Io e mio marito veniamo al Meeting da sempre, senza interruzioni, salvo l’anno della mia gravidanza e il 2020 a causa della pandemia.
Il Meeting è stato il luogo del nostro incontro e ha favorito la nostra conoscenza iniziale, permettendoci di fare insieme esperienze di valore e di spessore.
Costruiamo le vacanze intorno alla settimana del Meeting, perché per me questa è la settimana di viaggio nel mondo. Per me è una possibilità di incontri veri con persone ed esperienze che mi rimangono dentro.
Solo per fare un esempio, quest’anno la mostra “Io sono un valore” di Rose, me la terrò cara come un momento di coscienza, quel momento in cui capisci che è avvenuto qualcosa in te di nuovo, che hai fatto un’esperienza vera. Al termine della visita, ho assistito al balletto finale delle donne di Rose, mi sono trovata corpo a corpo con una delle protagoniste della mostra e mi sono specchiata nei suoi occhi; si è immediatamente azzerata tutta la distanza culturale e di esperienza tra me e lei. Le situazioni che lei ha raccontato di tragicità e di violenze potrebbero sembrarci così distanti, invece vedendo gli occhi di quella donna, occhi così felici, ho visto e desiderato anche per me il perdono che questa donna ha ricevuto nella sua vita per rinascere di nuovo.
Mi ha regalato la prova vivente che si può nascere di nuovo. Ecco, il Meeting per me è un luogo che mi offre momenti di consapevolezza vera.
Anche quando i miei occhi non riescono a vedere più, riesco a guardare attraverso gli occhi dei tanti testimoni che incontro al Meeting. E questo lo vedo accadere anche in nostro figlio che quest’anno a 18 anni per la prima volta ha deciso di fare il volontario al Meeting e ora lo vediamo molto contento della scelta fatta.
In questi anni mi sono resa conto che ci sono tanti modi per costruire il Meeting; io e mio marito abbiamo deciso di sentirci parte di questa costruzione donando ogni anno, ma anche con la nostra presenza durante la settimana, invitando al Meeting i nostri amici.
Ed è come se li invitassimo a casa nostra, perché il Meeting ci fa sentire così, non appena persone che donano ma parte di una famiglia in cui ognuno fa e da per continuare a far crescere questa storia