di Giuseppe Bianchini
Nadia Zangheri di Rimini, da quarant’anni al Meeting, alla libreria della manifestazione, ha lo sguardo di chi ha qualcosa in più da dire riguardo la situazione che stiamo vivendo.
Sarebbe lecito pensare infatti che alcuni aspetti, dentro questo complesso mondo, siano di corollario agli incontri culturali o politici, oppure funzionali rispetto alle mostre, ma un fenomeno come quello del Meeting non lo si può semplicisticamente classificare. Soprattutto quest’anno che contro ogni logica e previsione è stato riproposto.
Nel suo discorso introduttivo Bernhard Scholz, il Presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, ricordava l’importanza e la dignità di ogni contributo. Anche il più piccolo, il più nascosto.
Anche Monica Pasini e Anna Cerreti sono veterane del banco libri.
Ovvio c’è una osservazione comune: questo non è il Meeting al quale eravamo abituati. Di conseguenza il banco libri di questa speciale edizione è ridotto, almeno nella forma e nei volumi distributivi.
Ma non è nemmeno questione di vendite, sarebbe ridicolo fare paragoni con il passato.
Duecentocinquanta titoli, cinque volontari, come cinque i libri della top list con in testa Il brillio degli occhi di Julian Carron e L’abbraccio di Azurmendi, uno degli ospiti centrali alla manifestazione riminese. E una sorpresa: ha trovato apprezzamenti, e quindi vendite, il libro di Carbajosa, Testimone privilegiato, contributo in tempo diretto sul Covid. Segno che qualcosa preme e c’è bisogno di un giudizio chiaro.
La testimonianze superano i numeri.
“Mi ha colpito che molte persone appena entrate in fiera, hanno prima cercato la libreria.
Introduzione al Cristianesimo di Ratzinger, è stato il primo titolo che abbiamo venduto”
“Chi entra al Palacongressi i libri collegati alle mostre e alle conferenze”. Nadia racconta, di Meeting ne ha visti molti e di molte forme e guarda oltre e attraverso (per usare un riferimento librario). Guarda alla sostanza. Questo è un Meeting bellissimo, mancano le folle, manca il contatto oceanico e questo è un dato, ma non è assente il cuore dell’avvenimento e del cristianesimo stesso: l’uomo e il sublime presente in lui.