come erano stati “bene” e assicurando anche di voler visitare il Meeting.
Per noi, per me in particolare, quella serata semplice ma piena di autenticità è stata una boccata di ossigeno, una carezza per il cuore, l’occasione per essere ancora una volta, e sempre più convintamente, grata di poter godere di una amicizia che accompagna la mia vita fin nel profondo del suo bisogno, la sorprende sempre e mi fa dire “grazie, Signore, di questo dono prezioso al mio cuore!”. E grazie anche a Natalia.
Lella, Mirabella Eclano (AV)
Il giorno sabato 28 maggio, ho fatto in via Roma a Casale Monferrato il Meet the Meeting.
Ci siamo sistemati così: abbiamo procurato dei pannelli di ferro dal Comune, poi li abbiamo sistemati in via Roma ben visibili, abbiamo attaccato con lo scotch i cartelloni di tutti gli anni passati e naturalmente anche quello di quest’anno. Mi hanno aiutato a farlo: mia mamma, mio fratello, poi dei miei amici che sono: Rossella, Fiorenzo, Dario, Gianmario, Alessandro, Milo, Andrea detto Andrew, Piero, Paolo, Andrea e Stefania.
All’inizio della giornata (al mattino) sono riuscita a dare una bottiglia di vino a una persona che ha offerto 10 €. La bottiglia sono riuscita a darla alla signora perché lei mi è stata ad ascoltare e io dicevo (a lei e alle persone a cui interessava): “Buongiorno, le interessa sapere qualcosa sul “Oh sì, certo, mi piacerebbe sapere qualcosa.” “Allora lì ci sono un po’ di TITOLI esposti, ci sono titoli degli anni passati e c’è anche quello di quest’anno. Poi se vuole lì c’è una scatola dove raccogliamo le offerte per il Meeting e se fa un’offerta di almeno 10 euro le possiamo regalare una bottiglia di barbera o di ciarét”. La prima signora ha preso il vino perché voleva farmi contenta visto che ero stata brava a spiegarle tutto.
Raccontavo anche che dentro i capannoni del Meeting c’è sempre un Villaggio Ragazzi per tutti i bambini con il teatrino delle marionette e tanti spettacoli, un Villaggio dello Sport dove si fanno i vari tornei e c’è un piccolo circuito dove si può andare con le bici a disposizione a fare un giro e ottenere una patente (finta). Invece per i grandi ci sono varie mostre molto interessanti che volendo possono essere viste anche dai bambini.
Un’altra signora, anche se aveva il figlio malato e stava andando da lui, si è fermata ad ascoltare molto volentieri quello che dicevo sul Meeting e ha preso la bottiglia. Allora noi le abbiamo detto che avremmo detto una preghiera ogni sera per suo figlio. Un altro signore io e Rossella non riuscivamo proprio a convincerlo, poi è arrivato Fiorenzo e l’ha convinto a prendere una bottiglia. La mamma invece ha incontrato una sua vecchia professoressa e le ha dato una bottiglia.
Ogni anno voglio partecipare al Meet the Meeting perché è divertente. È divertente perché mi piace andare a chiedere offerte alle persone sia per aiutare quelli che fanno il Meeting sia perché si conoscono molte persone sia perché si fa insieme agli amici.
Miriam, 8 anni e mezzo, Casale Monfertato
Quando è arrivato l’invito a partecipare agli eventi di Meet the Meeting 2022 abbiamo deciso che quest’anno non ce l’avremmo fatta: il ritorno ad eventi in presenza, tanto desiderato, mal si conciliava con l’esigua disponibilità di risorse. Una decisione sofferta tant’è che, quando arrivò l’invito a partecipare almeno con la donazione per il vino, provai a rilanciare questa proposta minimale.
Tutto però è rimasto in sospeso fino a quando, nei giorni degli esercizi spirituali, è arrivato un sollecito affettuoso di Federica del Meeting che desiderava poter indicare, anche quest’anno, il nome della nostra città. Padre Lepori ci aveva appena spiegato che Marta, di fronte al richiamo di Gesù di guardare la sola cosa necessaria, “è rimasta lì, senza dir nulla, colpita e ferita da quella parola - e così è tornata al focolare, ai cibi che stava cuocendo, …ferita, certo, ma sentendo subito in sé che quella ferita le faceva bene…”.
A me capita spesso di sbroccare come Marta però lì ho capito che a ognuno di noi è chiesto niente di più di quello che sappiamo fare. Ho rilanciato la proposta di vendere almeno il vino agli amici del Centro Culturale e ho guardato mio marito che mi avrebbe sicuramente aiutato.
Di fatto abbiamo semplicemente usato gli appuntamenti degli Assaggi per sensibilizzare amici e conoscenti all’evento del Meeting e alla possibilità di contribuire al sostegno economico: 36 bottiglie donate, una goccia nell’oceano ma, come conclude Terrence Malick alla fine del film La vita nascosta, “il crescente bene del mondo dipende in parte da atti non storici; e il fatto che le cose tra te e me non siano così malvagie come avrebbero potuto esser, è in parte dovuto a coloro che hanno vissuto fedelmente una vita nascosta e riposano in tombe che nessuno visita”
Tiziana, Civitanova Marche (MC)